Primo test riuscito per l’accordo sulla fiscalità
Nei primi sei mesi, l'imposta sui redditi dei risparmi depositati in Svizzera dai contribuenti dell'Unione europea ha permesso di incassare più del previsto.
In virtù dell’accordo sulla fiscalità tra Svizzera e UE, in vigore dal luglio scorso, l’Amministrazione federale delle contribuzioni ha trattenuto 138 milioni di franchi.
L’anno scorso, la Svizzera ha applicato per la prima volta la tassa sui redditi da risparmio dei cittadini dell’Unione europea (UE), stipulata dal trattato sulla fiscalità del risparmio che figurava nel secondo pacchetto di accordi bilaterali conclusi nel 2004 da Berna e Bruxelles.
Questa prima “esperienza”, condotta dal 1° luglio al 31 dicembre, ha fornito risultati considerati superiori alle previsioni.
Secondo quanto comunicato mercoledì dal Dipartimento federale delle finanze, la ritenuta d’imposta sui redditi da risparmio depositati nelle banche elvetiche dai contribuenti dell’UE ha permesso all’Amministrazione federale delle contribuzioni di incassare in sei mesi circa 138 milioni di franchi.
Dati provvisori
Circa 103 milioni saranno trasferiti agli Stati membri beneficiari dell’UE, mentre la parte rimanente – 34 milioni – resta in Svizzera a titolo di indennità per le spese sostenute nell’incasso.
Di questa somma, 3 milioni sono destinati ai cantoni. La parte rimanente spetta invece alla Confederazione.
Si tratta comunque di cifre provvisorie, dal momento che banche e altri gestori di patrimoni finanziari avevano tempo fino al 31 marzo scorso per inoltrare una dichiarazione o trasferire all’Amministrazione federale delle contribuzioni gli importi trattenuti per l’anno fiscale 2005.
Inoltre, in alternativa alla ritenuta d’imposta, i contribuenti dell’UE avevano la possibilità di una notificare volontariamente il pagamento di interessi allo Stato in cui il beneficiario risiede.
Attualmente risulta ancora impossibile affermare quante persone abbiano optato per la dichiarazione d’imposta, rileva il DFF. Le autorità fiscali hanno previsto un termine di correzione che scadrà alla fine di maggio, dopo il quale saranno rese note le cifre definitive sulle entrate.
Il sistema funziona
A ogni modo i servizi di Hans-Rudolf Merz ritengono che gli «importi incassati mostrano che il sistema svizzero di ritenuta d’imposta funziona bene».
Tuttavia, la brevità del primo periodo d’incasso – ossia sei mesi – non consente d’interpretare in modo adeguato gli introiti e la loro evoluzione futura.
Attualmente, la ritenuta ammonta al 15 per cento. Secondo l’accordo sulla fiscalità del risparmio, entro il 2011 sarà aumentata al 35 per cento.
Il gettito è destinato nella misura del 75 per cento agli Stati membri beneficiari, mentre il rimanente 25 per cento resta a Confederazione e cantoni quale indennità per le spese di gestione.
Destinazione ancora ignota
Il governo svizzero non ha ancora adottato una decisione in merito all’assegnazione dei proventi della ritenuta d’imposta sui redditi da risparmio.
Negli ultimi mesi era stata evocata, anche da parte della ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey, l’eventualità di versare le entrate di questa tassa in favore del miliardo di franchi destinato al fondo di coesione per i nuovi membri dell’UE.
Questa proposta ha però attirato reazioni negative da parte dell’Unione democratica di centro e delle altre formazioni di destra dello schieramento politico svizzero che si oppongono ad un contributo della Svizzera al fondo previsto da Bruxelles per ridurre le disparità economiche all’interno dell’UE.
Le forze di destra hanno annunciato il lancio di un referendum contro la partecipazione al fondo approvata dal Parlamento.
swissinfo e agenzie
Da 1° luglio al 31 dicembre 2005, la Svizzera ha trattenuto 138 milioni di franchi di imposta sui redditi da risparmio dei contribuenti dell’UE.
103 milioni, pari al 75%, saranno versati ai paesi beneficiari dell’UE.
La parte rimanente viene divisa tra la Confederazione (31 milioni) e i Cantoni (3 milioni) per coprire le spese di incasso.
L’accordo sulla fiscalità del risparmio fa parte del secondo pacchetto di trattati bilaterali conclusi da Svizzera e Unione europea nel 2004.
In base a tale accordo, la Svizzera ha introdotto dal 1°luglio 2005 una ritenuta alla fonte sugli interessi prodotti da fondi depositati in Svizzera da persone fisiche residenti in uno Stato membro dell’UE.
Il segreto bancario rimane preservato anche in futuro, dal momento che l’accordo non prevede un sistema automatico di scambio d’informazioni tra autorità fiscali.
La Svizzera s’impegna a fornire un’assistenza amministrativa agli Stati membri dell’UE soltanto in caso di frode fiscale o di delitti simili.
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