Parte «Swiss Express» fra i fischi dei piloti
La ristrutturazione della compagnia di bandiera ha trovato l'avvallo degli azionisti, riuniti martedì a Basilea.
Ma i piloti hanno già levato un coro di proteste e i sondaggi segnalano la sfiducia della popolazione verso il futuro di «Swiss».
«Swiss Express è semplicemente la nostra unica possibilità di salvare le nostre attività sulle linee regionali»: lo ha sottolineato il presidente del consiglio d’amministrazione di Swiss, Pieter Bouw, aprendo martedì a Basilea l’assemblea generale degli azionisti. Di conseguenza «i piloti devono decidere chiaramente se vogliono prendere posto a bordo di questa compagnia», ha aggiunto.
Bouw si è detto «convinto» che non occorra modificare la strategia imboccata, ribadendo che le attuali difficoltà dell’aviolinea «non sono state provocate da una strategia errata», ma da fattori congiunturali e geopolitici.
A difesa del rilancio
Il presidente ha precisato che la separazione del settore regionale dal resto delle attività non è il ritorno alla situazione che c’era con Swissair e Crossair. E non sarebbe neppure un mezzo per «espellere i piloti della flotta regionale».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della direzione André Dosé, il quale ha ricordato che attualmente tutto il settore aereo «si batte per la sopravvivenza». Swiss Express deve consentire di salvare la rete regionale abbassando i costi del 20 per cento per essere competitivi.
Oltre alla separazione del traffico regionale in un’entità autonoma, la direzione ha annunciato venerdì scorso la riduzione della massa salariale del 10 per cento e, provvisoriamente, quella delle sue capacità del 6 per cento. Il consiglio d’amministrazione passa ora da 11 a 9 membri.
Il bilancio 2002 di Swiss accusa una perdita di 1,346 miliardi di franchi.
Le reazioni alla direzione imboccata
Piccoli azionisti hanno criticato gli errori di comunicazione della direzione delle ultime settimane, che a loro avviso ledono la fiducia nella compagnia.
«Chi ha investito nel 2002 in Swiss ha ormai perso il 90 per cento dell’investimento», ha tuonato Hans Jakob Heitz, rappresentante dei piccoli azionisti. Inoltre, ha proseguito, il problema con i piloti dell’ex Crossair non è stato risolto. Secondo Heitz, è assolutamente necessario un mediatore.
E fuori dalla sala, poco prima dell’inizio dell’assemblea, circa 300 piloti della ex-Crossair, la maggior parte in uniforme, hanno protestato, sfilando in corteo dietro a una bara con la scritta «Idée Swiss» e innalzando cartelli con scritto: «Swiss management: non sanno quello che fanno!», «A tutto gas verso il prossimo grounding» e «Swiss Express: la flotta di schiavi della nuova Swiss».
Fiducia al lumicino
Bouw ha chiesto agli azionisti, ma implicitamente anche al paese, di dare fiducia alla compagnia. Swiss disporrebbe oggi di 800 milioni di franchi in liquidi: un importo che il presidente del consiglio d’amministrazione ritiene «sufficiente». Egli ha nuovamente escluso il pericolo di un grounding.
Ma la popolazione svizzera sembra sempre meno ottimista sul futuro di Swiss: solo il 6 per cento crede ancora che possa sopravvivere nelle dimensioni attuali; il 24 per cento pronostica un fallimento, secondo un sondaggio condotto dall’istituto Link per conto del settimanale «Cooperazione» su un campione rappresentativo di 741 persone.
Solo sei mesi fa, il 13 per cento degli intervistati credeva ancora che Swiss potesse continuare senza ristrutturazioni; il fallimento era previsto dal 13 per cento.
swissinfo e agenzie
Per scongiurare l’eventualità che i fondi propri di Swiss scendano sotto la soglia legale della metà del capitale sociale, il valore nominale dell’azione dell’aviolinea viene ridotto 50 a 32 franchi.
Parallelamente il capitale azionario della compagnia scende da 2,626 a 1,681 miliardi di franchi. L’operazione è stata approvata oggi a Basilea dall’assemblea generale degli azionisti, che ha avallato a larga maggioranza tutte le proposte del consiglio di amministrazione.
Dalla sala si sono comunque levate anche aspre critiche. All’esterno circa 300 piloti hanno manifestato il loro malcontento.
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