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Presto in Svizzera una generazione di giovani precari?

Keystone

La lotta contro la disoccupazione giovanile ha un posto di rilievo nel terzo pacchetto congiunturale del Governo. Ma la revisione dell'assicurazione disoccupazione prevede misure che penalizzeranno i giovani. Un paradosso denunciato dai loro rappresentanti.

“Génération précaire” è un collettivo europeo che cerca di rispondere ad un fenomeno che interessa tutta l’Europa.

Anche in Svizzera i giovani sono pesantemente esposti alle turbolenze economiche. Secondo gli ultimi dati della Segreteria di Stato all’economia (SECO), il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, è aumentato del 53,1% tra maggio 2008 e maggio 2009.

Una cifra impressionante che ha spinto il Consiglio federale a varare un credito di 400 milioni di franchi destinati a facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, nel quadro del terzo pacchetto congiunturale presentato lo scorso 17 giugno.

Saranno per esempio versati dei contributi ai datori di lavoro che assumeranno giovani senza o con poca esperienza. La Confederazione prevede inoltre di finanziare formazioni supplementari per coloro che terminano l’apprendistato senza aver trovato un impiego. Aumenteranno infine le offerte di stage.

Mercato del lavoro parallelo

Misure apprezzate da Andrea Ruckstuhl, responsabile del settore giovani presso la Società svizzera degli impiegati di commercio (SIC). Questi provvedimenti, tuttavia, vanno attentamente monitorati per evitare che “opzioni accettabili in periodo di crisi” non sviluppino “un mercato del lavoro parallelo”.

Dal suo osservatorio non riscontra però in Svizzera una situazione analoga a quella denunciata da “Génération P”, ovvero moltiplicazione di stage poco o mal remunerati invece di impieghi reali. “Per ora non nutro alcun timore. Ma dobbiamo sorvegliare la situazione molto attentamente e evitare di prendere una direzione simile”.

Andrea Ruckstuhl ritiene pertanto indispensabile una regolamentazione rigorosa, sul modello avviato a Zurigo che prevede regole rigide per gli stage professionali. La griglia delle regole impedisce per esempio di assumere per uno stage un giovane che ha terminato il proprio apprendistato da più di sei mesi.

Marco Haller, dell’Unione svizzera degli universitari (USU), non si oppone agli stage. Constata anzi che espletano una funzione formativa. “Questa opzione non deve in alcun caso diventare un mezzo per reclutare forza lavoro a buon mercato”. Ricorda inoltre che la grande maggioranza degli studenti delle scuole universitarie pratica uno stage già durante la formazione.

Inasprimento della disoccupazione

Un aspetto che, secondo l’USU e la SEC, rende ancora più ingiusto l’inasprimento degli aiuti riservati ai giovani previsto nel quadro della revisione della Legge sull’assicurazione disoccupazione, attualmente in discussione alle Camere federali.

All’inizio di giugno, il Consiglio degli Stati (Camera alta) ha infatti adottato la riforma proposta dal governo, che prevede una serie di misure di risparmio, come quella di fissare a sei mesi il periodo di attesa per l’iscrizione alla disoccupazione degli studenti che dopo la loro formazione non hanno trovato un lavoro. Attualmente il periodo di attesa è di cinque giorni.

Tra le misure di inasprimento, anche il periodo di percezione delle indennità: per gli studenti che hanno terminato la scuola sono previsti quattro mesi, al posto dei dodici attuali. Cambiamenti anche nella definizione di lavoro accettabile, rivisto al ribasso per i disoccupati che hanno meno di trent’anni.

L’USU non ha mancato di esprimere il proprio totale malcontento riguardo alla revisione che avrà “due tipi di effetti diretti: collocare gli studenti in una situazione di grave precarietà non appena terminati gli studi e svalorizzare tutti quei diplomati costretti ad accettare impieghi per i quali saranno troppo qualificati”.

Andrea Ruckstuhl evidenzia un paradosso: “Da un lato si promuovono delle misure per combattere la disoccupazione giovanile attraverso un pacchetto congiunturale, o presentato come tale. Dall’altro vengono ridotte le prestazioni di cui hanno diritto”.

La palla nel campo della Camera bassa

La senatrice socialista Géraldine Savary deplora un “calendario politico paradossale”. “Questo doppio discorso lo riscontriamo, in maniera generale, nel dossier delle assicurazioni sociali. Si riducono le prestazioni nel momento in cui la gente ne ha più bisogno”. Secondo Savary, con la crisi attuale il rischio di vedere spuntare all’orizzonte una generazione di precari è reale.

La consigliera agli Stati ritiene comunque che questo progetto di inasprimento si infrangerà sullo scoglio del Consiglio nazionale (Camera bassa). Le minacce di referendum che si delineano molto seriamente, inviteranno i deputati a tenerne conto.

Intanto Andrea Ruckstuhl non ha tempo di fermarsi. Nel 2004 aveva partecipato alla creazione del Comitato svizzero contro la disoccupazione giovanile, a cui hanno aderito numerose organizzazioni di difesa dei giovani e le sezioni giovanili di sindacati e partiti. Oggi è quasi inevitabile riportarlo alla ribalta.

Carole Wälti, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento dal francese, Françoise Gehring)

Nel 2009 il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni sarà del 5% (contro il 3,8% del resto della popolazione). Questa cifra raggiungerà il 7,7% nel 2010 (contro il 5,2% del resto della popolazione).

L’assicurazione disoccupazione registra attualmente un deficit di circa 5 miliardi di franchi. Potrebbe oltrepassare i 10 miliardi da qui al 2010. Lo scopo della revisione è dunque quello di risparmiare 580 milioni sulle prestazioni.

Con le proposte di inasprimento dell’assicuraizone disoccupazione, i giovani non saranno i soli a passare alla cassa.

Il tasso di prelievo sui salari passa da 2,0% a 2,2%
Prelievo temporaneo di una percentuale di solidarietà, pari allo 0,1%, sui salari tra 126’000 e i 315’000 franchi.

Il diritto alle indennità (400 giorni) viene maturato dopo 18 mesi, contro i 12 attuali

Un anno di quote dà diritto a 260 indennità giornaliere, conto le 400 attuali.

Le persone con un salario tra 60’001 e 90’000 franchi hanno accesso alle indennità solo dopo un periodo di attesa di 10 giorni; per i salari fino a 125’000 franchi, il periodo di attesa passa a 15 giorni, mentre per i salari superiori a 20 giorni.

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