La moneta da 5 centesimi, piccola ma preziosa

La soppressione della moneta da 5 centesimi, poco utilizzata, non piace alle federazioni a protezione dei consumatori, le quali temono un aumento dei prezzi.
Nel mese di ottobre, il Dipartimento federale delle finanze aveva avviato una consultazione sull’eliminazione della due monete più piccole (da 1 e da 5 centesimi). L’ultima parola spetta ora al governo.
I loro unici impieghi sono oggi legati alle superstizioni della gente e alle strategie di marketing dei venditori. Dal punto di vista delle operazioni quotidiane di pagamento, le monete da 1 e da 5 centesimi hanno invece oramai perso la loro importanza.
Considerando poi che il costo di produzione supera il valore nominale, non sorprende il Dipartimento federale delle finanze (DFF) vorrebbe eliminare le due monete dalla circolazione, per un risparmio dell’ordine di 300’000 franchi.
Venerdì, alla scadenza della procedura di consultazione del progetto di soppressione delle monete da 1 e 5 centesimi avviata in ottobre dal DFF, la Fondazione romanda dei consumatori (Frc) e la Fondazione svizzero tedesca per la protezione dei consumatori (Sks) hanno però sollevato forti dubbi sulle ripercussioni di tale abrogazione sui prezzi al dettaglio.
Inutili e troppo care
La messa fuori corso delle due monete è una delle 150 misure del programma di abbandono dei compiti 2006-2008 dell’amministrazione.
La soppressione delle due più piccole unità del sistema monetario elvetico – proposto da swissmint, la Zecca federale – si giustifica con gli elevati costi di produzione e con l’importanza minima, se non nulla, nelle quotidiane operazioni di pagamento.
Le monete da un centesimo fungono oggi unicamente da portafortuna o da fine pubblicitario, mentre quelle da cinque intervengono soltanto nelle strategie di vendita al dettaglio, per il segmento degli articoli a basso prezzo (soglia psicologica da non oltrepassare, ad esempio 9,95.- al posto di 10 franchi).
I costi di produzione sono inoltre sproporzionati: per produrre una moneta da 1 centesimo ce ne vogliono addirittura 12.
«La realizzazione di un cinque centesimi costa invece circa sei centesimi alla Confederazione», rileva Kurt Rohrer, responsabile della Zecca federale.
Arrotondare alla cassa
Nonostante l’utilizzo del 5 centesimi nell’affissione dei prezzi ricopra una certa importanza nel commercio al dettaglio – si legge in una nota del DFF – la sua soppressione non dovrebbe portare ad un rincaro tangibile.
Anche dopo la sua messa fuori corso, rimarrà infatti possibile indicare il prezzo con i 5 centesimi. Basterà poi arrotondare il totale alla cassa.
Data la forte concorrenza che regna tra i dettaglianti, prosegue il DFF, i prezzi non rischiano di essere sistematicamente arrotondati verso l’alto. Una posizione questa, sostenuta anche dall’Unione svizzera dei dettaglianti, la quale auspica tuttavia il mantenimento del 5 centesimi, onde evitare ai commercianti costosi adattamenti tecnici.
Aumento dei prezzi
Lo spettro di un rialzo dei prezzi preoccupa le federazioni di consumatori, le quali prevedono che l’aumento concernerà soprattutto i prezzi meno elevati (c’è ad esempio da attendersi che il prezzo del francobollo per la posta B passi da 85 a 90 centesimi) e essenzialmente i prodotti alimentari.
I futuri aumenti – osserva la Sks – rischiano inoltre di manifestarsi a 10 centesimi alla volta, invece che a cinque.
Stando a un sondaggio pubblicato lo scorso febbraio dalla «Coop-Zeitung», gli svizzeri non sarebbero particolarmente affezionati ai cinque centesimi: il 52% degli intervistati si è detto favorevole al ritiro mentre solo il 41 % si è dichiarato contrario.
Addio all’1 centesimo
Non è invece contestata l’eliminazione della moneta da 1 centesimo. Utilizzata unicamente come portafortuna o a fini pubblicitari, la moneta è «senza importanza nella vita quotidiana dei consumatori», osserva Nadia Thiongane, economista presso la Frc.
Spetterà ora al Consiglio federale la competenza esclusiva di una messa fuori corso, in base alla Legge federale sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento.
L’ultima moneta ad essere stata soppressa è stata quella da due centesimi, nel 1978.
swissinfo e agenzie
Nell’Unione europea, la soppressione delle monete da 1 e 2 centesimi di euro è un tema di attualità.
In pratica, anche se i prezzi sono affissi con una precisione centesimale, sono poi solitamente arrotondati alla cassa.
In Finlandia, le monete da 1 e 2 centesimi di euro non sono neppure state messe in circolazione durante l’introduzione dell’euro, nel 2002.
La moneta da 5 centesimi è stata introdotta nell’estate del 1981.
In circolazione ce ne sarebbero all’incirca 785 milioni.
Secondo le statistiche, una moneta su cinque in circolazione è un 5 centesimi.

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