Ottimismo moderato per l’orologio Swiss Made
Momento d'intensa attività per l'industria orologiera elvetica che si presenta nelle due vetrine mondiali più prestigiose del settore, le fiere di Basilea e Ginevra.
La stagnazione economica mondiale si ripercuote anche sulle esportazioni del settore.
“Nell’immaginario collettivo l’orologio è un prodotto svizzero, così come la moda è italiana e francese e l’automobile tedesca”.
Per Mario Beretta, dirigente di Swiss Watches, il settore orologiero svizzero non sta attraversando un periodo di calma prima della tempesta, ma un assestamento indispensabile prima della ripresa.
Dopo la crescita sfrenata della seconda metà degli Anni Novanta e d’inizio Duemila, quando le vendite hanno conosciuto progressioni annuali anche di oltre il 20 per cento in certi segmenti, oggi il settore si trova confrontato con ritmi di crescita più realistici.
Lo conferma anche il presidente della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FHS) Jean-Daniel Pasche: “Secondo le nostre previsioni il 2003 dovrebbe essere abbastanza stabile rispetto ai dati registrati lo scorso anno”.
Vincenti e perdenti
Il 2002 ha segnato un’inversione di tendenza per l’export svizzero d’orologi, con un meno 1,4 % rispetto al 2001, anno primato con 10,7 miliardi di franchi.
Nell’attuale clima di difficoltà dell’economia mondiale, i settori orologieri che ne risentono maggiormente sono quelli delle griffes di moda, posizionate troppo verso l’alto nel prezzo e quindi in diretta concorrenza con le marche più prestigiose.
Minacciate dalla riduzione del volume delle esportazioni anche le ultime arrivate e le marche prive di un’identità forte, incapaci di innovare, in pratica quelle ditte che hanno cavalcato l’euforia delle vendite registrata negli ultimi anni, pur essendo prive di prodotti adeguati.
Meno toccate dalla riduzione del volume delle esportazioni risultano, invece, le marche tradizionali come Tissot (numero 1 sui mercati emergenti di Russia e Cina), Omega, Longines.
Ricerca ed innovazione
Le meglio posizionate, ossia quelle che non sembrano risentire della crisi, sono le cosiddette marche ludiche come Swatch e Pateck Philippe, che sanno stupire i consumatori, sedurre i clienti più esigenti con il valore aggiunto dei loro modelli.
In un mercato che sta attraversando una fase negativa, i produttori cercano di far sbocciare i nuovi frutti della passione orologiera, proponendo modelli ad alto contenuto tecnologico e di styling.
Tra le novità, il matrimonio tra lusso ed elettronica, con il ritorno in auge del quarzo e dell’high-tech, che preannuncia una nuova generazione di orologi digitali.
Le nuove tendenze
L’orologio, primo fra gli oggetti personali, non si identifica ormai più con le tendenze della moda. Lo stile di oggi è un insieme di tutti gli stili.
Lo stesso discorso vale per le misure, dove coesistono oversize (ossia casse sovradimensionate) e downsizing.
Anche la forma non è prestabilita: casse rettangolari, forme asimmetriche, tonde e quadrate si ritrovano nei modelli dei differenti produttori, all’insegna del motto “poco importa la forma della cassa, purché susciti il desiderio del cliente”.
Oggetto della quotidianità
Le prime notizie sulla misurazione del tempo risalgono circa al 1.500 a.C., quando gli egiziani usavano rudimentali orologi ad acqua, perfezionati nei secoli successivi con l’introduzione di clessidre ed orologi solari.
Gli studiosi concordano nel ritenere che la nascita dell’orologio meccanico non sia anteriore al 1200, anche se la leggenda attribuisce l’invenzione nel 1091 a Guillaume de Hirsau, priore di un monastero benedettino.
Testimonianze dei primi anni del 1200 parlano dell’esistenza di orologi funzionanti con l’utilizzo di acqua e pesi (orologi idraulici) piuttosto complessi, ma non chiariscono se esistevano già orologi funzionanti esclusivamente a pesi.
Le previsioni a breve termine
In un momento di stagnazione economica, come quello che sta attraversando l’industria orologiera svizzera, i produttori si concentrano sull’essenziale, sull’identità, sull’immagine di marca.
Le principali linee di tendenza puntano quindi sul principio del piacere di intercambiabilità.
I momenti della giornata sono scanditi da modelli diversi: cronografi sportivi per il tempo libero, classici per gli impegni di lavoro, mini, eleganti, raffinati per la sera.
Innovazioni tecniche ed estetiche che fanno ben sperare, come conferma il presidente della Federazione degli industriali svizzeri dell’orologio Jean-Daniel Pasche: “Nonostante tutto guardiamo al futuro con fiducia nella misura in cui l’industria orologiera svizzera ha sufficienti risorse per costruire la sua invidiabile ed invidiata situazione”.
E nel futuro dell’orologio Swiss Made ci sono sicuramente i mercati emergenti di Cina ed India, due miliardi e mezzo di potenziali acquirenti.
Un obiettivo a breve e medio termine per l’industria orologiera svizzera, all’insegna del motto “Go East”.
swissinfo, Sergio Regazzoni
1,4 %, la diminuzione delle esportazioni nel 2002
10,7 miliardi di franchi, l’export nel 2001, anno primato
Le difficoltà dell’economia mondiale e la guerra in Iraq si riflettono negativamente sull’industria orologiera svizzera.
Per far fronte alla sfida, l’orologio Swiss Made propone nuove linee estetiche ed innovazioni tecnologiche.
Le strategie d’espansione a breve e medio termine sui mercati emergenti di Cina ed India.
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