La febbre delle scommesse sale anche in Svizzera

Oltre alla passione del pallone, i campionati del mondo di calcio hanno rilanciato in questi giorni anche in Svizzera la mania delle puntate su Internet.
Il successo delle società straniere specializzate nelle scommesse online su eventi sportivi fa perdere milioni di franchi al fisco e allo sport svizzero.
Con i campionati mondiali di calcio si moltiplicano anche le scommesse. Quelle che era fino a pochi anni fa un piccolo passatempo tra colleghi o amici, dall’avvento dell’era di Internet stanno diventando sempre più un vero e proprio “sport” nazionale.
Secondo il settimanale economico Cash, ogni anno 200-300 milioni di franchi abbandonano la Svizzera per finire nelle tasche di società inglesi, tedesche o austriache, specializzate nelle scommesse online.
E i campionati del mondo in Germania rappresentano una straordinaria pubblicità gratuita per Interwetten, Betandwin e i vari concorrenti, che registrano in questi giorni un enorme balzo in termini di clientela e di fatturato.
Un popolo di scommettitori
Tra i migliori clienti di queste società figurano sempre più anche gli svizzeri, un popolo che non disponeva finora di una grande tradizione in questo tipo di gioco d’azzardo.
“Gli svizzeri sono diventati effettivamente grandi scommettitori, hanno sviluppato un temperamento paragonabile quasi ad alcuni popoli meridionali, come i greci o i turchi. Ne siamo sorpresi anche noi”, afferma Perre Finke, responsabile del marketing di Interwetten.
Il 10% del fatturato della società basata in Austria deriva dai giocatori d’azzardo svizzeri: al 98% uomini e soprattutto persone di età tra i 20 e i 50 anni.
“Gli svizzeri sono clienti molto assidui e puntano, in media, importi superiori a quelli della clientela di altri paesi europei. Ciò è dovuto probabilmente all’alto tenore di vita degli svizzeri, ma anche al fatto che in Svizzera le possibilità di scommettere su eventi sportivi sono molto limitate”.
Evasione fiscale
In effetti, le scommesse sono praticamente vietate dalla legislazione elvetica, che autorizza la popolazione a puntare i propri soldi soltanto nel quadro del totocalcio e delle lotterie cantonali – gestite dalle società Sport-Toto, Swisslos e Lotérie Romande – o di piccole lotterie organizzate a scopi beneficenza.
Ma, come in molti altri ambiti, Internet ha aperto nuove possibilità di lucro che superano le frontiere tra un paese e l’altro. Le società specializzate nelle scommesse online operano dall’estero senza tener conto delle disposizioni legali nazionali. Tra l’altro, non deducono dalle vincite l’imposta preventiva del 35% – uno strumento fiscale applicato dalla Confederazione per costringere giocatori fortunati a dichiarare le somme guadagnate alle lotterie e al totocalcio.
Le autorità elvetiche non possono però intervenire contro queste società, che svolgono le loro attività in paesi vicini, ma hanno generalmente la loro sede a Cipro, Malta o Gibilterra.
E neppure contro i giocatori, dal momento che le scommesse su Internet si limitano di solito ad alcune decine o centinaia di franchi. La procedura amministrativa necessaria per scovare gli evasori si rivelerebbe troppo costosa rispetto agli importi fiscalmente imponibili per ogni singolo scommettitore.
Fette di mercato perse
A soffrire di questa nuova concorrenza dall’estero è inoltre la società Sport-Toto, che si vede confrontata ad una crescente erosione della sua clientela.
“Queste società che operano su Internet ci tolgono ogni anno importanti fette di mercato, approfittando del fatto che non sottostanno al quadro legale svizzero”, osserva Roger Hegi, direttore di Sport-Toto.
La società elvetica, che ha beneficiato per decenni di una situazione di monopolio, si ritrova ora costretta a denunciare la mancanza di una concorrenza ad armi pari.
“In base alla legge, noi dobbiamo cedere il 2% del nostro fatturato ai cantoni e dobbiamo riversare i nostri utili allo sport svizzero. Nel 2005, assieme a Swisslos e alla Lotteria romanda, abbiamo impiegato ad esempio 100 milioni di franchi per sostenere associazioni o sportivi elvetici. Le società di scommesse straniere possono invece investire tutte le loro eccedenze nel marketing o nello sponsoring”, spiega Roger Hegi.
Concorrenza più attrattiva
Per tentare di fronteggiare la concorrenza dall’estero, anche la società Sport-Toto ha aperto nel maggio scorso un suo sito di scommesse online, Sporttip.ch.
Ma le prospettive di successo sono limitate dal fatto che la legislazione regolamenta in modo molto restrittivo i giochi d’azzardo in Svizzera. Le società straniere, che invadono il mercato elvetico via Internet, possono invece offrire ai loro clienti tutte le forme più attrattive di scommesse.
“Queste società non deducono l’imposta preventiva dalle vincite che superano 50 franchi. Possono quindi permettersi di attirare i clienti con quote di vincite più alte rispetto alle nostre”, aggiunge Roger Hegi.
A suo avviso, solo un alleggerimento del quadro legale in Svizzera potrebbe aiutare Sport-Toto ad affrontare la sfida contro gli agguerriti concorrenti stranieri.
swissinfo, Armando Mombelli
Le lotterie e le scommesse sono proibite in Svizzera da una legge federale che risale al 1923.
Sono autorizzate unicamente lotterie o scommesse organizzate a scopo di utilità pubblica o di beneficenza. È di competenza dei cantoni attribuire delle autorizzazioni a società che riempiono i criteri stabiliti dalla legge.
Le tre società che gestiscono il totocalcio e le lotterie cantonali – Sport-Toto, Swisslos e Loterie Romande – devono versare il 2% del loro fatturato ai cantoni.
Gli utili devono essere devoluti invece a progetti sportivi, sociali e culturali. Dalla loro nascita, una settantina di anni fa, Sport-Toto, Swisslos e Loterie Romande hanno versato oltre 3 miliardi di franchi per sostenere associazioni e sportivi svizzeri.
Gli svizzeri puntano ogni anno circa 1,5 miliardi di franchi in lotterie e totocalcio.
Swisslos raggiunge un fatturato annuo di 1 miliardo di franchi, la Loterie Romande 360 milioni e Sport-Toto 70 milioni.
Il volume stimato delle scommesse su Internet è invece di 200 – 300 milioni di franchi all’anno.

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