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La Svizzera sta perdendo il treno dell’UE?

Partecipanti al Forum sull'Europa, tra cui al centro Micheline Calmy-Rey e Günther Verheugen Keystone

Secondo i partecipanti al Forum sull'Europa, la Svizzera necessita dell'Unione Europea (UE) più di quanto i Venticinque abbiano bisogno della Confederazione.

All’incontro di Lucerna prendono parte rappresentanti politici ed economici della Svizzera e di cinque nuovi membri dell’UE.

Il Forum europeo, uno dei più importanti appuntamenti politici ed economici che si svolgono sul territorio elvetico, è dedicato quest’anno al tema “Allargamento dell’Unione Europea e Svizzera”.

Günter Verheugen, commissario UE uscente incaricato dell’allargamento, ha sottolineato gli effetti positivi della recente adesione di 10 nuovi Stati.

“Aderendo all’UE, i nuovi membri dispongono di migliori condizioni per accelerare il loro sviluppo economico. Nel contempo, una crescita economica più rapida di questi paesi influisce positivamente sui vecchi membri”.

A detta di Verheugen, questa nuova tornata di integrazione ha portato quindi dei vantaggi per tutti i Venticinque.

Effetti positivi

Da parte sua, la ministra svizzera degli affari esteri Micheline Calmy-Rey ha fatto notare che l’allargamento dovrebbe ripercuotersi positivamente anche sulla Svizzera.

A condizione però, ha precisato la consigliera federale, che il secondo pacchetto di accordi bilaterali non venga respinto dal popolo nell’ambito della votazione federale in programma l’anno prossimo.

Secondo Micheline Camy-Rey, l’applicazione dei trattati conclusi con l’UE – in particolare quello sulla libera circolazione delle persone – contribuisce in misura dello 0,2 – 0,5% alla crescita economica nazionale. Una percentuale che corrisponde a ben 1 – 2 miliardi di franchi all’anno.

Anche Jean-Daniel Gerber, segretario di Stato dell’economia, ha messo l’accento sull’importanza del secondo pacchetto di accordi bilaterali.

A suo avviso, un eventuale rifiuto di questi trattati da parte del popolo rappresenterebbe una “catastrofe assoluta”, che lascerebbe la Svizzera “completamente isolata dal resto dell’Europa”.

Opportunità perse

Durante le discussioni, diversi rappresentanti dei nuovi paesi membri dell’UE hanno sostenuto che la Svizzera non approfitta pienamente delle opportunità economiche di cui dispone nell’Europa centro-orientale.

“Le aziende svizzere preferiscono generalmente limitarsi al commercio, rinunciando spesso ad investimenti diretti. Si tratta di un grande errore”, ha affermato ad esempio Istvan Major, vice-capo del segretariato di Stato ungherese per l’integrazione e le relazioni economiche esterne.

“La Svizzera non è presente in Ungheria neppure nel settore bancario e finanziario, nel quale svolge un ruolo di primo piano a livello internazionale”, ha aggiunto Istvan Major.

A detta del rappresentante ungherese si tratta di uno “sbaglio colossale”, dal momento che attualmente “le migliori posizioni sono già occupate da altri”.

Svizzera non abbastanza aggressiva

Sempre secondo Major, la Svizzera avrebbe potuto fornire all’Ungheria tecnologia in ambito di protezione ambientale. In seguito alla mancanza di “aggressività” da parte elvetica, queste forniture sono state attribuite a società canadesi.

Una visione condivisa anche da Vlastimil Tesar, direttore del dipartimento del commercio e dell’agricoltura presso il ministero degli esteri ceco.

“Dopo la caduta della cortina di ferro tra Est ed Ovest, gli investitori svizzeri hanno perso delle ottime possibilità nella Repubblica ceca, ma anche negli altri paesi della regione”.

Numerose società francesi e tedesche hanno fatto confluire ingenti capitali al momento in cui erano iniziate le privatizzazioni negli ex-paesi comunisti.

“Non si può dire la stessa cosa delle società svizzere”, si è rammaricato Tesar.

swissinfo, Chris Lewis, Lucerna
(traduzione Armando Mombelli)

Il Forum sull’Europa si svolge a Lucerna dal 18 al 20 ottobre.
Vi partecipano rappresentanti politici ed economici della Confederazione e di 5 nuovi membri dell’UE: Polonia, Ungheria, Repubblica ceca, Slovenia e Lituania.
Il tema di questa edizione del Forum è “Allargamento dell’UE e Svizzera”.

Dopo il rifiuto popolare del progetto di adesione allo Spazio economico europeo, il governo svizzero ha deciso di seguire la via degli accordi bilaterali con l’UE.

Nel 1998, la Confederazione e i Quindici hanno concluso il primo pacchetto di accordi settoriali, entrati in vigore nel 2002.

Sempre nel 2002, Berna e Bruxelles hanno lanciato una seconda tornata di negoziati bilaterali.

I nuovi accordi, che comprendono l’adesione ai trattati di Schengen e Dublino, verranno probabilmente sottoposti a votazione federale l’anno prossimo.

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