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Piccole e medie imprese: dinamiche ma minacciate

In Svizzera più di due milioni di persone lavorano in aziende con meno di 50 dipendenti Keystone

Le piccole e medie imprese sono la colonna vertebrale dell'economia svizzera ed europea. Devono quindi restare competitive. Se ne parla al Forum di Thun.

Le borse le considerano appena, gli analisti finanziari non se ne occupano perché spesso esse non dispongono di azioni quotate in borsa, gli specialisti dei crediti le evitano perché i rischi sono troppo grandi: la vita è dura per le piccole e medie imprese (PMI).Eppure sono il futuro e la speranza dell’economia nazionale ed internazionale. In Svizzera i due terzi degli impiegati lavorano per queste aziende.

Il 6 e 7 giugno un migliaio di rappresentanti di questo importante ramo economico si riuniscono sul lago di Thun per partecipare allo “Swiss Economic Forum”. Un’occasione, annuale, per cercare ispirazione, stringere contatti, informarsi.

La forza delle piccole e medie imprese

Secondo i dati forniti dal censimento del 2001, in Svizzera il 60% degli impiegati lavora in aziende con meno di 50 dipendenti. Si tratta di 2,1 milioni di persone, due terzi dei 3,6 milioni di lavoratori.

Di queste persone la percentuale maggiore è impiegata nel settore commerciale e nel ramo delle riparazioni (93’025), seguita dal settore delle costruzioni (39’996) e da quello alberghiero (28’282).

Anche negli altri Paesi europei le piccole e medie imprese sono la colonna portante dell’economia. In Germania 3,5 milioni di aziende occupano in media solo 8 persone . In Francia 2,5 milioni di ditte danno lavoro a una media di 7 dipendenti. In Austria sono 225’000 le aziende con 10 dipendenti e in Italia ben 4,1 aziende occupano una media di 10 lavoratori (Fonte: Eurostat, Ufficio statistico dell’UE , dati del 2000).

Assistenza alle piccole e medie imprese

I membri dell’Unione europea sostengono attivamente le proprie piccole e medie imprese. In Germania, del futuro di queste ditte si occupa il ministero dell’economia e della tecnologia. La Francia dispone invece di una direzione ad hoc, che emana leggi particolarmente favorevoli a questo tipo di aziende.

Anche in Svizzera esiste un ufficio centrale di assistenza alle piccole e medie imprese. Il Segretariato di Stato dell’economia fornisce online il proprio aiuto ai giovani che vogliono fondare una ditta e superare i primi momenti critici; spiega ad esempio che cosa deve contenere il registro commerciale o quanto non va dimenticato nell’ambito dell’IVA. Chi vuole può anche informarsi sugli organismi che sostengono finanziariamente le giovani aziende (www.kmuinfo.ch).

Chi ha più esperienza può aiutare i giovani imprenditori soprattutto attraverso la propria rete di contatti. Con il tempo però, anche i neo-imprenditori dovrebbero poter contare su buone relazioni di lavoro. Lo Swiss Economic Forum è un’occasione ideale, come spiegano Peter Stäheli, fondatore e Stefan Linder, CEO dello Swiss Economic Forum. “Contiamo con una partecipazione di 1000 direttori e membri della direzione di piccole e medie aziende”.

Uno scambio di opinioni e un premio

“Questi giovani manager non devono comunque solo basarsi sui contatti. Devono anche lasciarsi ispirare dagli incontri”, sottolinea Peter Stähli. E gli impulsi non dovrebbero mancare, se si guarda chi sono gli ospiti del forum: il consigliere federale, Pascal Couchepin, il responsabile di Swisscom, Jens Alder, la consulente economica della PWC, Rosemary A. Radcliff o il fondatore della Wallpaper, Tyler Brûlé.

Il momento più importante della manifestazione si terrà venerdì sera, quando verrà attribuito lo Swiss Economic Award. 75’000 franchi per premiare una prestazione imprenditoriale particolarmente brillante da parte di un’azienda fondata non più di 6 anni prima.

Finora si sono aggiudicati l’ambito premio tre ditte: la Chemspeed Ltd. di Augst (BS), che fabbrica apparecchiature per sintesi automatiche chimiche, la IDS Integral Drive Systems di Zurigo (sistemi di trasformazione dell’energia) e la Prionics SA, pure di Zurigo, specializzata nei test per l’individuazione del virus della vacca pazza.

Philippe Kropf e swissinfo

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