Quel che resta se la banca fallisce
In Svizzera la garanzia sui depositi bancari ammonta a 30'000 franchi per persona, una somma decisamente inferiore agli altri paesi europei. Il Dipartimento delle finanze sta valutando la necessità di aumentarla. Una soluzione che però non convince tutti.
Chi offre di più? Negli ultimi giorni, i governi di molti paesi occidentali si sono lanciati in una sorta di gioco al rilancio per aumentare la soglia minima della garanzia dei depositi bancari in caso di fallimento. Martedì i 27 ministri delle finanze dell’Unione Europea sono giunti a un compromesso per portare questo limite dagli attuali 20’000 euro (31’000 franchi) ad almeno 50’000.
Per cercare di rassicurare i propri cittadini, molti Stati dell’Unione non hanno però esitato a prendere delle misure unilaterali. In Irlanda, ad esempio, le autorità si sono impegnate a garantire i depositi nelle sei banche del paese per un totale di 400 miliardi di euro.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, dal canto suo, lunedì ha annunciato che lo Stato garantirà addirittura tutte le somme depositate nelle banche del paese, senza però precisare dove intende trovare le centinaia di miliardi di euro necessari per far fronte a una simile eventualità (si parla di 1’600 miliardi nel caso in cui tutto il sistema bancario dovesse fallire). Una strada seguita anche da Austria e Portogallo e che ha fatto andare su tutte le furie il premier britannico Gordon Brown, il quale si aspettava un migliore coordinamento strategico tra i paesi europei.
In Svizzera garantiti 30’000 franchi
Dopo aver dato prova di una certa impassibilità su questo tema, lunedì sera il governo svizzero ha reagito alla cacofonia di annunci provenienti dall’Europa dicendosi a sua volta pronto ad intervenire per aumentare la garanzia. In un’intervista rilasciata alla televisione svizzera tedesca SF, la ministra delle finanza Evelyne Widmer-Schlumpf ha dichiarato che la situazione attuale “non è ottimale” e che la protezione dei depositi bancari “è oggetto di verifiche”.
Con 30’000 franchi per persona, in Svizzera la protezione dei depositi bancari è infatti ben inferiore ad altri paesi. Inoltre, contrariamente a quanto accade altrove, questa protezione non dipende dallo Stato, bensì dalle banche, che si sono costituite in associazione per assicurare un fondo con un tetto di quattro miliardi di franchi. La protezione vale anche per gli stranieri che hanno conti in banche elvetiche.
Qualora questo tetto non dovesse bastare, i clienti riceverebbero un pagamento proporzionale.
Il sistema bancario svizzero è solido
Per James Nason, portavoce dell’Associazione svizzera dei banchieri, si sta gridando un po’ troppo “al lupo, al lupo”. “Ci sono dei segni di una crisi bancaria in Svizzera? Noi non ne abbiamo”, sottolinea. “Le banche in Svizzera sono ben capitalizzate, non si possono fare dei paragoni con la Germania o gli Stati Uniti”.
“Il sistema bancario svizzero è molto più solido rispetto ad altri paesi”, gli fa eco Giovanni Barone-Adesi, professore di teoria finanziaria presso l’Università della Svizzera italiana. “In Europa e negli Stati Uniti i risparmiatori sono preoccupati perché vi è una mancanza di trasparenza e perché non sanno bene com’è la situazione. In Svizzera, invece, non vi è una situazione di panico, poiché le banche hanno fatto un buon lavoro di pulizia nei loro bilanci e, come nel caso di UBS, hanno comunicato in modo trasparente”.
Nessun fuggi fuggi
Finora, infatti, non si è assistito a nessun fuggi fuggi da parte dei clienti. “L’UBS ne ha sicuramente persi alcuni – osserva James Nason – ma il denaro è comunque rimasto in Svizzera”.
Per Fernando Martins Da Silva, stratega alla Banca cantonale vodese, si dovrà intervenire solo nel caso in cui un aumento della garanzia nei paesi dell’UE conduca a un afflusso di capitali dalla Svizzera verso le banche dei 27, scenario che però non si è ancora verificato.
Secondo alcuni esperti, aumentare la garanzia potrebbe essere controproducente, poiché molti risparmiatori potrebbero interpretarlo come un segnale di pericolo. Dusan Isakov, professore di gestione finanziaria all’Università di Friburgo, è invece dell’avviso che un provvedimento come quello tedesco sarebbe sicuramente positivo per l’immagine di marca della piazza finanziaria svizzera e infonderebbe fiducia nei risparmiatori.
Ciononostante – dichiara – “sarebbe tecnicamente impossibile da applicare”. “La Svizzera è una delle principali piazze finanziarie mondiali per la gestione patrimoniale. La Confederazione non ha assolutamente i mezzi per garantire tutto quello che è depositato negli istituti elvetici”.
Un ripensamento del sistema è comunque indispensabile, afferma Manuel Ammann, professore di finanze all’Università di San Gallo interpellato dall’Agenzia telegrafica svizzera. Quello oggi in vigore ripartisce i rischi su tutte le banche che partecipano al fondo. In futuro sarebbe preferibile che i costi per la protezione dei risparmi fossero suddivisi fra gli istituti in funzione dei rischi. “Con tale provvedimento – sottolinea – le banche prudenti non sarebbero più svantaggiate”. E il risparmiatore potrebbe dormire sonni un po’ più tranquilli.
swissinfo, Daniele Mariani
In Svizzera la somma garantita in caso di fallimento di un istituto bancario è di 30’000 franchi per persona, qualsiasi sia il suo domicilio. Ciò vale anche nel caso in cui il cliente ha un debito nei confronti della banca. Ad esempio se dispone sul suo conto di un saldo di 30’000 franchi e ha allo stesso tempo un’ipoteca di un milione, riceve ugualmente l’importo di 30’000 franchi.
Se più banche falliscono, questa garanzia è applicata in ognuno degli istituti. Ad esempio se il cliente X ha un conto di 40’000 franchi sulla banca Y e di 50’000 sulla banca Z e che queste due falliscono, avrà diritto a 60’000 franchi.
Il fondo di garanzia, dotato di 4 miliardi di franchi, è stato creato ed è gestito dalle banche svizzere.
Chi ha un deposito titoli presso una banca svizzera non deve per contro inquietarsi. Le azioni e le obbligazioni in caso di liquidazione della banca sono considerate proprietà del cliente. Lo stesso vale per i fondi di investimento.
La garanzia non riguarda i clienti della posta e della maggior parte delle banche cantonali. In questi casi gli averi sono protetti rispettivamente dalla Confederazione e dai cantoni.
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