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Misterioso suicidio all’ombra del decreto Tremonti

Un buco di dieci milioni di franchi sarebbe all'origine del suicidio del numero due della banca Paribas (Suisse), un bancario ticinese.

Lo scrive il mensile economico Bilan nel suo ultimo numero. Il magistrato conferma, la banca minimizza.

Raggiunto giovedì a Lugano, il procuratore Emanuele Stauffer ha confermato le rivelazioni fatte dalla rivista romanda Bilan nel suo ultimo numero: “il bancario in questione si è suicidato dopo aver sottratto una decina di milioni di franchi alla sua banca.

Il magistrato non può ancora entrare in merito su altre rivelazioni del mensile come la scomparsa dei soldi: “l’indagine sta cercando di scoprirlo” spiega.

Infatti, stando a Bilan, i dieci milioni prelevati da Max Möderle, 53 anni, vice-presidente di Paribas (Suisse) e fondatore della sede di Lugano, non si trovano da nessuna parte. Anche la famiglia è perplessa visto che ha appena chiesto il grido d’inventario in vista della successione.

Il suicidio di Möderle, un padre di famiglia di origine confederata, risale allo scorso 13 maggio. Il suo corpo era stato ritrovato in una foresta della Capriasca, sopra Lugano. La morte era avvenuta per arma da fuoco.

Vittime del decreto Tremonti

L’insano gesto del bancario precedeva di circa due settimane la scadenza fissata da Giulio Tremonti per il rientro in patria dei capitali italiani piazzati all’estero. Gli effetti del decreto Tremonti sono stati particolarmente risentiti in Ticino e non solo in perdite finanziarie.

Infatti, nel periodo di rimpatrio dei capitali italiani piazzati nelle banche svizzere, alcuni funzionari di banche ticinesi sono stati arrestati con l’accusa di malversazioni commesse a danni di clienti italiani.

Ma si sono anche tradotti in tragedie: la morte del nr. 2 di Paribas è la seconda avvenuta nelle stesse circostanze. La prima è stata quella di Helios Jermini, padre-padrone del FC Lugano. Titolare di una fiduciaria che lavorava principalmente con clienti italiani, lo scorso 7 marzo, Jermini si è buttato nelle acque del Ceresio al volante della sua auto.

L’indagine, pure condotta dal PP Stauffer, ha rivelato un ammanco di 61 milioni di franchi fatti fuori nell’arco di una ventina d’anni. Circa 40 di quei milioni sono serviti ad alimentare le casse del Lugano. Indebitata fino al collo, la squadra è retrocessa in serie B.

Paribas minimizza

La banca lesa, da canto suo, non si è sbilanciata. Charlotte Leber, portavoce di Paribas a Ginevra ha minimizzato le conseguenze dell’accaduto: “Paribas” ci ha detto “ha aperto un’indagine interna e collabora con la magistratura ticinese. L’ammontare delle malversazioni è modesto se paragonato ai risultati dell’istituto. Escludo qualsiasi legame con pratiche di riciclaggio di denaro.”

Gemma d’Urso, Lugano

In relazione al decreto Tremonti, che chiedeva ai cittadini italiani di rimpatriare i fondi depositati nelle banche estere e beneficiare così di un’amnistia fiscale, la piazza finanziaria ticinese è entrata in crisi.

Molti bancari della Svizzera italiana si sono trovati in difficoltà, hanno perso clienti e fondi. Alcuni, come il presidente del Lugano, Helios Jermini o, di recente il numero due della Paribas Suisse, il 53enne Max Möderle, sono arrivati al gesto estremo: il suicidio.

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