La Svizzera vuole intensificare il commercio con gli USA
La ministra dell'economia Doris Leuthard da domenica fino a martedì è a Washington per incontrare, fra gli altri, la rappresentante statunitense al commercio Susan Schwab.
I colloqui verteranno principalmente sul ciclo di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e sul Forum di cooperazione svizzero- americano relativo a commercio e investimenti.
Sono previste discussioni anche con il segretario all’agricoltura Mike Johanns nonché con il Dipartimento del commercio, con esponenti del mondo economico e con vari membri del Congresso.
La visita interviene in un momento importante, in cui si stanno compiendo sforzi per rilanciare i negoziati del ciclo di Doha, osserva il Dipartimento federale dell’economia (DFE) in un comunicato, e in cui Svizzera e USA stanno intensificando la loro collaborazione con il Forum di cooperazione svizzero- americano relativo a commercio e investimenti.
Gli Stati Uniti sono il secondo maggior mercato d’esportazione della Svizzera, per un valore di 19 miliardi di franchi svizzeri nel 2006. Nel paese si dirige anche la maggior parte degli investimenti svizzeri all’estero (circa 86 miliardi di franchi).
Leuthard, membro del Partito popolare democratico, riprende il testimone lasciatogli dal suo predecessore e compagno di partito Joseph Deiss, ritiratosi alla fine di luglio di quest’anno.
Il suo lavoro non sarà facile. I negoziati sul possibile accordo di libero scambio ad ampio raggio con gli USA non sono mai andati oltre la verifica dei punti d’accordo e di disaccordo. L’agricoltura rimane il principale ostacolo.
La Svizzera vorrebbe un trattamento differenziato per alcuni prodotti agricoli, Washington punta invece ad un accordo globale, che consideri tutti i settori.
Forum di cooperazione
Prima di lasciare il suo incarico in seno al governo elvetico Joseph Deiss aveva tuttavia siglato a fine maggio l’accordo per l’istituzione del Forum di cooperazione su commercio e investimenti, insieme a Rob Portmann, delegato americano agli accordi commerciali.
La proposta di un forum congiunto che servisse ad intensificare le relazioni commerciali è stata lanciata nel gennaio del 2006 durante l’incontro annuale a Davos del Forum economico mondiale. L’annuncio è giunto pochi giorni dopo il fallimento dei negoziati su un accordo di libero scambio.
Ciclo di Doha
Il ciclo di Doha sulla liberalizzazione del commercio è entrato in una situazione di stallo dopo l’interruzione dei negoziati a Ginevra tra i sei principali membri dell’Organizzazione mondiale per il commercio (OMC).
Secondo gli analisti, i colloqui tra l’Unione europea, gli Stati Uniti, il Giappone, il Brasile, l’Australia e l’India sono falliti a causa dell’intransigenza di Washington e Bruxelles sul dossier agricolo.
La Svizzera, che ha una forte lobby dei contadini, si è sempre rifiutata di seguire gli appelli dell’OMC ad abbassare i sussidi agli agricoltori e le tariffe doganali sull’importazione di prodotti agricoli, ma ha spinto molto per una liberalizzazione dei servizi e per tariffe più basse nel settore industriale.
swissinfo e agenzie
La prospettiva svizzera:
Le esportazioni svizzere sono cresciute del 14% lo scorso anno al livello record di 16,1 miliardi di franchi.
Gli USA sono il secondo mercato d’esportazione (10,7%) dietro alla Germania (20%) ma davanti alla Francia (8,5%), all’Italia (8,2%) e alla Gran Bretagna (5,1%).
Gli investimenti esteri diretti delle compagnie svizzere negli Stati Uniti rimangono molto alti, con circa il 34% del totale, rispetto al 5,4% in Germania.
La prospettiva statunitense:
L’esportazione di beni dagli USA alla Svizzera sono cresciuti di oltre il 16% a 10,7 miliardi (facendo della Svizzera il 17° paese per volume d’importazioni dagli USA).
Le esportazioni statunitensi verso la Svizzera sono quattro volte quelle verso l’Austria e più importati di quelle verso l’Arabia Saudita e la Russia messe insieme.
L’idea di libero scambio si riferisce ad un sistema internazionale di scambi commerciali basato sulla riduzione e la tendenziale eliminazione delle barriere alla libera circolazione di beni e di servizi.
La Svizzera è entrata a far parte dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) nel 1960. A differenza della maggior parte dei paesi dell’AELS, la Svizzera non è però entrata a far parte dell’Unione europea, preferendo la via degli accordi bilaterali.
L’AELS, che comprende oggi oltre alla Svizzera il Liechtenstein, la Norvegia e l’Islanda, ha concluso accordi di libero scambio anche con paesi non europei come Singapore, Israele e Cile.
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