Riciclare o bruciare: i rifiuti in Svizzera
Nel 2006 la Svizzera ha prodotto oltre cinque milioni di tonnellate di rifiuti urbani. La metà circa è stata riciclata, l'altra metà è finita quasi completamente negli inceneritori.
Grazie ad un tasso di riciclaggio di oltre il 50%, la Svizzera rimane fra i paesi leader nel recupero dei rifiuti. Con 714 chili di rifiuti urbani pro capite il paese si pone però fra i maggiori produttori d’immondizia in Europa.
L’emergenza rifiuti che ha colpito per l’ennesima volta negli scorsi giorni la Campania ha portato di nuovo all’attenzione dell’opinione pubblica italiana e internazionale le conseguenze di una cattiva gestione dei rifiuti.
All’origine di questa emergenza, al di là delle infiltrazioni camorristiche, c’è la carenza o la quasi totale assenza di infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti, combinata con un tasso di recupero e di riciclaggio molto basso (la media in Italia è del 24,3% secondo le cifre pubblicate dal quotidiano La Repubblica, in Campania del 10,6%).
Per questo la Campania si vede costretta ora a riaprire discariche ormai chiuse da tempo, suscitando l’ira dei cittadini, e ad esportare i suoi rifiuti verso altre regioni d’Italia, verso la Germania e forse presto anche verso la Svizzera (cfr. «Altri sviluppi»), a costi certo non indifferenti.
L’arte del riciclaggio
Eppure le vie da percorrere per ridurre al minimo l’impatto dei rifiuti sulla salute e sull’ambiente sono note da tempo e la stessa Unione europea si riconosce nel principio delle quattro «erre», che stanno per risparmio delle materie prime, riutilizzo dei prodotti, riciclaggio, recupero dell’energia contenuta nei rifiuti.
La Svizzera, pur non facendo parte dell’UE, è spesso ritenuta un paese esemplare nella gestione dell’immondizia. Con una percentuale di rifiuti urbani riciclati di oltre il 50%, si pone fra i paesi più ecologici d’ Europa. Per alcuni tipi di materiali, come il vetro, la quota di riciclaggio supera il 95%.
«Nei rifiuti domestici i margini per un miglioramento del riciclaggio non sono molto ampi, si ricicla già moltissimo», osserva Mathias Tellenbach, vicecapo della sezione «rifiuti e materie prime» dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM). Qualcosa si potrebbe invece ancora fare nell’ambito delle materie plastiche utilizzate nell’industria.
Per incentivare la pratica del riciclaggio, molti comuni elvetici hanno introdotto la cosiddetta «tassa sul sacco». Perché venga prelevato dalla nettezza urbana, ogni sacco deve portare il contrassegno che attesta il pagamento della tassa. Il riciclaggio del vetro, della carta, dei rifiuti organici, ecc. è invece gratuito.
I rifiuti, una fonte di energia
In Svizzera sono in funzione 29 impianti per l’incenerimento dei rifiuti urbani. Stando all’UFAM, nel 2006 hanno bruciato 3,65 milioni di tonnellate di immondizia, di cui 417’000 tonnellate provenienti dai paesi confinanti.
Gli inceneritori non sono solo il metodo più efficace per ridurre il volume dei rifiuti, ma partecipano all’approvvigionamento energetico del paese. Nel 2006 la produzione è stata di 1823 GWh, pari al 3,1% della produzione elettrica totale della Svizzera.
Ormai solo una piccola parte dei rifiuti elvetici finisce ancora nelle discariche. «Dal 2000 è proibito depositare nelle discariche materiale combustibile o chimicamente instabile», ricorda Tellenbach. «Solo i residui della combustione dei rifiuti e alcuni materiali edili e residui industriali sono ancora destinati agli immondezzai».
Anche in questo la Svizzera è piuttosto all’avanguardia. In altri paesi, quali l’Italia (dove viene interrato il 63% dei rifiuti), la Grecia (91%), o l’Inghilterra (78%), l’uso della discarica è ancora nettamente prevalente rispetto all’incenerimento.
Tanti soldi, molti rifiuti
La Svizzera è tuttavia meno esemplare nel rispettare la prima delle quattro «erre» su cui si basa una buona gestione dei rifiuti, la «erre» fondamentale: il risparmio delle materie prime. Con 714 chilogrammi di rifiuti annui pro capite, la popolazione svizzera appare ai primi posti della classifica europea dei maggiori produttori di rifiuti.
Mathias Tellenbach invita però alla prudenza nei paragoni con gli altri paesi europei. «Proprio perché il sistema di raccolta dell’immondizia in Svizzera è particolarmente efficiente, quasi nessuna quota di rifiuti sfugge alle statistiche. In altri paesi i dati statistici potrebbero essere meno completi».
Resta il fatto che la Svizzera presenta cifre pro capite più alte anche rispetto a paesi che difficilmente possono essere accusati di scarsa efficienza, come per esempio la Germania (638 kg pro capite l’anno nel 2003), l’Austria (610) o la Svezia (471).
«I paragoni tra paesi sono sempre difficili, comunque è vero che ogni abitante della Svizzera produce ogni anno rifiuti equivalenti a 10 volte il suo peso corporeo», conclude Tellenbach.
swissinfo, Andrea Tognina
Nel 2006 gli impianti di incenerimento dei rifiuti svizzeri hanno prodotto 1’823 GWh di elettricità, raggiungendo una quota del 3,1% sulla produzione elettrica totale della Svizzera e superando così per la prima volta la soglia del tre per cento.
Questo valore corrisponde a circa due terzi della produzione elettrica della centrale nucleare di Mühleberg. Grazie a una quota della biomassa presente nei rifiuti pari al 50%, l’elettricità prodotta dagli inceneritori è considerata come energia rinnovabile.
Con una quota di oltre quattro quinti della produzione complessiva, gli impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani sono nettamente i maggiori produttori di elettricità da fonti rinnovabili. La produzione di elettricità e calore degli inceneritori copre il 2% circa del consumo finale totale di energia in Svizzera.
(fonte: Statistica dei rifiuti 2006, UFAM)
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