No agli autoveicoli diesel senza filtro
Per migliorare la qualità dell'aria e ridurre le emissioni di polveri fini, l'Ufficio federale dell'ambiente chiede misure in favore dei filtri per i motori a diesel.
Le emissioni di microparticelle di questi motori costerebbero ogni anno la vita a 3’700 persone in Svizzera.
In vista della Giornata internazionale dell’ambiente del 5 giugno, intitolata «Città verdi», il direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) Philippe Roch lancia un appello per garantire una maggiore vivibilità nelle città e negli agglomerati svizzeri.
In questi spazi si concentra il 75% della popolazione svizzera, ricorda l’UFAFP, che propone un intervento in tre punti: migliorare la qualità dell’aria nelle zone urbane, renderle più tranquille e garantirvi sufficienti spazi verdi.
Lotta alle polveri fini
Le polveri fini e in particolare la fuliggine da diesel, cancerogena, rappresentano un serio problema sanitario nelle aree urbane.
Con il motto “No agli autoveicoli diesel senza filtro”, l’UFAFP sostiene delle misure per dimezzare le emissioni di polveri fini e ridurre sensibilmente quelle di fuliggine da diesel.
Secondo le stime dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, queste microparticelle provocherebbero ogni anno la morte di 3’700 persone in Svizzera. Tra queste figurerebbero 300 casi all’anno di cancro al polmone e una ventina di decessi di neonati.
Le spese sanitarie ammontano globalmente a 4,2 miliardi di franchi all’anno.
Obbligo finora limitato
Finora il Consiglio federale ha deciso di introdurre l’obbligo del filtro anti-particolato soltanto per le macchine da cantiere. La direttiva, entrata in vigore il 1° novembre 2003, riguarda inoltre unicamente i motori di una determinata potenza e cantieri di determinate dimensioni.
Resta quindi ancora molto da fare, soprattutto nel settore dei trasporti stradali (camion,autovetture, furgoni, autobus) e nell’agricoltura.
In vista della Giornata mondiale dell’ambiente, anche l’Associazione traffico e ambiente (ATA) ha lanciato una campagna affinché l’obbligo del filtro venga esteso a tutti i macchinari e motori a diesel.
Una mozione parlamentare, sulla quale il Consiglio nazionale è chiamato ad esprimersi in questi giorni, propone invece di sospendere addirittura l’obbligo del filtro imposto ai macchinari pesanti da cantiere.
Il Consiglio federale ha chiesto ai parlamentari di respingere la mozione, presentata dalla rappresentante dell’Unione democratica di centro, Jasmin Hutter, proprietaria di una fabbrica di macchinari industriali.
Città più tranquille
Nelle città sono necessarie più zone di quiete, prosegue l’UFAFP. Per rendere meno rumorosi i quartieri residenziali, occorre creare il maggior numero possibile di aree con velocità limitata a 30 km.
L’Ufficio propone inoltre di investire nella protezione fonica, conveniente anche dal punto di vista finanziario: permette infatti di ridurre i costi sanitari e di rivalutare il prezzo degli immobili.
Tutti possono contribuire a una maggiore tranquillità: percorrendo i brevi tragitti a piedi o in bicicletta, guidando la moto o l’auto senza accelerare quando non è necessario, acquistando veicoli poco rumorosi, evitando di sbattere gli sportelli dell’automobile a tarda sera, ecc.
Più superficie verde
Affinché le città diventino più vivibili, per l’UFAFP occorre aumentare gli spazi verdi che permettono alla popolazione di entrare in contatto con la natura.
Parchi cittadini più naturali e con il minor numero possibile di divieti forniscono un importante contributo in tal senso.
Nelle città o in prossimità delle aree urbane la natura deve però anche essere protetta, ad esempio nelle zone golenali. Qui la popolazione è invitata a rigenerarsi nella natura rispettandola, senza danneggiarla.
Questo principio è stato inserito in riferimento ai parchi naturali regionali nella revisione parziale della legge sulla protezione della natura e del paesaggio.
Tali parchi sono costituiti da una zona centrale altamente protetta e da una zona periferica che consente al pubblico un contatto diretto con la natura.
swissinfo e agenzie
Secondo l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, le polveri fini prodotte dai motori a diesel sarebbero responsabili della morte di 3’700 persone in Svizzera.
Le spese sanitarie ammontano globalmente a 4,2 miliardi di franchi all’anno.
Le emissioni di polveri fini sono dovute soprattutto ai veicoli a motore diesel. Oltre ai gas dei tubi di scappamento, sono generate anche dall’abrasione dei freni, dall’usura degli pneumatici e del fondo stradale.
Queste microparticelle danneggiano le vie respiratorie, provocando tosse, bronchite, infezioni polmonari e cancro al polmone. Favorirebbero inoltre l’insorgere di affezioni cardiovascolari.
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