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Scoprire la Svizzera col sacco in spalla

Tutto il necessario in uno zaino: è la filosofia del turista backpacker Keystone

Sono giovani, studenti, si spostano con i mezzi pubblici e spendono poco. Si tratta dei «backpackers», un fenomeno che in barba all'immagine di paese caro si sta diffondendo anche in Svizzera.

Nonostante il loro budget limitato, i backpackers sono corteggiati da vari operatori turistici. Se soddisfatto, il turista farà infatti ritorno in Svizzera, spendendo di più.

Le migliori destinazioni in Svizzera? La cattedrale di Einsiedeln (nonostante l’elevato numero di pizzerie tutto intorno…), la città di Zugo, la località urana di Andermatt e la regione del Rigi.

A chi vuole uscire dai sentieri battuti, Pam, dal Canada, raccomanda un’escursione al lago di Joux (canton Vaud), una vera «perla nascosta». Melissa, australiana, è invece stata affascinata dalla cattedrale di Basilea: la fantastica vista sulla città che si gode dalla torre giustifica ampiamente i 3 franchi di entrata.

Sono alcuni dei commenti che si possono leggere sui siti internet utilizzati dai «backpackers», i viaggiatori che, sacco in spalla, girano il mondo con pochi spiccioli in tasca. Dopo i primi passi mossi in Australia (anni ’60) si sono diffusi in Asia, America ed Europa. Poi sono giunti anche in Svizzera, sfatando così, almeno in parte, l’immagine di paese troppo caro.

«Il turismo backpacker non è un fenomeno nuovo in Svizzera, anche se ha iniziato a generalizzarsi soltanto un paio d’anni fa», indica a swissinfo Francis Scherly dell’Unità d’insegnamento e di ricerca sul turismo (UERT) dell’Università di Losanna.

I pionieri dell’Oberland

«I pionieri del backpacking in Svizzera hanno iniziato a Interlaken, nell’Oberland bernese, grazie a delle agenzie che proponevano, oltre all’alloggio, diverse attività di svago come rafting o parapendio», spiega Scherly, che nel 2005 ha pubblicato il primo e unico studio nazionale sul tema.

«I professionisti del settore – prosegue il professore – si sono accorti che risparmiando sulla camera e la ristorazione, i turisti avrebbero speso maggiormente in attività secondarie».

Rispetto ad altri paesi europei, la Svizzera ha accumulato in passato un certo ritardo. I primi backpackers hanno optato per le destinazioni in cui si parla inglese (Gran Bretagna e paesi scandinavi). Oppure per mete decisamente a buon mercato, come lo erano Spagna, Francia o Italia prima dell’introduzione dell’euro.

«Ora la Svizzera è più o meno allo stesso livello dell’Europa», rileva Scherly.

D’oltreoceano per le montagne

Lo studio realizzato dall’UERT traccia un profilo tipo dei backpacker in Svizzera: sono studenti, di un’età media di 26 anni, provengono da un paese anglofono e viaggiano in piccoli gruppi di amici. Nel paese si fermano circa due settimane, spostandosi preferibilmente in treno.

«Molti vengono d’oltreoceano (Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda), mentre sono pochi i viaggiatori europei, eccezion fatta per gli spagnoli. Non mancano comunque i turisti elvetici», ci segnala Catherin Quirin dell’associazione Swissbackpackers.

«I viaggiatori sono attirati dalle tipiche destinazioni montane, come Zermatt o la Jungfraujoch», aggiunge la responsabile dell’associazione che riunisce 28 ostelli della gioventù elvetici.

Meno di 100 franchi al giorno

La spesa giornaliera si aggira attorno ai 90 franchi, di cui 35 per l’alloggio (in linea con altri paesi del continente). «Il problema in Svizzera sono i costi supplementari, come il cibo», osserva Quirin.

Gli spostamenti non costituiscono al contrario una grossa spesa. Per lo meno per ciò che riguarda i trasporti pubblici, ai quali i turisti accedono gratuitamente presentando un abbonamento internazionale del tipo Interrail o Eurorail.

Diverso il discorso per le linee private, come le ferrovie di montagna, giudicate troppo care. «Il treno che sale sulla Jungfraujoch da Interlaken, si legge in un forum online, offre scenari eccezionali, ma il prezzo del biglietto (150-180 franchi) è esorbitante».

Il potenziale dei backpackers

Nonostante manchino dati precisi sul numero di backpackers in Svizzera, alcuni indicatori testimoniano di un settore in crescita. Swissbackpackers ha ad esempio conosciuto nel 2005 una crescita dei pernottamenti del 10%, mentre l’associazione degli albergatori svizzeri hotelleriesuisse ha registrato quest’anno un aumento degli hotel senza stelle (pensioni, ostelli).

Anche Svizzera Turismo conferma che l’infrastruttura alberghiera si sta adattando ad accogliere un numero sempre maggiore di turisti «low cost». «Abbiamo iniziato a coinvolgere gli alberghi a basso costo e a sensibilizzarli a questo fenomeno», ci dice il portavoce Oliver Kerstholt.

I professionisti del settore hanno inoltre capito che il turismo backpacker racchiude un grosso potenziale. «È un investimento a medio e lungo termine. Inizialmente i giovani scoprono il paese spendendo poco. Se soddisfatti, ritornano poi in un secondo tempo con le loro famiglie, soffermandosi più a lungo e spendendo di più», osserva Francis Scherly.

swissinfo, Luigi Jorio

Il termine «backpacking» descrive una forma di turismo internazionale «low cost» che presuppone uno spirito conviviale e di apertura verso gli altri.

Inizialmente sviluppatosi con il movimento hippy, il backpacking si è poi diffuso in tutto il mondo.

Le mete favorite sono l’Europa occidentale e dell’Est, l’India, la Thailandia, il Marocco, l’Australia e il Sud America.

Il fenomeno non ha mancato di sollevare critiche: secondo alcuni, la tendenza dei backpackers a radunarsi nei medesimi luoghi è spesso all’origine di un devastante turismo di massa. Inoltre, i viaggi a buon mercato sono possibili soltanto sfruttando le disparità economiche tra paesi ricchi e poveri.

I backpackers si difendono affermando che il loro è un turismo che coinvolge tutta la popolazione ospitante, siccome dormono, mangiano e si spostano usufruendo delle infrastrutture predisposte dagli abitanti locali.

Secondo uno studio del 2005 dell’Università di Losanna, il backpacker tipo che viene in Svizzera è uno studente di 26 anni.

– proviene da un paese anglofono.

– viaggia in compagnia di amici.

– rimane in Svizzera una quindicina di giorni.

– si sposta in treno.

– spende circa 90 franchi al giorno (35 per l’alloggio, 22 per i pasti e 32 per le attività di svago).

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