La grande sfida delle piccole e medie imprese
Il ministro dell'economia ha rassicurato le PMI: lo stato si sforzerà di ridurre il carico burocratico. Resta la sfida della concorrenza internazionale.
Rivolgendosi agli imprenditori svizzeri, Joseph Deiss ha promesso che a gennaio presenterà delle idee volte a salvare le PMI dalla giungla della burocrazia.
Liberiamo l’economia, soprattutto le Piccole e medie imprese (PMI), dalla burocrazia: l’invito viene dal consigliere federale Joseph Deiss, che venerdì a San Gallo, parlando davanti a circa 800 imprenditori e dirigenti riuniti in occasione della terza Giornata delle PMI, ha ribadito la necessità di sfoltire «la giungla delle scartoffie».
Il capo del Dipartimento federale dell’economia (DFE) ha colto l’opportunità per annunciare la pubblicazione di un rapporto su questo tema prevista per l’inizio del prossimo anno. Lo studio metterà in evidenza i settori nei quali urgono riforme, soprattutto in materia di diritto economico. Deiss ha invitato l’amministrazione federale e il parlamento a rinunciare al «perfezionismo tipicamente elvetico».
Ad essere preso di mira è il gusto svizzero per il dettaglio, che obbliga le PMI ha districarsi tra miriadi di documenti per poter compilare, ad esempio, la dichiarazione delle tasse. Spesso è necessario affidare questo compito a degli specialisti. Per le PMI, oggi, compilare le tasse è un’operazione che costa troppo, sia in termini di tempo, sia in termini di denaro.
Competitività
La terza giornata delle PMI aveva come tema: «le PMI in movimento». Oltre a Deiss hanno preso la parola l’ex sindacalista e editorialista Beat Kappeler e lo psichiatra ed aerostiere Bertrand Piccard.
A colloquio con swissinfo, Kappeler ha affermato che le piccole e medie imprese svizzere sono tutto sommato in buona salute. In altri paesi, la vita delle PMI è più difficile. Ma se vogliono sopravvivere, le aziende svizzere devono adattarsi e diventare più competitive.
Per Kappeler, le imprese di costruzione o quelle attive nel settore sanitario, potrebbero cercare lavoro al di fuori dei confini svizzeri. Un vero futuro l’avrebbero però soprattutto gli uffici di professionisti indipendenti, come giornalisti, avvocati, traduttori e consulenti.
«Prevedo un nuovo fenomeno: piccole associazioni d’indipendenti che collaborano per progetti a corto termine. Questo sistema, una rete di collaborazione flessibile, conquisterà il settore e prenderà il posto delle tradizionali PMI», afferma Kappeler.
Produttività
In Svizzera, le imprese con meno di 250 salariati sono il 99,7% del totale (300’000 imprese circa). Gli impieghi nelle PMI rappresentano i due terzi dei posti di lavoro. Nel 2004, uno studio della Ernst & Young aveva messo in evidenza che nove aziende svizzere su dieci sono a conduzione famigliare.
Ma secondo Franz Jaeger, direttore del dipartimento di economia politica dell’Università di San Gallo, in Svizzera ci sono troppe imprese inefficienti. «Al momento in Svizzera ci sono troppe mini aziende. Sarebbe meglio averne di meno, ma più efficienti», spiega Jaeger a swissinfo.
Più affari internazionali
Jaeger ritiene che le PMI svizzere dovrebbero collaborare più strettamente tra loro. Inoltre, è necessario un orientamento più internazionale per tenere il passo con l’aumentata concorrenza in Europa.
«Sono convinto che le PMI dovrebbero tentare di orientarsi fuori dalla Svizzera», afferma Jaeger. «Le aziende che sono attive fuori dai nostri confini hanno migliori prospettive per il futuro».
«Devono inoltre trovare il modo di collaborare e di essere competitive allo stesso tempo. Lavoro di gruppo e competizione sono le due cose più importanti per le PMI».
swissinfo
Sono definite piccole e medie imprese (PMI) le aziende con meno di 250 impiegati.
In Svizzera ci sono 307’000 aziende, le PMI sono il 99,7%.
Le PMI assorbono il 66,8% della forza lavoro del paese.
Nel 1998, il Dipartimento federale dell’economia ha istituito una task force per sostenere le PMI.
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