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Riorientata la cooperazione allo sviluppo del seco

La Bolivia con l'80 percento della popolazione che vive in povertà, è uno dei Paesi che beneficieranno dell'ottmizzazione dell'aiuto allo sviluippo elvetico Keystone Archive

Meno Paesi, ma aiuti più mirati. E' la nuova strategia del Segretariato di stato dell'economia (seco) nella politica di aiuto allo sviluppo.

Il Segretariato di stato dell’economia (seco) intende concentrare maggiormente i propri sforzi di cooperazione per lo sviluppo: entro il 2006 ridurrà infatti da oltre 50 a 26 il numero di Paesi nei quali è operativo il suo settore Sviluppo e transizione (ET) A queste nazioni sarà destinata la maggior parte delle risorse finanziarie e di personale a disposizione. È quanto prevede il rapporto strategico 2006 del seco.

Nuovi criteri di selezione

La lista dei Paesi beneficiari verrà elaborata e discussa ogni anno, prima della stesura del programma annuale dell’ET, ha precisato Martin Roth del seco. La scelta avverrà in base ad alcuni criteri fondamentali: in primo luogo si terrà conto dei Paesi di cui si occupa la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e di quelli che stanno operando profonde riforme a livello economico e sociale.

Particolare attenzione verrà data anche alle nazioni ritenute dal seco «economicamente interessanti» ed a quelle prescelte dal Consiglio federale per particolari programmi di cooperazione.

Interventi mirati

La concentrazione dei mezzi a disposizione è una mossa sensata: ciò permette di migliorare la gestione, la coerenza, l’efficacia e la sicurezza dei programmi ET, ha aggiunto Roth.

I cosiddetti«Paesi prioritari», con i quali l’ET mantiene una stretta collaborazione a medio e lungo termine, beneficeranno in futuro di un flusso finanziario continuo. Il rapporto strategico prevede, in media, finanziamenti annui di almeno 5 milioni di franchi.

swissinfo e agenzie

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