La ripresa è confermata; i sindacati si muovono
Le previsioni economiche più recenti indicano per la Svizzera un rafforzamento della crescita del prodotto interno lordo di circa il 2%.
In questo contesto di crescita, i sindacati lanciano una campagna per l’aumento dei salari dei lavoratori e per una maggiore uguaglianza fra le paghe degli uomini e delle donne.
L’economia svizzera ha il vento in poppa. E anche nei prossimi anni continuerà a viaggiare a ritmi da di crociera. È quanto risulta dalle previsioni economiche elaborate dai tre principali centri di ricerca congiunturali svizzeri KOF, BAK e Créa.
Per i sindacati un’altra buona ragione per aumentare i salari dei dipendenti e distribuire più equamente i benefici della crescita economica. Ma il padronato non ci sta ad aumenti generalizzati.
Basi solide per una crescita durevole
“La crescita poggia su basi ampie”, ha indicato giovedì a Zurigo Yngve Abrahamsen, esperto del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), presentando le previsioni. Secondo il KOF la crescita dell’economia svizzera è sempre più robusta.
Per il 2006 gli esperti zurighesi si attendono un tasso di crescita del 2,1%, mentre in ottobre avevano indicato un +1,5%. Nel 2007 il ritmo di espansione dovrebbe attestarsi all’1,9%, contro il +1,8% delle precedenti previsioni.
Stando al KOF, l’espansione del prodotto interno lordo (PIL) elvetico sarà sostenuta da maggiori investimenti in beni strumentali. I sensibili impulsi provenuti lo scorso anno dal settore dell’edilizia invece si indeboliranno.
A rimorchio dell’economia mondiale
Anche l’istituto di ricerche congiunturali di Basilea (BAK o Basel Economics) ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il biennio 2006-2007.
Dopo il 2,1% del 2004 e l’1,9 dell’anno passato, per quest’anno gli esperti basilesi prevedono un’espansione del prodotto interno lordo (PIL) del 2% a fronte di un 1,8% annunciato in precedenza. L’anno venturo, invece, la progressione dovrebbe attestarsi all’1,7%.
La crescita dell’economia mondiale dovrebbe continuare a fare da traino a quella nazionale, indica il BAK. L’aumento delle domanda interna comporterà tuttavia una crescita delle importazioni superiore a quella delle esportazioni (5,6% contro 4,8%).
L’occupazione crescerà…
La crescita economica dovrebbe far sentire i propri benefici anche sul mercato del lavoro. È quanto si attende il Centro di ricerche economiche applicate dell’università di Losanna (Créa).
“Era dal 2001 che il nostro indice non raggiungeva livelli simili”, ha indicato giovedì l’istituto di ricerca macroeconomica. Questa tendenza dovrebbe prolungarsi almeno fino alla fine dell’estate.
I ricercatori losannesi spiegano quest’evoluzione con il buono stato di salute dell’industria e le ottime performance del settore finanziario.
… e i salari?
Per i sindacati questo contesto permetterebbe di aumentare finalmente anche i salari dei dipendenti. Le rivendicazioni si giustificano per vari motivi – ha spiegato Daniel Oesch – segretario generale dell’Unione sindacale svizzera (USS).
Da una parte la congiuntura positiva ha toccato anche la Svizzera, dall’altra vi è una politica salariale che stagna da ormai 10 anni: in questo lasso di tempo le paghe in Svizzera sono cresciute del 4,2%, contro il 28,4% della Svezia e il 26,4% della Gran Bretagna.
Vi sono poi gli scarti tra i vertici e la base che aumentano continuamente e infine non si sono visti passi avanti nella lotta alla discriminazione nei confronti delle donne.
Niente aumenti generalizzati
La campagna dell’USS non piace però all’Unione padronale svizzera. Agli occhi del suo direttore Peter Hasler, l’esigenza di un aumento salariale generalizzato non ha senso: “Bisogna accordarsi in funzione dei settori e delle imprese”.
Quanto alle disuguaglianze salariali tra uomo e donna, esse si fonderebbero sul fatto che queste ultime svolgono spesso dei mestieri che storicamente sono meno valorizzati. “In materia salariale non esiste l’uguaglianza assoluta”, ha sottolineato Hasler.
swissinfo e agenzie
2% è la crescita del PIL pronosticata dall’istituto BAK di Basilea e dall’Università di Losanna.
2,1% è la previsione del Politecnico di Zurigo.
Nel 2005, il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è cresciuto di circa il 2%. Secondo il centro di competenza della Confederazione per le questioni economiche (seco), questo dato indica che la ripresa congiunturale si è consolidata e che il 2006 è partito sotto buoni auspici.
Le indicazioni del seco risalgono a inizio marzo e la ripresa per il 2006 è ora confermata da tre istituti di analisi della situazione congiunturale. Dal canto loro, le due principali banche UBS e Credito svizzero hanno già pronosticato una crescita del PIL del 2,3 e del 2,1%.
I sindacati ritengono però che i lavoratori non abbiano ancora approfittato di questa schiarita. Denunciano anche il divario sempre più grande tra i salari dei dirigenti e quelli dei dipendenti.
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