La Svizzera vuole risultati concreti
Moritz Leuenberger auspica che il vertice delle Nazioni unite sulla società dell’informazione produca risultati concreti. I lavori iniziano a dicembre a Ginevra.
Il ministro svizzero delle comunicazioni ritiene necessario fissare degli obbiettivi precisi con un calendario vincolante.
«Fissare obiettivi precisi e un calendario chiaro», queste le parole del capo del Dipartimento federale delle comunicazioni svizzero, Moritz Leuenberger, che ha aperto lunedì a Ginevra la terza e ultima riunione preparatoria in vista del vertice mondiale sulla società dell’informazione. L’incontro si terrà nella città di Calvino fra il 10 e il 12 dicembre.
All’incontro erano presenti anche Yoshio Utsumi, segretario generale dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT), e Pierre Gagne, direttore esecutivo del vertice.
I lavori cominciati lunedì proseguiranno sino al 26 settembre. Vi prendono parte più di 1500 delegati di 100 nazioni, fra cui anche rappresentanti di organizzazioni non governative. La delegazione elvetica, composta di una ventina di persone, è diretta dal direttore dell’Ufficio federale della Comunicazione (UFCOM) Marc Furrer.
Alla ricerca della concretezza
Nel corso di questa ultima tornata di lavori preparatori dovrebbe venir approvato un progetto di dichiarazione e un piano d’azione, per il vertice di dicembre, il primo del genere che si terrà in Svizzera. Al centro dell’attenzione c’è il divario tra i paesi industrializzati e quelli emergenti nell’accesso alle tecnologie della comunicazione.
La società mondiale è sempre più globalizzata, e lo sviluppo economico è vieppiù basato sulle tecnologie avanzate e sullo scambio di sapere. Uno sviluppo uniforme, di cui possano approfittare anche i paesi più poveri, implica un ripensamento della distribuzione delle risorse. Fra queste non c’è solo internet, ma anche conoscenza, formazione e innovazione.
«Allo stato attuale i documenti preparatori per la conferenza mancano di proposte concrete – ha dichiarato Moritz Leuenberger – il terreno per raggiungere un’intesa minima è ancora troppo esiguo».
Il divario programmatico
Il ministro delle comunicazioni non ha nascosto che si tratta di un’impresa difficile, «poiché più si va nel concreto, più emergono le disparità di opinioni tra i diversi Stati».
In particolare i governi non sono d’accordo sulle modalità di finanziamento. Il Senegal propone la creazione di un fondo di solidarietà, mentre i Paesi industrializzati sono favorevoli a finanziare le infrastrutture tramite il settore privato.
Inoltre un’ulteriore questione discussa è la garanzia della sicurezza delle reti. In particolare si accenna al terrorismo, ma anche all’utilizzazione immorale dei sistemi di comunicazione.
Anche sulle forme dell’informazione, garantite dai media, non c’è unità: il ruolo dei servizi pubblici d’informazione e i sistemi per promuovere un giornalismo libero e di qualità sono controversi. Pure la protezione dei diritti di proprietà intellettuale non trovano un consenso.
I testi in discussione propongono un collegamento alle tecnologie informatiche di tutte le università e di tutti gli ospedali entro il 2005, di tutte le scuole secondarie entro il 2010 e di tutte le scuole primarie entro il 2015. «Dobbiamo fare in modo che questi obiettivi non rimangano solo delle pie intenzioni», ha ammonito Leuenberger.
Il direttore dell’OFCOM Marc Furrer da parte sua ha affermato che se in queste due settimane non saranno stati compiuti passi concreti, bisognerà pensare ad una riunione supplementare, da tenersi all’inizio di dicembre.
swissinfo e agenzie
Il Vertice Mondiale sulla Società dell’Informazione si terrà a Ginevra dal 10 al 12 dicembre 2003.
Vi partecipano capi di Stato e di governo e organizzazioni non governative. La seconda fase del vertice si svolgerà nel 2005 a Tunisi.
Durante la conferenza si discuterà delle nuove sfide legate all’evoluzione tecnologica della società, alla liberalizzazione delle telecomunicazioni e allo sviluppo dei media elettronici.
Un punto importante è dedicato all’accesso a queste nuove forme di informazione, spesso impossibile nei Paesi più poveri.
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