Più concorrenza nel mercato della sanità
Nel suo rapporto annuale la Commissione per i problemi congiunturali propone delle misure per favorire la concorrenza e ridurre i costi nel settore della sanità.
Anche la politica deve sostenere questo processo, creando un organo che permetta allo Stato di regolare meglio il sistema.
Nel suo quinto rapporto annuale presentato giovedì a Berna, la Commissione per i problemi congiunturali (CPC) afferma che la Svizzera ha indubbiamente un sistema sanitario di qualità elevata, ma anche il più caro dopo quello degli Stati Uniti. Una conclusione alla quale erano giunti l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico in uno studio pubblicato la scorsa settimana.
Tuttavia, sottolinea la CPC, non è perché il sistema è di alta qualità che non sia possibile risparmiare.
Proposte di riforma
«È possibile essere più efficaci», afferma il presidente della CPC, Gebhard Kirchgässner, «anzi, occorre esserlo». Infatti, l’invecchiamento della popolazione e i progressi tecnologici provocano un aumento delle spese.
Di conseguenza i premi dell’assicurazione malattia sono destinati a crescere ulteriormente. «Attualmente, la domanda di prestazioni in ambito sanitario aumenta in modo sproporzionato rispetto al reddito», aggiunge.
Dopo aver esaminato i principali problemi del sistema, la commissione di 17 membri ha formulato una serie di proposte di riforma. Tutte si basano su una maggiore concorrenza e sulla libertà per gli assicuratori.
Libertà contrattuale
La prima raccomandazione della CPC è l’abolizione dell’obbligo di contrarre per quanto riguarda l’assicurazione malattia di base.
«Le assicurazioni dovrebbero essere libere di concludere i contratti soltanto con una selezione di medici e di ospedali. Inoltre dovrebbero poter proporre contratti che prevedano o meno la libera scelta dei medici», si legge in una nota della commissione.
Questa misura, per il momento accantonata dal ministro degli interni Pascal Couchepin, è considerata dalla commissione come la più importante.
Altri sviluppi
Assicurazione malattia di base
Sistema monista
In ambito ospedaliero la commissione propone di creare un mercato interno, ossia di istituire un catalogo di prestazioni a livello nazionale e di creare un organo per confrontare la qualità dei costi tra i vari ospedali. «Ciò permetterebbe di migliorare la qualità e d’aumentare la trasparenza», si afferma nel comunicato.
Per quanto riguarda il finanziamento, si dovrebbe passare dall’attuale sistema duale a un sistema monista. In questo sistema gli ospedali sarebbero finanziati quasi esclusivamente dagli assicuratori, che avrebbero così una posizione molto più forte per imporre una riduzione dei costi.
Dal canto loro, i cantoni potrebbero utilizzare i mezzi finanziari che investono attualmente nel ospedali per ottenere riduzioni supplementari dei premi.
Ruolo dello Stato
Per risolvere almeno parte dei problemi in ambito sanitario, la commissione afferma che è necessario migliorare la regolamentazione statale.
Oltre alla maggiore concorrenza, occorre ad esempio istituire un controllo regolare dei prezzi dei medicamenti e autorizzare le importazioni parallele di beni brevettati dai paesi dell’Unione europea.
Cassa malati unica
Sempre giovedì, le associazioni del personale della sanità hanno deciso «per il bene dei pazienti» di sostenere l’iniziativa per una cassa malati unica, sulla quale il popolo voterà l’11 marzo del prossimo anno.
Il personale della sanità sostiene che la cassa malati unica migliorerà l’offerta di prestazioni.
L’iniziativa, lanciata dal Movimento popolare per le famiglie e dagli ambienti rosso-verdi, chiede che l’assicurazione di base sia gestita in tutta la Svizzera da una sola istituzione, senza scopo di lucro. Gli attivi e i passivi delle circa 90 casse malati attuali verrebbero trasferiti nella cassa unica entro tre anni.
swissinfo e agenzie
Più che di un sistema sanitario elvetico, bisogna parlare di 26 sistemi cantonali, con ampie differenze dal profilo della spesa, dell’offerta e del modello di organizzazione dell’attività sanitaria.
Ad esempio, ogni cantone ha la facoltà di decidere in modo indipendente la pianificazione dei servizi sanitari (ospedali, case per anziani…) o le competenze da delegare ai comuni. Ciò si traduce in una grande disparità a livello di spesa pubblica consacrata alla sanità.
Per quanto concerne il sistema assicurativo, la Svizzera non ha scelto, come Italia e Inghilterra, una soluzione nazionale e neppure un’assicurazione pubblica, come Francia e Germania.
Il modello elvetico si basa su un’assicurazione obbligatoria retta però dalla concorrenza di mercato. L’assicurazione malattia, che copre lo stesso catalogo di prestazioni per tutti, è offerta da una pluralità di casse malati in concorrenza fra loro.
La Svizzera destina l’11,5% del prodotto interno lordo alla sanità.
Nel 2003, i costi hanno superato i 49 miliardi di franchi.
Nei paesi dell’OCSE la media è dell’8,8%.
Tra il 1990 e il 2004, in Svizzera i costi sono aumentati in media del 2,4%.
Negli altri paesi dell’OCSE dell’1,5%.
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