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La Svizzera sempre più sporca

Cestini stracolmi e rifiuti da tutte le parti: scene di ordinaria quotidianità in una giornata di sole lungo le rive del Reno a Basilea Keystone Archive

Il fenomeno del "littering", ossia di gettare per terra la spazzatura, prendendo sempre più piede in Svizzera. Molte città corrono ai ripari introducendo misure repressive.

Un’evoluzione che gli esperti spiegano con i cambiamenti nelle abitudini di consumo e con una debole identificazione con lo spazio pubblico.

La Svizzera, il paese delle banche, della precisione e della pulizia. Se venisse effettuato un sondaggio all’estero, probabilmente sarebbero questi gli attributi più spesso associati alla Confederazione.

A volte, però, passeggiando nelle strade di alcune città elvetiche la leggendaria pulizia elvetica sembra poco più di un cliché.

Nella maggior parte delle città elvetiche, la quantità d’immondizia è in costante aumento. Nel centro di Basilea, ad esempio, negli ultimi due anni sono state raccolte 200 tonnellate in più, pari ad un aumento del 12,5%. La crescita è ancora più sorprendente sui treni e nelle stazioni: nel 2006 le Ferrovie federali svizzere hanno raccolto quasi 29’000 tonnellate di rifiuti, più del doppio rispetto al 1999. Un aumento dovuto in parte anche all’avvento dei giornali gratuiti, distribuiti soprattutto nelle stazioni.

Inciviltà

Più che la crescita della massa di immondizia, preoccupa però soprattutto la scarsa propensione degli svizzeri a servirsi dei bidoni della spazzatura. “Abbiamo constatato un netto aumento dell’inciviltà”, afferma Boris Woelflé, responsabile del servizio di nettezza urbana di Ginevra.

Un cambiamento di abitudini attestato anche dal lessico: il termine “littering” (dall’inglese “litter”, immondizia) è ormai entrato a far parte del vocabolario comune, in particolare nella Svizzera tedesca.

Molte città stanno però correndo ai ripari. “Abbiamo adattato i nostri metodi di lavoro, ad esempio passando più spesso nei punti critici”, spiega Woelflé. A Berna è stata creata una hotline, per segnalare problemi di sporcizia.

Oltre ad intensificare l’informazione, diverse località hanno adottato pure dei provvedimenti repressivi. A Berna, dal giugno del 2004 gettare dei rifiuti per strada è punito con una multa di 40 franchi, non raccogliere i bisogni del proprio cane con 80. Misure simili sono state prese anche in altre località. A Wallisellen, nel canton Zurigo, dal primo giugno prossimo addirittura chi sputerà per strada potrebbe vedersi infliggere un’ammenda di 30 franchi.

Fast food

Tre anni fa, l’Università di Basilea aveva effettuato uno studio in 16 aree di cinque città svizzere dal quale era scaturito che il 30% dei rifiuti non finiscono nei cestini, bensì per terra. In alcuni luoghi, come sulle rive del Reno a Basilea, la percentuale raggiungeva addirittura il 70% e ciò malgrado i numerosi cestini.

Cifre – queste – simili a quelle emerse nell’ambito di un altro studio effettuato in cinque città europee.

“Il fenomeno del ‘littering’ concerne soprattutto gli spazi pubblici dei centri città o alcune zone come delle aree di picnic”, spiega Till Berger, autore dello studio. “Nei centri, la gente ha molto più materiale che può gettare, ad esempio tutti gli imballaggi del cibo ‘take away’. Dal nostro studio è del resto emerso che oltre il 50% dei rifiuti gettati per terra è costituito da imballaggi di cibi o da lattine e bottiglie”.

Una situazione confermata anche da Boris Woelflé: “L’avvento del ‘fast food’ ha generato negli ultimi anni una quantità sempre maggiore di immondizia”.

Cambiamento di società

Secondo Till Berger, questa situazione non scaturisce però solo da un mutamento nelle abitudini di consumo della popolazione, bensì da un vero e proprio cambiamento di società.

“Vi è una debole identificazione con lo spazio pubblico. Ognuno cerca con il minimo sforzo di massimizzare il suo tornaconto a spese della comunità. Negli spazi pubblici ciò si manifesta anche con il fenomeno del ‘littering'”, afferma.

Berger non è però convinto che la repressione sia la migliore soluzione: “Il problema delle multe è soprattutto legato ai costi”, spiega. Affinché questi provvedimenti siano efficaci, vi è bisogno di un numero assai consistente di agenti incaricati di controllare.

Del resto, nelle città dove sono state prese simili misure i casi verbalizzati si contano sulle dita di una mano.

Prevenzione

A Ginevra, le autorità preferiscono insistere sulla prevenzione. “Dieci anni fa il nostro budget per l’informazione ammontava a 40’000 franchi, oggi è di 250’000”, spiega Boris Woelflé.

Nella città sulle rive del Lemano sono inoltre attivi dall’inizio dell’anno una quindicina di cosiddetti “agents de civilité” (letteralmente “agenti di civiltà”), che si occupano di sensibilizzare la popolazione al rispetto degli spazi pubblici.

Il fenomeno del ‘littering’ non va comunque sottovalutato e non ha solo conseguenze estetiche, conclude Till Berger: “Se in un quartiere questo fenomeno si coniuga ad altri segnali, come ad esempio dei graffiti e delle finestre rotte, ha sicuramente un’influenza sul sentimento di insicurezza”.

swissinfo, Daniele Mariani

Stando all’Unione delle città svizzere, la raccolta dei rifiuti gettati per terra costa circa 35 milioni di franchi l’anno, pari al 10% delle spese complessive consacrate alla pulizia di piazze e strade.

La raccolta di una tonnellata di questi rifiuti costa 5’000 franchi, una somma 16 volte superiore rispetto a quanto si spende per recuperare la medesima quantità nei cestini o nei cassonetti della spazzatura.

Fazzoletti di carta: 3 mesi
Giornali: da 3 a 12 mesi
Mozziconi di sigaretta: da 1 a 5 anni
Gomma da masticare: 5 anni
Buccia della frutta: da 3 mesi a 2 anni
Bicchieri di plastica: 100 anni
Lattine d’alluminio: da 100 a 500 anni
Sacchetti di plastica: da 100 a 1’000 anni
Carte telefoniche: 1’000 anni
Vetro: 4’000 anni

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