“Nonostante tutto, credo in questo paese”
L'esperta Barbara Möckli-Schneider spiega perché, nonostante i rischi di un'economia emergente come quella del Vietnam, crede nel paese asiatico e nel suo potenziale.
Entro fine anno, il Vietnam potrebbe aderire all’Organizzazione mondiale del commercio. L’attuale boom economico nel paese asiatico promette un nuovo Eldorado.
Dopo più di un decennio di negoziati bilaterali e multilaterali (accordo con la Svizzera nell’agosto 2005), il Vietnam si appresta a divenire il 150esimo membro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). L’atteso passo dovrebbe avvenire verso la fine del 2006.
Di fronte all’apertura di un mercato tanto importante, sia in termini di ritmo di crescita che di dimensioni interne, l’economia svizzera sta da tempo affilando le armi per non mancare l’aggancio con il nuovo “dragone” d’Indocina.
Testimone privilegiata di queste manovre, Barbara Möckli-Schneider, segretaria generale della Camera di commercio Svizzera-Asia, illustra le contraddizioni di un paese che affascina gran parte degli investitori.
swissinfo: Negli ultimi dieci anni lei si è recata più volte in Vietnam. Se chiude gli occhi e pensa a questo paese, quale sono le prime immagini che “vede”?
Barbara Möckli-Schneider: In primo luogo gli enormi contrasti esistenti tra città e regioni agricole. Mentre ad esempio a Ho Chi Minh City la gente vive quasi secondo i nostri standard, in campagna le condizioni sono spesso primitive: molti abitano in capanne di legno prive di acqua o elettricità.
Inoltre, sono sempre molto impressionata quando osservo i contadini che, lavorando a mano, piantano il riso nei campi. Dal primo mattino fino a tarda sera, con la zappa nel terreno e l’aiuto di un bufalo d’acqua. I vietnamiti sono incredibilmente tenaci. Ciò spiega anche il folgorante sviluppo economico in atto.
swissinfo: Esatto, il boom economico. Dal 2000 il Prodotto interno lordo (Pil) vietnamita cresce al vertiginoso ritmo del 7% l’anno. Come è mutato il paese in questo periodo?
B. M.-S.: Da anni, nelle città, soprattutto a Ho Chi Minh City, si vedono cantieri di grandi alberghi e di moderni palazzi. Spuntano grattacieli come funghi. Per molti aspetti, questa metropoli può oggi essere paragonata a Manhattan. È davvero “la città delle città” risorta dal nulla: durante la guerra, l’ex Saigon era stata praticamente rasa al suolo. Ora sta crescendo e diventerà un centro pulsante per l’intera regione.
Recentemente in Vietnam sono apparse molte boutiques di marche di lusso. Il potere d’acquisto sta crescendo e sempre più vietnamiti possono permettersi abiti firmati Armani o Gucci.
swissinfo: Questo rimane tuttavia solo uno dei volti del paese. Come diceva, i contrasti tra città e campagna, tra ricchi e poveri, sono enormi…
B. M.-S.: Certo, non bisogna dimenticare che il Vietnam resta un paese in via di sviluppo.
Molte persone sono costrette a svolgere due o tre lavori per riuscire a nutrire le loro famiglie. Alcune ore in un bar, poi in un’impresa tessile ed infine in una fabbrica…
Gli stipendi sono molto bassi: ad esempio, chi lavora nella ristorazione guadagna circa 50 dollari al mese. Poco anche rispetto alla Cina. Mantenendo il costo del lavoro così basso, il Vietnam spera di attirare nuovi investitori occidentali.
Ed è importante che ci riesca. Le gente deve essere occupata ed il governo sa di poterci riuscire soltanto con l’aiuto delle società straniere. In altre parole, il paese è praticamente obbligato ad aprirsi ulteriormente. L’adesione all’OMC è un ulteriore passo in questa direzione.
swissinfo: Al momento, nel paese lavorano circa una novantina di aziende svizzere. A differenza della Cina, dove molte società riscontrano problemi e perdono denaro, la situazione in Vietnam è molto migliore. Come lo spiega?
B. M.-S.: In effetti, le società che conosco (Nestlé, Holcim o ABB oltre a molte altre piccole o medie imprese attive in ambito tessile o elettronico) fanno ottimi affari in Vietnam. Tutte registrano degli utili.
Credo che in Cina il problema della protezione dei diritti d’autore sia molto più presente che in Vietnam, dove, tra l’altro, le condizioni quadro mi paiono migliori: la conoscenza dell’inglese è molto più diffusa, il clima d’investimento più disteso e la popolazione molto desiderosa di sapere. Oltre il 40% dei giovani frequenta un’università.
swissinfo: Ciò nonostante anche in Vietnam i pericoli non mancano. Quando offre una consulenza ad una società svizzera, a cosa suggerisce di prestare particolare attenzione?
B. M.-S.: Il livello di corruzione è preoccupante. Il governo si è fissato l’obiettivo di contenerla ma, al momento, permane molto diffusa.
swissinfo: I governi promettono sempre molto…
B. M.-S.: In effetti la realtà è problematica. Ci sono stati segnalati molti casi di imprenditori invitati a versare bustarelle qua e là, “per poter aver successo”. È usuale, quasi una regola.
Un altro tema è la burocrazia. In Vietnam è spesso molto complicato portare a termine una procedura per ottenere dei permessi. Le regole non sono mai del tutto chiare. Il tutto può durare degli anni.
swissinfo: Ma allora, di fronte a tutte queste “trappole”, perché continua a credere nel potenziale vietnamita per le società svizzere?
B. M.-S.: Perché ho visto l’imponente sviluppo che si è verificato dal 1997. Si nota che sia la gente che le istituzioni sono alla continua ricerca di nuove opportunità per fare affari. Ed il governo sostiene questa tendenza con tutto il suo peso.
Le faccio un esempio: in maggio abbiamo organizzato un seminario a Zurigo. Ebbene, volevano parteciparvi ben tre ministri vietnamiti.
Sono molto aperti e cercano il contatto diretto con gli investitori all’estero. Ciò è sinonimo di fiducia. Hanno degli obiettivi molto chiari. E faranno di tutto per raggiungerli.
Intervista swissinfo, Marzio Pescia
Le relazioni bilaterali tra Svizzera e Vietnam sono molto sviluppate, sia dal punto di vista politico che economico.
I due paesi hanno ad esempio dei colloqui privilegiati in materia di diritti umani. Il Vietnam è inoltre uno dei paesi prioritari della politica di aiuto allo sviluppo della Confederazione.
Nell’ultimo decennio gli scambi economici sono più che quintuplicati. Nel 2005 la Svizzera ha esportato in Vietnam l’equivalente di 116 milioni di franchi (soprattutto macchine industriali, prodotti chimici e farmaceutici). Le importazioni hanno raggiunto 195 milioni di franchi (soprattutto scarpe e prodotti agricoli).
La Camera di commercio Svizzera-Asia conta circa 200 membri, provenienti soprattutto dai settori dei servizi, della chimica e delle macchine.
Il Vietnam ha una superficie di 331’000 km2 ed una popolazione di circa 85 milioni di abitanti (età media: 27 anni).
Negli ultimi cinque anni ha registrato una crescita del Pil superiore al 7%, piazzandosi direttamente alle spalle della Cina tra le economie più dinamiche al mondo.
Ha avviato le trattative per l’adesione all’OMC nel 1995.
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