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La riscossa degli automobilisti

La sicurezza è uno degli argomenti per il raddoppio del Gottardo Keystone

Aumentare la capacità della rete stradale, tenendo aperta l'opzione di un raddoppio del tunnel del Gottardo. È quanto chiede il controprogetto all’iniziativa Avanti.

Sinistra e ecologisti si oppongono, richiamandosi all’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi.

Lungo alcune tratte, la rete stradale elvetica presenta grossi problemi di viabilità. Ne sanno qualcosa gli automobilisti che trascorrono ore in coda sull’autostrada fra Zurigo e Berna, Ginevra e Losanna o all’ingresso del tunnel del Gottardo.

L’iniziativa Avanti

Nel gennaio del 2000 il Touring Club svizzero e l’Unione svizzera delle arti e mestieri hanno lanciato, con il sostegno di altre organizzazioni legate al trasporto su strada, un’iniziativa popolare denominata “Avanti – per autostrade sicure ed efficienti”.

L’iniziativa voleva iscrivere nella Costituzione l’obbligo per il governo di promuovere lo sviluppo e la manutenzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie.

Il nodo del Gottardo

In particolare, il testo della modifica costituzionale chiedeva che fossero intrapresi lavori di ampliamento delle tratte autostradali Ginevra-Losanna, Berna-Zurigo ed Erstfeld-Airolo.

Con l’ultimo punto si riapriva la discussione su una questione più volte dibattuta dal parlamento: la realizzazione di un secondo tunnel stradale del San Gottardo.

Il raddoppio della galleria è però ostacolato dall’articolo 84 della Costituzione federale, dedicato alla protezione delle Alpi, che vieta l’ampliamento delle strade di transito nella regione alpina. L’iniziativa “Avanti” chiedeva perciò una deroga all’articolo in questione, approvato in votazione popolare nel 1994.

Il controprogetto del governo

Il governo, chiamato ad esprimersi sull’iniziativa, ha riconosciuto che questa sollevava problemi reali.

A suo avviso la proposta era però troppo unilaterale, poiché prendeva in considerazione quasi esclusivamente il traffico su strada – e segnatamente sui grandi assi di transito – scordando i gravi problemi di mobilità negli agglomerati urbani.

Il Consiglio federale ha perciò elaborato un controprogetto all’iniziativa, che intendeva tener conto della necessità di uno sviluppo coordinato della rete stradale e ferroviaria e contribuire a risolvere i problemi di mobilità anche negli agglomerati urbani.

A differenza di quanto chiesto dagli iniziativisti, il governo era inoltre contrario al raddoppio della galleria stradale del Gottardo.

Il controprogetto delle camere (Avanti plus)

Il progetto governativo ha tuttavia subito sostanziali modifiche durante il lungo dibattito nelle due camere del parlamento elvetico, tanto da meritarsi il soprannome “Avanti plus” e da indurre i promotori dell’iniziativa a ritirarla. Il popolo è perciò chiamato ad esprimersi solo sul controprogetto.

A differenza del testo dell’iniziativa, il controprogetto definitivo rinuncia a menzionare esplicitamente quali tratte stradali dovranno essere ampliate prioritariamente. Inoltre fissa nella Costituzione il divieto di transito per gli autocarri durante la notte e la domenica.

Ancora Gottardo

Contrariamente a quanto chiesto dal governo, la deroga all’articolo sulla protezione delle Alpi è però ribadita. La porta per il raddoppio del Gottardo rimane dunque aperta.

Il governo è chiamato a presentare al parlamento un programma dei lavori di completamento e ampliamento della rete stradale nazionale e delle misure in favore degli agglomerati urbani entro un anno dall’approvazione del controprogetto. I progetti prioritari dovranno essere messi a concorso entro 8 anni.

Per finanziare i lavori, il parlamento propone la creazione di un fondo infrastrutturale, finanziato inizialmente con la metà dei fondi speciali per le strade (vale a dire circa 1,6 miliardi).

In seguito il fondo sarà alimentato da una parte delle imposte sui carburanti (per circa un miliardo e mezzo di franchi l’anno). Il controprogetto prevede inoltre che il fondo non possa indebitarsi.

Favorevoli e contrari

La revisione del controprogetto è stata voluta e sostenuta dalla maggioranza borghese nelle due camere del parlamento, il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati. Contrari i socialisti e gli ecologisti, sostenuti da alcuni popolari democratici.

Il Consiglio federale si è allineato alla posizione delle due camere, continuando a sostenere il controprogetto nonostante le radicali modifiche.

swissinfo, Andrea Tognina

Sviluppo della rete stradale e ferroviaria
Deroga all’articolo sulla protezione delle Alpi
Programma dei lavori entro un anno
30 miliardi di franchi in vent’anni

I sostenitori del controprogetto lo ritengono una soluzione equilibrata e globale del problema del traffico, che tiene conto in uguale misura sia della strada, sia della ferrovia.

Sottolineano inoltre l’importanza di interventi sulla rete stradale svizzera per garantire la sicurezza degli automobilisti.

Il finanziamento delle misure proposte dal controprogetto sarebbe garantito, senza che sia messa a repentaglio la salute delle finanze federali.

Gli oppositori ritengono invece che aumentare la capacità delle strade non farà altro che innescare un aumento del traffico motorizzato, a scapito di quello su rotaia.

Questo sarebbe in contrasto con l’attuale politica dei trasporti della Confederazione, basata sul trasferimento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia, tanto più che il controprogetto indebolisce l’articolo costituzionale sulla protezione delle Alpi, alla base di quella politica. Più traffico significherebbe alla fine meno sicurezza per gli utenti della strada.

Sul piano finanziario, sinistra e ecologisti criticano il fatto che si voglia obbligare la Confederazione a investire nelle strade almeno 30 miliardi di franchi sull’arco di 20 anni (è quanto stimato dal Dipartimento dei trasporti), a scapito delle ferrovie e di altri settori che hanno finora approfittato dei proventi del dazio sui carburanti.

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