Mutazioni tessili a Expo.02
Con "Mutazioni tessili" i migliori studenti di tutte le scuole tessili e di moda svizzere presentano la creatività di un settore di grande tradizione.
Effetti ottici, variazioni sul tema forma e luce e soprattutto l’entusiasmo e l’inventiva delle sue giovani leve: così l’Associazione svizzera del tessile e della moda si mette in mostra all’Expo 02. Dal 1° al 20 luglio, in un’ala industriale all’entrata dell’arteplage di Bienne, i visitatori possono vedere sei progetti che in maniera ludica e sensuale esplorano varie proprietà dei tessuti.
Si può ad esempio entrare in una tenda dove alcuni tessuti ricamati si gonfiano e sgonfiano su dei palloncini come se respirassero, sbirciare voyeuristicamente negli armadi di sconosciuti, scoprire colori di stoffe che cambiano con la luce, ammirare motivi tradizionali elaborati al computer. Tra gli oggetti più ammirati dal pubblico, un bustier fabbricato con lo zucchero! Strisce di liquirizia, bon bon morbidi e coloratissimi e altre leccornie ben protette sotto una teca di plexiglas.
L’idea
Un’industria come quella tessile, che tanto ha rappresentato per la Svizzera non poteva mancare all’Esposizione nazionale. Infatti è stata proprio la direzione dell’Expo a contattare l’associazione tessile chiedendole un progetto. E l’incarico è stato affidato ai migliori studenti di tutte le scuole di moda e tessili svizzere riunite per la prima volta in un progetto comune.
Ieri
Praticamente priva di risorse naturali, la Svizzera è stata costretta ad importare materie prime da sempre. Già a metà del ‘700 vennero fondate le prime case di spedizioni per il trasporto di tè, caffè e cotone. Si calcola che alla fine del 18° sec. quasi un quarto della popolazione svizzera vivesse, direttamente o indirettamente, dei proventi dell’industria del cotone.
Fino al 1929 l’industria tessile impiegava ancora il maggior numero in assoluto di lavoratori in Svizzera, purtroppo spesso in condizioni miserabili, compresi i bambini. Dal 1945 fu l’industria meccanica a prendere il sopravvento.
Oggi
La cifra d’affari dell’industria tessile in Svizzera è di circa 4 miliardi e mezzo di franchi (80% delle vendite all’estero), di cui 1,8 miliardi per il settore dell’abbigliamento. In quest’ultimo settore, molte ditte hanno anche dislocato la produzione all’estero, nei paesi dell’Est o in Asia. Ad esempio la Bishoff Textil di San Gallo, ha aperto degli atelier di ricamo in Turchia e in Tailandia.
In Svizzera restano oggi circa 250 ditte che danno lavoro a 24 mila persone. Alla fine degli anni ’60 erano 130 mila. Da una parte la razionalizzazione della produzione, da un altro il costo della manodopera hanno determinato il calo costante.
“Al momento la situazione dell’industria tessile svizzera non è ottimale, in quanto i nostri mercati principali, come la Germania, attraversano una congiuntura negativa” spiega a swissinfo Rolf Langenegger, responsabile del progetto per l’Expo.
Domani
Il passaggio alla moneta unica europea non ha favorito le imprese svizzere, già prima costrette a trovare delle nicchie o a specializzarsi in prodotti altamente tecnici per poter continuare ad esistere. In particolare per lo sport, come ad esempio la ditta Schoeller Textil che produce tessuti tecnici per l’abbigliamento dei motociclisti: giacche che proteggono, sono ben visibili anche di notte, scaldano in inverno e rinfrescano in estate.
Un’altra ditta che ha parecchio successo è la Lanthal di Langenthal che produce materiali per ricoprire i sedili degli aerei. Altro settore di punta, che con la moda non ha nulla a che fare, è quello medico, con tessuti che aiutano a guarire le ferite.
A mantenere stretti i legami con l’Alta Moda ci pensa il settore dei ricami, sempre molto richiesti. Per tutti i produttori non specializzati (chi ad esempio fabbrica jeans) la concorrenza è molto più numerosa e spietata. “È una lotta contro il tempo”, dice Rolf Langenegger, che è però ottimista anche sul loro futuro. Sempre che la congiuntura migliori.
Almeno una cosa non manca al settore tessile in Svizzera e l’esposizione di Bienne ne è la prova. I futuri designer hanno già la stoffa dei professionisti.
Raffaella Rossello
“Stoffwechsel”, “Transformation Textile”, “Mutazioni Tessili”, dal 1° al 20 luglio all’Arteplage di Bienne.
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