Las Vegas appollaiata sulle pendici del Ticino
Il casinò più grande d'Europa è stato aperto nei giorni scorsi a Campione d'Italia, enclave italiana in territorio ticinese dove abitano circa 3 mila persone, di cui un terzo stranieri.
Firmata dall’architetto ticinese Mario Botta, la casa da gioco è un imponente colosso che si affaccia sul lago di Lugano. Nel giorno dell’apertura, il 2 maggio, ha accolto tremila visitatori.
Se al casinò di Campione di Italia aggiungiamo le tre case da gioco ticinesi (Lugano, Locarno, Mendrisio) – una ogni 106 mila abitanti – non sorprende se già si comincia a parlare del Sud delle Alpi come di una piccola e roboante Las Vegas, immersa tra palme e cime innevate e di notte avvolta da luci al neon colorate.
Le case da gioco, come vedremo, sono delle vere e proprie galline dalle uova d’oro che alimentano innanzitutto i rispettivi forzieri. C’è comunque da chiedersi in quale misura la nuova cattedrale del gioco d’azzardo dell’encalve italiana costituirà una concorrenza, soprattutto per i casinò di Lugano e Mendrisio.
Rivalità in un fazzoletto di terra?
“Non crediamo che il nuovo casinò di Campione costituisca una maggiore concorrenza rispetto a quello vecchio. I casinò in Ticino – dice a swissinfo Michele Foletti, direttore marketing e pubbliche relazioni della casa da gioco di Lugano – sono confrontati con una significativa concorrenza sin dalla loro apertura. Basti pensare che da Parma in meno di 3 ore si possono raggiungere i casinò ticinesi, quello di Venezia e quello di Saint Vincent e ovviamente quello di Campione”.
“Anzi, non è detto che se Campione dovesse ottenere il successo previsto aggiunge Foletti – qualche ricaduta positiva possa esserci anche per la nostra casa da gioco che propone un’offerta diversa rispetto a Campione. Infatti non a tutti i giocatori piaciono i grandi casinò, alcuni preferiscono quelli più piccoli con un trattamento più personalizzato e un contatto più diretto con il personale di sala”.
Ma allora come si prepara Lugano a rispondere all’eventuale concorrenza? Ancora Michele Foletti: “Non abbiamo attuato nessuna strategia particolare. Continueremo ad investire molto sui nostri clienti con un servizio accurato e personalizzato e con un tutta una serie di vantaggi per coloro che si sono affiliati al nostro programma fedeltà. Siamo convinti che il mercato permetta uno sviluppo aziendale sia a noi, sia a Campione. L’importante è differenziare l’offerta”.
A Campione d’Italia, intanto, la speranza è che la curiosità seduca nuovi avventori, attratti soprattutto dalle 650 slot machine, le macchinette mangiasoldi considerate il vero asso nelle manica per riempire le casse del casinò.
Un gigante che piace poco
La nuova casa da gioco campionese, firmata dal celebrato architetto ticinese Mario Botta e costata oltre 100 milioni di franchi, è un colosso. Un colosso che non piace molto ai campionesi: è così mastodontico da nascondere il paesaggio. Non piace, soprattutto, al nuovo presidente della società di gestione del casinò: è troppo poco funzionale e terribilmente costoso. E si capisce.
Basta soffermarsi sulla cifre che ne caratterizzano la dimensione: tredici piani, 240 mila metri cubi di volume, 58 mila metri quadri coperti, 28 ascensori, 4 scale mobili, un salone delle feste per 800 persone. Tutto ciò comporterà dei costi di gestione esorbitanti. Soltanto per le pulizie, sono stati preventivati annualmente più di due milioni di franchi.
La nuova direzione del casinò non può fare altro che puntare tutto sulla nuova struttura per rilanciare l’attività e sperare in un aumento degli incassi del 10%.
Una manna per lo Stato
Le case da gioco, dove scorrono fiumi di denaro, costituiscono un affare anche per le casse pubbliche. Non solo in Ticino, ma in tutta la Svizzera, dove si registra la più alta densità di casinò al mondo.
Le 19 strutture disseminate sul territorio della Confederazione, versano infatti tasse per circa 370 milioni di franchi. Dal 2005 al 2006, per esempio, il prodotto lordo dei giochi è cresciuto del 9%, raggiungendo quota 955 milioni di franchi.
In Ticino, come detto, ci sono tre case da gioco che esercitano in base ad una concessione ottenuta dalla Commissione federale delle case da gioco: il casinò di Lugano che paga la tasse unicamente alla Confederazione; il Grand casinò di Locarno e il Grand casinò Admiral di Mendrisio che versano il 60% delle tasse sulle case da gioco alla Confederazione e i restanti 40% all’erario cantonale.
E gli affari vanno a gonfie vele. Nel 2006 il maggiore prodotto lordo dei giochi in Svizzera è stato registrato dall’Admiral di Mendrisio, con 135 milioni di franchi. L’impatto puramente economico e finanziario delle case da gioco sulla regione è dunque fuori discussione.
Non tutto oro quello che luccica
Ma i loro effetti collaterali possono avere costi incalcolabili. Cadere nelle trappole degli usurai conduce in un vicolo cieco da cui è difficile uscire, mentre i costi sociali legati alla febbre del gioco sono difficilmente quantificabili. Si sa che possono avere conseguenze devastanti sulle persone e le loro famiglie.
Nel 2005 le persone impegnate nelle case da gioco erano poco meno di seicento per una massa salariale annua di oltre 55 milioni di franchi. Ma anche sul fronte occupazionale le spine non mancano, per il tipo di lavoro e le forme di precariato.
I sindacati hanno sempre seguito con preoccupazione le condizioni di lavoro degli impiegati. Nel 2004 l’Organizzazione Cristiano sociale è però riuscita a strappare un contratto collettivo di lavoro al Casinò di Lugano. Una prima in Svizzera. Intanto, a pochi giorni dall’apertura, i dipendenti del Casinò di Campione sono già sul piede di guerra.
swissinfo, Françoise Gehring, Lugano
Ecco i numero più significativi del nuovo casinò di Campione d’Italia, il più grande d’Europa.
Tredici piani. Le aree gioco possono contenere 3 mila 100 persone. Superficie in pianta: 7.000 metri quadri. Volume totale: 240’000 metri cubi. I posti auto sono 450. Ci sono inoltre 28 ascensori, di cui 12 per i giocatori e sedici per il personale. Quattro le scale mobili. 650 le macchinette mangiasoldi e 56 i tavoli verdi.
Casinò di Lugano SA: Concessione di tipo A, 32 tavoli da gioco, 346 macchinette. Il capitale azionario è di 5 milioni di franchi, di cui il 67% appartiene alla Città di Lugano.
Grand Casinò di Locarno SA: Concessione di tipo B, 8 tavoli da gioco, 150 macchinette. Il capitale azionario è di 9,1 milioni di franchi (100% Grand Casinò SA, Zurigo).
Grand Casinò Admiral SA: Concessione di tipo B, 31 tavoli da gioco, 150 macchinette. Il capitale azionario è di 17 milioni di franchi (100% ACE, Casinò Holding SA)
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