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Nestlé scoppia di salute

Tutte le regioni geografiche hanno partecipato alla crescita di Nestlé. Keystone

La multinazionale annuncia un beneficio di 7,564 milliardi di franchi e un fatturato, nonostante la cattiva congiuntura, salito del 5,3% a 89,16 miliardi.

Ad eccezione delle bevande e del cioccolato, tutti i prodotti hanno contribuito alla crescita.

Mentre molte multinazionali elvetiche si dibattono per uscire dalle cifre rosse, Nestlé ha presentato dei risultati molto positivi.

Le cifre 2002 sono in linea con i pronostici degli analisti, che avevano previsto un volume d’affari di 89,8 miliardi di franchi e un risultato netto di 7,5 miliardi.

L’utile operativo Ebita è cresciuto del 9,5 per cento a 10,94 miliardi di franchi e il cashflow del 13 per cento a 10,248 miliardi. La direzione proporrà la distribuzione di un dividendo di 7 franchi per azione, contro i 6,40 franchi del 2001.

Crescita interna del 3,4%

La crescita organica delle vendite ha raggiunto 4,9%, ossia il 3,4% di crescita interna reale e 1,5% derivante dall’aumento dei prezzi.

Tutte le zone geografiche hanno partecipato ai buoni risultati, l’America ha addirittura superato l’Europa con una cifra d’affari di 29,293 miliardi di franchi, contro 28,678 miliardi.

Nestlé ha peraltro sofferto della forza del franco. A tasso di cambio costante, le vendite presentano un aumento del 13%, penalizzate però dal peso del franco in proporzione dell’8%.

Prodotti di successo, ma attenzione ai facili entusiasmi

Tutti i gruppi di prodotti hanno contribuito alla crescita della cifra d’affari, secondo Nestlé, ad eccezione delle bevande e del cioccolato. I prodotti per gli animali domestici in particolare hanno approfittato dell’integrazione dell’americana Ralston Purina, con vendite per 10,719 miliardi di franchi, contro 6,232 miliardi nel 2001.

Per gli analisti però i risultati sono solo soddisfacenti, non entusiasmanti. In particolare la crescita interna reale si è dimostrata inferiore alle attese. «Le cifre sono solide nel loro insieme», commenta uno specialista della Banca cantonale di Zurigo (BCZ), anche se «non si può parlare di risultati brillanti».

Buone previsioni per il 2003, nonostante il franco forte

Per Peter Brabeck, vicepresidente del consiglio di amministrazione e presidente della direzione, il gruppo nel 2002 «ha lavorato bene». L’incremento delle vendite e dei risultati in un «periodo di venti contrari in campo monetario, di rallentamento economico e di incertezza politica mostrano che siamo sulla buona via. Abbiamo continuato a migliorare la performance, proseguito gli investimenti orientati al futuro e abbiamo visto nuovi settori generati dalla ricerca diventare affari significativi».

Per il 2003 la Nestlé ritiene di essere in grado di ottenere «buoni risultati», malgrado le turbolenze politiche ed economiche e la forza del franco svizzero. La Nestlé è stata sfavorita dalla forza della valuta elvetica. «Tale handicap non ci inciterà a tenere i nostri conti in dollari», ha detto Brabeck, «anche se realizziamo solo l’1,1 % del giro d’affari in franchi svizzeri». La Nestlé non imiterà quindi la Novartis.

swissinfo e agenzie

7,564 miliardi di franchi di beneficio nel 2002
89,16 miliardi di fatturato (+5,3% rispetto al 2001)
7 franchi di dividendo per azione (+9,4%)
3,4% di crescita interna reale
6,4 milioni di franchi è il salario percepito nel 2002 dall’austriaco Peter Brabeck, direttore di Nestlè

Per la Nestlè il 2002 è stato un anno di vacche grasse. La multinazionale elvetica è così in netta controtendenza rispetto ad altre aziende che hanno fortemente risentito della non rosea situazione dei mercati finanziari mondiali. Solo la forza del franco ha impedito a Nestlè di registrare profitti ancora più alti.

Vincente da un punto di vista commerciale, Nestlè ha però qualche problema d’immagine. In particolare in Italia (vedi “altri sviluppi”) e a causa delle denunce dell’Unicef, critica nei confronti delle attività della multinazionale nei paesi del terzo mondo.

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