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Opinioni divise sulla politica agricola 2011

Le riforme nel mondo dell'agricoltura sono vivamente osteggiate dai contadini Keystone Archive

Contadini, ecologisti e destra dura criticano vivamente la politica agricola 2011 (PA 2011) del governo e chiedono una profonda revisione del progetto.

Al contrario, i partiti di centro e la sinistra vedono il piano con maggior favore. L’obiettivo della PA 2011 è di migliorare la competitività del settore agroalimentare.

La procedura di consultazione sulla PA 2011, conclusasi venerdì, fa emergere delle opinioni nettamente discordanti.

Il progetto mira a stimolare la competitività nel settore primario. L’elemento fondamentale del pacchetto – indica il Dipartimento federale dell’economia – è rappresentato dal trasferimento di fondi dal sostegno del mercato ai pagamenti diretti.

I crediti per il periodo 2008-2011 ammontano a 13.4 miliardi di franchi, circa 700 milioni in meno rispetto a quelli accordati per il quadriennio in corso.

Levata di scudi degli agricoltori

Per gli ambienti legati all’agricoltura è in gioco la sopravvivenza del settore. L’Unione svizzera dei contadini (USC) respinge le proposte del Consiglio federale.

Se messa in pratica, la PA 2011 si tradurrebbe in un calo del 25% dei redditi dell’agricoltura e in un degrado massiccio della sua situazione economica.

L’USC non è d’accordo con la ripartizione prevista delle sovvenzioni della Confederazione e chiede il mantenimento delle misure attuali di sostegno al mercato.

Altra rivendicazione importante agli occhi dei contadini: autorizzare le importazioni parallele.

Misure “inaccettabili”

Stessa musica presso la “Piattaforma per un’agricoltura socialmente sostenibile”, organizzazione che riunisce una ventina di associazioni agricole, sindacali, dei consumatori, degli immigrati nonché partiti di sinistra.

La PA 2001 farebbe sparire la metà delle aziende agricole svizzere, avverte. Ciò accentuerà la situazione di precarietà dei piccoli contadini e dei dipendenti agricoli.

Per gli zuccherifici svizzeri e la Federazione svizzera dei bieticoltori, le misure previste dalla PA 2011 sono “inaccettabili” perché minacciano la sopravvivenza stessa dell’economia zuccheriera indigena.

Pure opposta al progetto governativo, ma per motivi diversi, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). Secondo l’associazione sono concessi privilegi all’agricoltura che mettono in difficoltà gli altri settori dell’economia.

“Sì ma” della sinistra e del centro

Fra i partiti, i Verdi approvano la soppressione dei contributi all’esportazione e degli aiuti al mercato interno, ma rifiutano la PA 2011 se non verranno integrati miglioramenti riguardanti l’ecologia e la regolamentazione nel campo del bio.

Il Partito socialista (PS) sostiene la tendenza generale della PA 2011 e giudica positivo il fatto che il cambiamento strutturale si faccia a tappe e che sia socialmente sostenibile.

Passare ai pagamenti diretti è anche una buona cosa, visto che questi ultimi potranno essere legati a criteri standard in materia di ambiente e di protezione degli animali.

Il partito chiede tuttavia che siano autorizzate le importazioni parallele in modo tale che i costi di produzione dei lavoratori del settore primario scendano.

Il PPD afferma che la PA 2011 rafforza l’autonomia dei contadini, ma nel contempo evita di lasciare alla deriva quelli che si trovano in una situazione precaria. Il cambiamento strutturale deve però avvenire a un ritmo socialmente sostenibile.

UDC contro, cantoni divisi

Per l’UDC, la PA 2011 doveva essere un’opportunità di correggere gli errori del passato e di rimettere l’agricoltura svizzera sui binari. Ma, visti i tagli previsti e la fine del sostegno al mercato, sta succedendo il contrario.

Il Consiglio federale è quindi pregato di proporre una versione che permetta di immaginare un futuro per un’agricoltura produttiva e indipendente, senza adesione all’Unione europea.

L’ex partito agrario chiede poi misure concrete per l’abbassamento dei costi di produzione e condizioni quadro adeguate per i prodotti agricoli svizzeri.

Infine, i cantoni che hanno dato il loro avviso durante la procedura di consultazione si sono mostrati preoccupati.

Roger Bisig, segretario della Confederenza dei direttori cantonali dell’agricoltura, ha comunque dichiarato che la PA 2011 è un passo nella direzione giusta.

I cantoni sono unanimi nell’affermare che è necessario “professionalizzare” l’agricoltura con i pagamenti diretti, ma hanno espresso posizioni discordanti sulla velocità di tali cambiamenti strutturali e sulla definizione delle piccole aziende.

swissinfo e agenzie

Nel 2005 in Svizzera c’erano 65’000 aziende agricole (1990: 80’000).
Ogni giorno chiudono cinque aziende.
Nel 2004, il reddito medio delle aziende agricole è stato di 76’115 franchi.
Nel 2001, il 4,1% della popolazione svizzera era attiva nel settore primario (agricoltura).

Tra il 2003 e il 2007, la Confederazione avrà speso 14’092 miliardi di franchi per l’agricoltura.

Il settore nel 1990 rappresentava l’8.5% delle spese federali, nel 2006 il 7.1%.

Il progetto PA 2011 vuole migliorare la competitività del settore agroalimentare.

Il suo fondamento è la riallocazione a dei pagamenti diretti dei fondi attualmente destinati a sostegno del mercato.

Il governo auspica che i montanti versati all’agricoltura si limitino a 13.4 miliardi di franchi per il periodo 2008-2011, 638 milioni in meno del credito quadriennale in corso.

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