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La Winterthur dice addio all’Italia

Concentrazione per ritrovare la forma: la Winthertur vende e aumenta i premi Keystone

Dopo aver venduto in Gran Bretagna, l'assicuratore zurighese cede le sue attività in Italia e rivede le condizioni per i fondi pensionistici professionali.

Dopo la crisi degli ultimi anni, Winterthur concentra le sue attività per ritrovare la fiducia dei mercati.

La Winterthur, filiale del Credit Suisse Group (CSG), cede le sue attività assicurative in Italia al gruppo bolognese Unipol per 1,465 miliardi di euro (2,27 miliardi di franchi). La transazione sarà completata nella seconda metà dell’anno, ammesso le autorità italiane di sorveglianza sui cartelli diano luce verde all’operazione.

Per diventare il quarto operatore italiano, Unipol prevede il pagamento in contanti del pattuito: il 90 per cento del prezzo d’acquisto sarà coperto dalla Unipol Assicurazioni SpA e il 10 per cento dall’azionista di maggioranza Finsoe SpA.

Concentrazione delle attività

Unitamente alla vendita della britannica Churchill, annunciata dieci giorni or sono, lo scorporo mira a migliorare la solvibilità del Gruppo Winterthur, da tempo fonte di preoccupazione per Credit Suisse. Insieme le operazioni permetteranno fra l’altro di conseguire un utile di capitale dopo le imposte di oltre 1 miliardo di franchi.

«Unipol ha presentato un’offerta assolutamente interessante, che ci assicura una maggiore flessibilità finanziaria per la nostra crescita selettiva su altri mercati», ha sintetizzato Leonhard Fischer, presidente della direzione generale di Winterthur.

Winterthur opera in Italia sia nel ramo vita che in quello non vita. Nel 2002 ha conseguito un volume aggregato di premi di 2,04 miliardi di euro (3,15 miliardi di franchi). Ha 1600 dipendenti che gestiscono 1,9 milioni di clienti.

Nuovo modello per i fondi pensione

Ma la revisione della strategia non si ferma alla vendita. Anche l’attività in Svizzera, base delle operazioni del gruppo, subisce un progressivo adattamento alle mutate condizioni del mercato.

La Winterthur Assicurazioni reagisce alla crisi nel settore della previdenza professionale introducendo un nuovo modello per le fondazioni collettive che amministrano i premi pensione di circa 40’000 imprese svizzere. Di fatto le fondazioni collettive saranno parzialmente autonome e non saranno più integralmente riassicurate presso la Winterthur Vita.

Secondo la Winterthur, questo passo permetterà una maggiore flessibilità delle fondazioni collettive nel finanziamento delle prestazioni. Concretamente il tasso di interesse sugli averi vecchiaia non coinciderà necessariamente con quello previsto dalla legge sulla previdenza professionale.

L’operazione si tradurrà in un aumento dei premi e in una drastica riduzione del tasso di conversione del capitale accumulato in rendite. Il nuovo modello entra in funzione nel 2004.

Aumento dei premi invalidità

A causa del sempre maggiore numero di casi di invalidità la Winterthur ha inoltre deciso un aumento dei premi per quanto riguarda i rischi e i costi (+30 per cento risp. +15 per cento). Ciò significa per il totale dei premi un incremento medio dell’8 per cento, afferma la compagnia.

La somma delle strategie dovrebbe dunque riportare l’assicuratore in zona redditività duratura, dopo i problemi dell’ultimo anno. Winterthur non è il solo assicuratore a rivedere la strategia di espansione seguita negli anni Novanta: praticamente tutti gli operatori del settore hanno dovuto correggere le mire espansionistiche a favore di una focalizzazione e una riduzione dell’indebitamento.

swissinfo e agenzie

Winterthur vende le sue attività in Italia a Unipol. Negli ultimi anni, il gruppo bolognese ha effettuato tutta una serie di acquisizioni. Con questa mossa si posiziona al quarto posto nella Penisola, dopo Generali, Ras e Fondiaria-Sai.

Per finanziare l’assorbimento delle attività italiane di Winterthur è necessario un aumento di capitale di 1,05 miliardi di euro e un’emissione obbligazionaria di 300 milioni di euro.

All’inizio dell’anno Unipol aveva tentato senza successo si assumere il controllo della Toro, filiale assicurativa della Fiat poi finita in mano alla casa editrice De Agostini.

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