Libro elettronico: avanti adagio
Negli Stati Uniti va a gonfie vele, in Europa stenta a carburare: anche in Svizzera la diversità dei formati e la scarsità di titoli in lingue diverse dall'inglese rallentano l'avanzata del libro elettronico. Una situazione destinata però a evolvere.
Kindle, Amazon, iPad, iRiver, Sony Digital, epub, pdf, azw, doc: sono questi i nomi di alcuni tra i lettori di libri elettronici attualmente disponibili sul mercato, e di alcuni tra i formati più diffusi.
Questa diversità di apparecchi e i relativi problemi di compatibilità – spesso i libri elettronici per un determinato lettore non possono essere letti con il sistema concorrente – non sembrano frenare affatto i consumatori nordamericani.
A titolo di esempio, Amazon – l’azienda produttrice di Kindle – ha reso noto nel mese di giugno 2010 di avere venduto 180 libri elettronici per ogni 100 libri rilegati (hardcover). Inoltre, il 90% dei bestseller in libreria può essere acquistato in formato digitale. Il catalogo propone 630’000 titoli elettronici, di cui 510’000 costano meno di 10 dollari.
La situazione in Svizzera è invece diversa, anche se questi apparecchi – che consentono di portarsi appresso migliaia di libri registrati in uno strumento le cui dimensioni e il cui peso sono quelli di un romanzo tascabile – non lasciano indifferenti i consumatori.
Potenziale di crescita
L’azienda svizzera Orell & Füssli – che vende e pubblica libri – offre a sua volta un catalogo di circa 18’000 libri elettronici, prevalentemente in tedesco, sul proprio sito Internet. «Il cliente è certamente messo in difficoltà dalle varietà di formati disponibili attualmente sul mercato, ma si tratta di un settore destinato a evolversi», spiega il portavoce Andras Nemeth.
L’interesse è comunque già presente: «Anche se le cifre totali sono molto modeste, ogni settimana vendiamo un paio di centinaia di libri elettronici». A suo parere, la situazione muterà segnatamente quando vi sarà maggiore compatibilità tra i formati e un’offerta più ampia. Gli editori, aggiunge Nemeth, tendono peraltro a proporre in formato elettronico soprattutto i titoli più recenti, e non a convertire anche quelli più vecchi.
Un mercato giovane
Pure l’Office du livre, uno dei principali distributori elvetici, gestisce un sito che consente di acquistare migliaia di libri elettronici. Per quanto concerne i titoli in lingua francese, «l’offerta è ancora relativamente limitata: sono infatti gli editori a decidere di aprire il mercato alla Svizzera, e finora pochi l’hanno fatto», evidenzia Serge Riedo, direttore informatico e responsabile del settore digitale.
Senza contare che molti aspetti devono ancora essere definiti: «Si tratta di un mercato nuovo. Gli editori devono quindi negoziare con gli autori i diritti per la diffusione digitale delle loro opere. L’evoluzione futura sarà pertanto determinata dagli sviluppi tecnici, dall’offerta e dai prezzi». Indicativamente, un libro elettronico – in Svizzera – dovrebbe costare tra il 10% e il 30% di meno rispetto alla versione tradizionale.
Nessuna frenesia
L’editore Zoe di Ginevra sta a sua volta lavorando per allestire un catalogo di libri digitali: «Non si deve perdere il treno, ma nemmeno lasciarsi prendere dalla frenesia e puntare tutto sul libro elettronico. Anche negli Stati Uniti, tra cinque anni la percentuale del libro elettronico non dovrebbe infatti superare il 15% del mercato», sottolinea Caroline Couteau.
In Ticino, Fabio Casagrande – dell’omonima casa editrice – è sulla medesima lunghezza d’onda. «Si tratta di segmento di mercato da seguire con attenzione, ma tenendo presente che anche tra alcuni anni non sarà certamente la parte più importante».
«Il libro elettronico sarà una rivoluzione in determinati campi dell’editoria, come sono stati i compact disc per i dizionari o internet per le banche dati; il settore più promettente sarà presumibilmente quello dei manuali scolastici», rileva Casagrande.
Stessi attori, rapporti diversi
Caroline Couteau sottolinea la priorità di adottare tutti gli accorgimenti necessari per proteggere i diritti d’autore: «In primo luogo sussiste il problema della pirateria; secondariamente, è importante che gli scrittori siano equamente retribuiti».
A titolo di esempio, in Francia gli autori rivendicano una percentuale più elevata rispetto al prezzo del libro, facendo presente che per la versione elettronica non vi sono i costi di stampa.
Secondo Caroline Couteau, «è in ogni caso fondamentale che la figura del libraio continui ad esistere, perché questi porta all’attenzione del pubblico i titoli che meritano attenzione pur non essendo dei bestseller».
Senza contare che il supporto elettronico sembra addirittura mettere il vento in poppa a quello cartaceo: stando a un recente sondaggio, chi nel 2009 ha acquistato libri elettronici, ha nel contempo aumentato la spese per quelli tradizionali.
Negli Stati Uniti, tra il 2009 e il 2010 è stato eseguito uno studio per verificare la popolarità del libro elettronico in ambito accademico, utilizzando il lettore Kindle.
Gli studenti di sette università si sono espressi in modo critico: pur lodando alcune funzionalità dell’apparecchio (la possibilità di ingrandire i testi e la comodità di avere a… portata di tasca moltissimi titoli), il supporto è considerato più adatto alla lettura per piacere che allo studio.
In Italia, a partire dal prossimo anno scolastico i docenti potranno adottare testi scolastici solo se saranno disponibili sia in formato cartaceo sia in formato digitale.
In realtà, però, questi supporti saranno verosimilmente accessibili soltanto agli studenti appartenenti alla fascia economica alta: il prezzo di un lettore varia da 300 a circa 700 franchi svizzeri.
Per prezzo unico del libro si intende una regolamentazione che fissa in maniera uniforme il prezzo di un libro. L’esclusione della libera concorrenza viene giustificata con la natura di bene culturale del libro.
La Francia, la Germania e l’Austria regolano per legge il prezzo del libro. In altri paesi europei la regolamentazione deriva da un accordo tra editori e librai. La Svezia e il Belgio non hanno questo tipo di regole.
Nella Svizzera tedesca, per più di cento anni il prezzo fisso è stato l’elemento alla base della commercializzazione dei libri in lingua tedesca.
Nel settembre del 1999 la Commissione della concorrenza ha dichiarato illecito l’accordo di categoria, ritenendolo contrario alla legge federale sui cartelli.
Nel mese di marzo del 2007, il Tribunale federale ha giudicato il prezzo unico del libro un ostacolo illegale alla libera concorrenza.
Facendo valere il ruolo di vettore culturale dei libri, gli editori e i librai hanno chiesto al governo di fare un’eccezione. La questione è tuttora allo studio del parlamento.
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