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Nuova legge radio-TV: un po’ per tutti

Il Nazionale vuole che la SSR mantenga il suo ruolo di servizio pubblico Keystone Archive

Il Consiglio nazionale ha accolto a grande maggioranza la nuova legge federale sulla radio e sulla televisione.

Una proposta che, pur salvando l’essenziale del servizio pubblico, avvantaggia anche le emittenti private. La palla passa ora al Consiglio degli Stati.

Le velleità liberali non sono dunque bastate per rimettere in questione il servizio pubblico nell’ambito della revisione della legge sulla radio e la televisione.

Dopo più di 15 ore di dibattito, con 137 voti contro 26, il Consiglio nazionale ha accolto il voluminoso dossier.

Soltanto alcuni deputati borghesi hanno ritenuto che il testo non fosse abbastanza liberale, tentando invano di rinviare il progetto alla commissione.

La sinistra, sostenuta dai popolari-democratici e dai deputati dei cantoni periferici, è riuscita a difendere l’idea di un servizio pubblico forte, incarnato dalla SSR.

I partigiani del libero mercato, provenienti dai ranghi della destra e soprattutto dalla regione zurighese, hanno da parte loro ottenuto vittorie nell’ambito della pubblicità e delle concessioni.

Nuova ripartizione del canone

La nuova legge si prefigge di garantire un’offerta possibilmente ampia che difenda la qualità dei programmi «made in Switzerland».

Il canone, che genera introiti stimati a circa 1.1 miliardi l’anno, resterà uno dei più alti in Europa.

Ma dello stesso, oltre l’ente nazionale SSR SRG idée suisse che continuerà a far a parte del leone, approfitteranno maggiormente gli operatori privati. Ad esempio quelli che offrono un’informazione locale.

Le emittenti private potranno disporre di un massimo di 44 milioni all’anno provenienti dal canone. Il quadruplo rispetto ad oggi.

Pubblicità più liberale

I privati potranno inoltre dare una boccata d’ossigeno alle finanze anche grazie ad un regime pubblicitario più liberale.

Il Nazionale ha in effetti seguito il governo ed autorizzato gli operatori commerciali a diffondere pubblicità per gli alcolici leggeri (birra e vino) e di natura politica o religiosa.

Il nuovo sistema dovrebbe permettere d’aumentare la manna pubblicitaria di circa 3 milioni di franchi all’anno, ha sottolineato il consigliere federale Moritz Leuenberger.

Queste disposizioni non concernono tuttavia la SSR. La televisione pubblica continuerà quindi a non poter pubblicizzare bevande alcoliche o partiti politici.

Esenzione a carico dello Stato

Il Nazionale è anche tornato sull’esenzione dal pagamento del canone. I deputati non hanno rimesso in questione la possibilità per certe categorie di persone d’essere esonerate.

Con 85 voti contro 80, hanno però ritenuto che non spetti alle emittenti che percepiscono una parte del canone – SSR in testa – sopportarne le perdite.

Essi hanno dunque deciso che l’esenzione dal versamento del canone dovrà essere finanziata con altri mezzi.

Per i pensionati, il Nazionale ha deciso d’integrare il canone radio-tv nella lista delle spese riconosciute dalla legge sulle prestazioni complementari dell’AVS.

Secondo Leuenberger, questa disposizione peserà sulle finanze federali con quasi 80 milioni di franchi all’anno.

Un decennio rivoluzionario

Negli ultimi dieci anni l’avvento del satellite e la proliferazione di internet hanno rivoluzionato il panorama dei mezzi di comunicazione elettronica.

Oltre i quattro quinti delle economie domestiche elvetiche sono oggi allacciate al cavo. Ciò permette loro di disporre di almeno 50 canali televisivi in analogico e, con il passaggio al digitale, ad applicazioni praticamente infinite.

Nelle tre principali regioni linguistiche, i canali del servizio pubblico nazionale raggiungono il 40% d’ascolti nella media giornaliera. Al contrario, i canali privati non raggiungono che quote marginali.

Il piccolo mercato svizzero non permette tuttavia una varietà dell’offerta analoga a quella dei concorrenti esteri. E ciò lo penalizza.

Dalla liberalizzazione del panorama radiotelevisivo, avvenuto nei maggiori paesi europei a inizio anni Ottanta, la produzione indigena ha continuamente perso quote d’ascolto.

swissinfo e agenzie

Il mercato radiotelevisivo svizzero è dominato dal servizio pubblico;
La SRG SSR idée suisse offre 7 canali TV, 17 programmi radiofonici ed il portale di swissinfo/Radio Svizzera Internazionale;
Esistono inoltre una dozzina di operatori regionali ed il canale tedesco SAT.1 che diffonde trasmissioni per la Svizzera.

I lavori di revisione della legge radiotelevisiva sono durati più di quattro anni.

Il 19 gennaio 2000, il Consiglio federale incaricava il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di elaborare una nuova legge.

Il 18 dicembre 2002, dopo una laboriosa fase di consultazione, il governo indirizzava un messaggio alle camere, proponendo che la parte del canone attribuita ai privati sarebbe salita al 4% (oggi 1%).

L’11 novembre 2003, la commissione delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale apportava una serie di modifiche al disegno di legge. Tra queste proponeva di mantenere il divieto di pubblicizzare l’alcool per i privati.

Il 18 marzo 2003 il Consiglio nazionale approva la revisione della legge con 137 voti contro 26. Il dossier passa ora all’altra camera, il Consiglio degli Stati.

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