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SAir Group a Kloten, assemblea degli azionisti per una nuova rotta

Mario Corti, unico superstite del consiglio d'amministrazione, di fronte alla pressione degli azionisti Keystone

I conti, con un disavanzo di 2,9 miliardi, sono stati approvati dagli azionisti, ma l'operato degli amministratori sarà sottoposto a una perizia straordinaria. SAir Group ha indicato di avere ottenuto un credito di un milione di franchi da tre grandi banche. La società, che tornerà a chiamarsi Swissair, intende inoltre rinunciare quanto prima alle partecipazioni che ancora detiene in Francia.

Le tre banche pronte a iniettare un miliardo nella compagnia malata sono la First Boston Credit Suisse Group, la Deutsche Bank e la City Bank. L’assemblea generale degli azionisti ha accettato a larga maggioranzai conti deficitari del gruppo con 3.045.918 sì contro 503.228 no.

L’assemblea si è in definitiva svolta senza grandi sorprese, contrariamente alle attese della vigilia, anche se ai responsabili del consiglio d’amministrazione -tutti dimissionari ad eccezione dell’attuale presidente Mario Corti – sono state rivolte vive critiche.

Secondo Corti, la nuova strategia non cambierà in maniera fondamentale. Oltre alle attività aeree, il gruppo Swissair continuerà ad essere attivo nei settori para-aereo, tecnico e commerciale, il cui successo è riconosciuto in tutto il mondo. La struttura del capitale dovrà essere semplificata e modificata per corrispondere alla strategia del gruppo. Nuovi responsabili per numerosi settori sono già stati designati.

L’assemblea degli azionisti ha accolto la proposta della Confederazione e del cantone di Zurigo di avviare una perizia speciale sull’operato del consiglio d’amministrazione per quanto riguarda il finanziamento, le acquisizioni e l’informazione degli azionisti. Lo scarico dei conti per il consiglio d’amministrazione sarà attribuito soltanto dopo la perizia straordinaria.

Per quanto riguarda le compagnie francesi, il gruppo Swissair fornirà per l’ultima volta entro il 30 giugno i fondi necessari per elaborare un piano di risanamento di AOM/Air Liberté, le due compagnie francesi di cui detiene partecipazioni. Entro metà anno bisognerà decidere se un piano di risanamento può essere accettato o se, come è già stato fatto per Air Littoral, l’iniezione di liquidità deve cessare.

La disastrosa strategia di acquisizioni e partecipazioni era stata avviata a partire dal 1997, dopo il fallimento nel novembre 1993 del progetto «Alcazar», mirante alla cooperazione e alla fusione a lungo termine tra Swissair, l’olandese KLM, la scandinava SAS e l’austriaca AUA.

Il dissesto ha anche spinto all’azione i sindacati. Una quindicina rappresentanti sindacali provenienti da Francia e da Svizzera hanno manifestato a Kloten prima dell’inizio dell’assemblea generale. Dure critiche dei sindacati anche dopo l’annuncio di Swissair di volere disimpegnarsi dalle partecipazioni in Francia.

L’inizio dell’assemblea è stato preceduto dalla notizia secondo cui il tribunale del commercio di Bruxelles ha nominato un perito legale incaricato di esaminare la contabilità di Sabena e SAirGroup. Ha così accolto la richiesta di tre piloti della Sabena che avevano promosso un’azione giudiziaria il 20 aprile.

Ricordiamo che nei giorni scorsi SAirGroup è riuscita a vendere la rete alberghiera Swissôtel al gruppo Raffles (Singapore) per 520 milioni di franchi. Inoltre, il gruppo si è accordato con l’ex presidente del consiglio d’amministrazione Eric Honegger per una “buonuscita” equivalente a un anno di stipendio (480.000 franchi), invece dei cinque milioni di franchi inizialmente pattuiti.

Alla borsa di Zurigo il titolo di SAirGroup ha chiuso mercoledì a 111 franchi, l’1,37 % in più di martedì. Nell’estate 1998 l’azione SAir valeva ancora 500 franchi.

Per seguire l’avvenimento sono confluiti in un hangar a Zurigo-Kloten soltanto 5280 azionisti, invece degli 11mila attesi. L’affluenza di gran lunga inferiore al previsto si spiega, secondo il portavoce del gruppo, con la durata fino a tarda sera prevista per la riunione e con la diffusione in diretta alla televisione.

swissinfo e agenzie

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