Pollame: scattano gli “arresti domiciliari”
Da martedì, il pollame svizzero non può più essere allevato all'aperto. Confederazione e cantoni sono alla ricerca di un regime d'applicazione comune.
Nel frattempo, il timore dell’influenza aviaria fa crollare la vendite di carne di pollo.
Il divieto di uscire all’aperto riguarda il pollame d’allevamento, quello di razza così come gli uccelli d’ornamento.
A partire da martedì polli, tacchini, pernici, fagiani, quaglie, oche, anatre, struzzi ed altri tipi di uccelli corridori dovranno dunque restare nei pollai o in strutture d’allevamento al chiuso.
Il divieto non riguarda invece piccioni, papagalli e canarini. Infatti questi tipi di uccelli, pur non essendo immuni alla malattia, finora non hanno contribuito in alcun modo al diffondersi del virus.
Perciò, ad esempio, non sono state prese misure nei confronti dei colombi selvatici che popolano le città. Eventualmente è previsto il divieto di caccia agli uccelli acquatici.
Nessun caso finora
Sono autorizzati dei recinti esterni equipaggiati di pensilina impermeabile che impediscano ogni tipo d’intrusione da parte di altri uccelli.
Se le condizioni d’allevamento non permettono soluzioni simili, i veterinari cantonali potranno accordare delle deroghe per i casi giustificati. In questi casi, il pollame rimasto all’aperto sarà oggetto di un controllo veterinario rigoroso.
Circa l’85% degli allevatori dispone d’installazioni adeguate per rinchiudere i propri animali. L’Ufficio federale di veterinaria si è detto persuaso che in Svizzera non si renderanno necessari degli abbattimenti di massa.
Per il momento, in Svizzera (dove ci sono 5500 possessori di volatili per 1,5 milioni di esemplari) non è stato riscontrato alcun caso d’influenza aviaria.
Alla ricerca di un regime comune
Martedì, l’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e i cantoni continueranno ad elaborare delle raccomandazioni comuni per la concessione delle deroghe al divieto d’allevamento all’aperto, in modo da avere un regime d’applicazione il più unificato possibile per tutto il paese.
Al momento, le autorità non hanno fornito ulteriori informazioni sui criteri che verranno scelti per le deroghe.
Il Consiglio federale ha menzionato tre possibili eccezioni: quando le condizioni di allevamento non permettono di applicare il divieto, quando gli uccelli selvatici non possono raggiungere abbeveratoi e mangiatoie, e quando anatre e oche devono essere tenute separate dall’altro pollame.
Inoltre, alcune deroghe potrebbero essere previste per gli allevatori di struzzi, emù, oche e anatre.
Chi non si attiene all’ordinanza federale e alle disposizioni dei medici cantonali pagherà multe salate, in base alla legge sulle epizoozie.
Ad esempio, l’articolo 47 prevede una pena detentiva o una multa fino a 20’000 franchi per chi non rispetta intenzionalmente le disposizioni delle autorità federali. Nei casi gravi si arriva a una pena di reclusione di otto mesi.
I timori dei consumatori
La paura dell’influenza aviaria sta iniziando ad avere delle conseguenze sulla vendita di carne di pollo.
Nello scorso fine settimana, il portavoce di Coop Karl Weisskopf ha precisato che le vendite sono crollate di quasi il 20%. Alla Migros, la diminuzione si è aggirata attorno al 10%.
Le autorità federali hanno precisato in un comunicato che le etichette con la definizione “bio” e “allevato in libertà” rimarranno invariate durante il periodo di divieto e che “i produttori non devono prendere alcuna misura supplementare”.
Un foglietto informativo nei punti di vendita sarà messo a disposizione dei consumatori.
swissinfo e agenzie
Il virus H5N1 ha fatto per la prima volta la sua apparizione ad Hong Kong nel 1997.
Nel 2004, l’influenza aviaria si è diffusa in diversi paesi asiatici, tra cui Vietnam, Indonesia, Cambogia, Cina, Thailandia e Corea del Sud.
Identificato questa estate in Russia e Kazakhstan, il virus ha raggiunto negli ultimi giorni la Turchia, la Romania, la Croazia e la Gran Bretagna.
Finora nel mondo circa 60 persone sono morte in seguito all’influenza aviaria.
Per evitare i rischi di trasmissione del virus tramite gli uccelli migratori, venerdì scorso il Consiglio federale aveva deciso di confinare il pollame nei pollai fino al 15 dicembre.
Il governo ha così seguito la politica di Germania e Austria.
Parallelamente sono stati proibiti i mercati e le esposizioni di volatili fino alla stessa data, che corrisponde alla fine della migrazione invernale degli uccelli provenienti dall’Europa dell’est.
Secondo l’Ufficio federale di veterinaria, si tratta di misure preventive per evitare l’apparizione del virus in Svizzera.
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