Per un’agricoltura ecologica, ma non troppo onerosa
La popolazione elvetica vuole un'agricoltura che produca nel rispetto di ambiente e animali. Deve pure garantire l'auto-approvvigionamento e conservare giudiziosamente il territorio.
Come messo in evidenza da uno studio voluto dall’Ufficio federale dell’agricoltura, i cittadini svizzeri auspicano pure redditi adeguati per i contadini, ma disapprovano ulteriori sovvenzioni statali.
Il mandato costituzionale del 1996 «conserva tutta la sua attualità», ha dichiarato venerdì con soddisfazione il direttore dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), Manfred Bötsch, commentando uno studio dell’Università di San Gallo sulle attese nei confronti dell’agricoltura.
Scopo di questo lavoro: verificare la fondatezza dell’attuale politica agricola e fornire indicazioni per lo sviluppo futuro, in particolare nell’ambito del sistema dei pagamenti diretti.
I quattro pilastri dell’agricoltura
Nonostante la diversità di aspettative, gli ambienti consultati – siano essi «conservatori», «ecologisti» o «riformatori» – concordano su quattro punti: bisogna garantire un approvvigionamento autonomo sufficiente, assicurare un reddito equo per le aziende agricole efficienti, conservare spazi che offrano una buona qualità di vita e rispettare le severe norme a protezione degli animali e dell’ambiente.
Questi denominatori comuni corrispondono ai compiti affidati dalla Costituzione all’agricoltura.
Al contrario, la salvaguardia delle tradizioni e l’impiego di nuove tecnologie per aumentare la redditività o la produzione di alimenti più a buon mercato sono giudicati meno importanti.
Donne più ecologiche
Dallo studio dell’Università di San Gallo emergono alcune differenze in seno alla popolazione. Le donne appaiono più conservatrici in materia di strutture e accordano più importanza ai temi ecologici rispetto agli uomini. Questi pongono invece in primo piano la produttività e la competitività del settore agricolo.
L’apertura verso le riforme sembra essere proporzionale al livello di educazione. I cittadini dei cantoni germanofoni appaiono, ad ogni modo, tendenzialmente riformisti, mentre i romandi sembrano piuttosto conservatori.
Nessun finanziamento supplementare
«Tuttavia, i risultati non indicano necessariamente che la popolazione è intenzionata a dedicare all’agricoltura più mezzi finanziari», hanno ammonito l’UFAG e i ricercatori.
«L’efficacia delle misure continuerà a svolgere un ruolo importante per l’accettazione di questo sostegno», ha sottolineato Bötsch.
In futuro, ha aggiunto il direttore dell’UFAG, si tratterà poi di stabilire in quale proporzione l’agricoltura debba fornire delle prestazioni in favore della sicurezza dell’approvvigionamento o del mantenimento del paesaggio.
In particolare, si dovrà riflettere sull’evoluzione dei pagamenti diretti, introducendo un sistema semplice, trasparente e poco costoso. Si potrà così ad esempio separare chiaramente i versamenti destinati a incarichi ecologici da quelli riservati alla produzione.
swissinfo e agenzie
Da diversi anni il settore agricolo svizzero è confrontato ad una severa ristrutturazione.
Nel 1965 le aziende agricole erano più di 160’000. Nel 2005 il loro numero era invece sceso a 63’000.
In calo anche il numero di persone occupate nell’agricoltura: 460’000 nel 1965, 188’000 nel 2005.
Nel 2005 il reddito medio di un’azienda contadina è stato di 54’000 franchi. Nel 1990 raggiungeva i 63’000 franchi.
Il budget destinato all’agricoltura previsto dalla politica agricola 2008-2011 è di 13,65 miliardi di franchi.
Circa il 42% delle persone interrogate stimano che questa somma sia adeguata. Il 35% è invece dell’opinione che lo Stato sostenga eccessivamente il settore, mentre per il 19% non è abbastanza generoso.
Oltre la metà degli intervistati (53%) si dice comunque favorevole a maggiori mezzi finanziari nel caso l’agricoltura rafforzasse il suo orientamento ecologico.
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