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San Gottardo: una montagna di storia e di storie

Minatori e operai, protagonisti silenziosi del traforo del Gottardo, costato centinaia di morti. Il monumento di Vincenzo Vela ad Airolo rende loro omaggio. swissinfo.ch

Economia, politica, società, cultura, simboli. Il San Gottardo è una realtà in cui si intrecciano nel fitto tessuto della storia diversi elementi, comprese le vite dei minatori, protagonisti silenziosi.

Il recente convegno internazionale dedicato ai 125 anni della linea ferroviaria del San Gottardo, ha sottolineato anche il ruolo storico dell’Italia, e di Carlo Cattaneo, nella promozione di questo tracciato per il transito attraverso le Alpi.

L’importanza del San Gottardo è, al di là di ogni retorica, davvero maestosa. E sembra resistere alle mistificazioni, alle nostalgie o alle strumentalizzazioni che nella storia svizzera sono comunque concrete e ricorrenti. Per rendere l’idea della dimensione di questa opera, basta ricordare il libro del grande storico Bruno Caizzi: “Suez e San Gottardo”.

Un libro dedicato al taglio dell’Istmo di Suez (1869) grazie al quale furono dimezzati i tempi di percorrenza fra il Mediterraneo e l’Oriente, e al grande traforo ferroviario del San Gottardo (1882) che rese l’Europa più vicina al Mediterraneo.

“Due imprese – fa notare il professor Carlo G. Lacaita ricordando Caizzi – che si svolsero a migliaia di chilometri di distanza, su scenari anche molto dissimili, con protagonisti e vicende diverse, ma che nondimeno si trovarono intimamente legate fra loro, sia dalla rivoluzione dei trasporti e dalla connessa possibilità di ampliare gli scambi a tutti i livelli, sia dalle idee di progresso, di integrazione e di solidarietà dei popoli proprie in quel periodo”.

Il peso dell’Italia e il ruolo di Carlo Cattaneo

Nell’ambito delle discussioni preliminari sulle opzioni del tracciato – che negli anni 1860-1866 spaziavano dal Sempione al Lucomagno, fino allo Spluga – la voce dell’Italia fu determinante. “La spinta decisiva – ha osservato lo storico Carlo Moos, dell’Università di Zurigo – fu la presa di posizione del governo italiano. Importantissima, inoltre, l’attività e l’impegno di Carlo Cattaneo, sempre presente sulla scena italiana pur essendo esiliato in Ticino”.

La figura di Carlo Cattaneo, non l’unica di primo piano nella storia di questa grande opera, è stata anche ricordata dal professor Alberto Gabba, del Politecnico di Milano: “È noto che la prima idea di un valico ferroviario al Gottardo sia stata manifestata da Alfred Escher, fondatore del Credito svizzero e del Politecnico federale. Ma altri quattro personaggi giocarono un ruolo certo, tra cui Carlo Cattaneo, che procedeva nell’idea di collegare Genova e Zurigo, precisamente attraversando il Gottardo”.

Le recenti conferme, e torniamo bruscamente ai nostri giorni, dell’impegno del Governo italiano per quanto riguarda la centralità del San Gottardo nell’asse di transito europeo Nord-Sud, sembrano dunque riannodarsi con il filo dello storia.

L’impatto sociale delle gallerie

Una storia in cui si intrecciano diversi livelli, compreso quello sociale. Nell’immaginario dell’epoca le gallerie sotto le Alpi – come quelle del Gottardo, del Sempione e del Frejus, il primo dei lunghi tunnel – erano destinate a diminuire la distanza tra Occidente ed Oriente sulla via delle Indie, attraverso appunto il canale di Suez.

“Queste opere – ha spiegato Stefano Maggi, dell’Università di Siena – che sembravano ‘contro la natura’, furono in realtà in grado di superare stabilmente le montagne: la distanza si cominciò a misurare in ore anziché in giorni o settimane, secondo la stagione”.

Il primo effetto sociale delle gallerie ferroviarie fu dunque “la possibilità inedita di oltrepassare le montagne, che univa due o più Stati, stabilendo una sorta di continuità fisica attraverso il binario: il treno entrava da una parte e usciva dall’altra con il suo carico di merci e viaggiatori”.

Operai e minatori, protagonisti silenziosi

All’epoca degli scavi, ha sottolineato ancora il professore senese, la presenza degli operai fu molto importante. “Gli emigrati che da dall’estero presero parte alla realizzazione di queste opere di progresso – ha precisato Maggi – diedero vita ai villaggi operai e trasformarono paesi e borghi di montagna da luoghi isolati in posti che dialogavano con il mondo”.

E agli operai ha pensato in modo particolare il professore di storia contemporanea all’Università di Losanna, Hans Ulrich Jost. In un convegno dove sono stati attribuiti meriti e allori ai “grandi” personaggi della storia, Jost ha fatto notare che i veri protagonisti sono i minatori, i lavoratori, gli operai, molti dei quali hanno pagato il prezzo della storia con la loro vita.

Gli ha fatto eco il biologo ticinese Raffaele Peduzzi, direttore del Centro cantonale di biologia alpina e professore all’Università di Ginevra, che nel corso del convegno ha ricordato la malattia dei minatori.

“Ufficialmente nel traforo del Gottardo vi furono 199 morti a causa di incidenti sul lavoro. Si tratta senz’altro – ha precisato il professore – di una sottostima se si tiene conto degli operai deceduti a causa dell’anemia provocata da un parassita che trasformava in acqua il sangue dei lavoratori”. Ai protagonisti silenziosi la Storia deve molto.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

1871: viene costituita la Compagnia del San Gottardo, concessionaria delle rete ferroviaria che appaltò o lavori all’impresario Favre.
1872 (1. ottobre): iniziano le operazioni di scavo
1881 (31 dicembre): terminano i lavori del traforo
1882: inizia l’esercizio ferroviario

Il convegno internazionale, tenutosi a Locarno a metà ottobre per ricordare il 125esimo della linea del San Gottardo e per discutere sul futuro delle Nuove trasversali ferroviarie alpine, ha riproposto l’importanza dell’attraversamento dell’arco alpino in chiave storica.

Alla prospettiva storica è stata affiancata anche una riflessione sul futuro di Altptransit nei suoi aspetti economici ed ambientali, senza dimenticare la politica europea dei trasporti attuale e futura.

La storia delle gallerie alpine in Svizzera comincia già nel 1708, circa 100 anni prima della nascita storica della ferrovia. Il cosiddetto “Urnerloch” nei pressi di Andermatt, lungo 64 metri, è la prima galleria per il traffico merci e passeggeri su una strada alpina.

Quasi due secoli più tardi anche la ferrovia riesce ad attraversare le Alpi: nel 1882 viene aperta la galleria ferroviaria del San Gottardo. Costruita nell’arco di dieci anni, con i suoi 15 chilometri di lunghezza era la galleria più lunga del mondo.

Nel 1907 si raggiunge un altro record: si inaugura la galleria di base del Sempione, di 4 chilometri più lunga di quella del San Gottardo. Più tardi, nel 1980, si apre al traffico la prima galleria stradale del San Gottardo, lunga quasi 17 chilometri.

Nel 2008 una nuova galleria attraverso il Lötschberg, lunga 34,6 km, ridurrà sensibilmente i tempi di percorrenza tra Francoforte e Milano. Nel 2017 sarà inaugurata una seconda galleria di base, attraverso il San Gottardo, che sarà la galleria ferroviaria più lunga del mondo con i suoi 57 km.

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