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Se la quotazione in borsa diventa un peso

Gli svantaggi della borsa per le medie aziende: un volume limitato di scambi e troppi oneri amministrativi Keystone

Diverse aziende svizzere di medie dimensioni preferiscono abbandonare la borsa. L'ultima in ordine di tempo è l'industria di trasformazione alimentare Hero.

Gli inconvenienti della quotazione sembrano in certi casi prevalere sui vantaggi.

“Anch’io preferirei lasciare la borsa”, confidava tempo fa Nick Hayek junior al quotidiano Tages Anzeiger. “Prenda l’esempio della Rolex. Nessuno chiede se il suo giro d’affari sia aumentato o diminuito del 2%. Possono investire le loro energie per portare avanti l’azienda e lavorare in pace”.

Quello che per il direttore della Swatch è solo un desiderio, è diventato negli ultimi mesi una realtà per varie aziende svizzere. Dopo la fine del boom borsistico, il numero di aziende che ha deciso di ritirare le proprie azioni dal mercato, o che perlomeno ha valutato la possibilità di farlo, è in crescita.

Zellweger-Luwa

Tra di esse il gruppo tecnologico Zellweger-Luwa. Confrontata da anni con difficoltà finanziarie, nel dicembre 2002 l’azienda zurighese ha annunciato la vendita del settore tessile-elettronico, al fine di concentrarsi nella fabbricazione di apparecchiature per la climatizzazione e di sistemi d’allarme antigas.

Contemporaneamente, la Zellweger Luwa ha deciso di ritirarsi dalla borsa. Al termine dell’offerta di riacquisto delle azioni quotate in borsa, nel marzo 2003, la Hesta Holding, proprietario di maggioranza dell’azienda, ha annunciato di detenere ormai il 98,7% del capitale azionario.

Unigestion

Altro caso è quello della società di partecipazione ginevrina Unigestion, che amministra patrimoni per 4,5 miliardi di franchi. Tornata nelle cifre nere nel 2002, con un utile netto di 2,1 milioni di franchi (contro la perdita di 2,5 milioni dell’anno precedente), la società ha annunciato nel marzo 2003 il ritiro dalla borsa.

Agli azionisti di minoranza sono stati offerti 91 franchi ad azione per il riacquisto dei titoli. La società stessa possiede già il 71% delle proprie azioni.

Hilti

Pur con uno stato di salute invidiabile, anche la Hilti, azienda produttrice di apparecchiature per l’edilizia con sede nel Liechtenstein, ha deciso nel febbraio 2003 di uscire da Swiss Exchange.

Parallelamente all’offerta di riacquisto del 60% dei buoni di partecipazione senza diritto di voto non in mano alla famiglia Hilti (le azioni nominali erano già tutte di proprietà della famiglia), l’azienda ha annunciato la rinuncia alle attività finanziarie, per concentrarsi sulla produzione industriale.

L’operazione di ritiro dalla borsa si è conclusa il 2 aprile scorso con successo. Il 97,4% dei buoni di partecipazione si trova ormai nelle mani della Martin-Hilti-Trust, di cui la famiglia detiene il 100% del capitale.

Hero

Ultima azienda in ordine di tempo ad avviare le procedure per lasciare la borsa è la nota azienda di trasformazione alimentare Hero, con sede a Lenzburg (canton Argovia).

La FIM, azionista di maggioranza (74% delle azioni) controllata da gruppo tedesco Schwartau (proprietario: Arend Oetker), ha lanciato nel marzo 2003 un’offerta di riacquisto delle azioni al portatore.

L’operazione potrebbe però essere più difficile del previsto, perché il prezzo proposto dalla FIM (165 franchi ad azione) è ritenuto troppo basso da molti piccoli azionisti. L’obiettivo di ottenere almeno il 95% delle azioni, condizione per il ritiro dalla borsa, potrebbe anche non essere raggiunto.

Ems-Chemie

Voci su un possibile abbandono della borsa sono circolate anche in relazione al gruppo chimico controllato dal consigliere nazionale UDC Cristoph Blocher.

Un’emissione nell’estate 2002 aveva fatto pensare ad un’operazione per finanziare il riacquisto del 35% di capitale azionario sottoposto a libera contrattazione. La Banca cantonale zurighese, promotrice dell’operazione di finanziamento, ha però escluso che la Ems-Chemie voglia usare i capitali ottenuti per ritirarsi dalla borsa.

Gli svantaggi di stare in borsa

Ma perché dopo l’euforia borsistica degli anni Novanta, il mercato delle azioni sembra ora perdere d’attrattività per aziende come quelle appena citate?

Intanto, finché i mercati azionari erano in crescita, la presenza in borsa permetteva di ottenere capitali senza indebitarsi presso le banche e di guadagnare in visibilità. Ora le cose non stanno più così.

In più, “negli ultimi dieci anni, l’atteggiamento della comunità degli investitori è cambiato”, osserva Rodolfo Pusterla, analista presso la Banca del Gottardo. “Si vuole che le aziende crescano attraverso l’auto-finanziamento e non tramite aumenti di capitale.”

Pochi scambi e troppa trasparenza

L’interesse a stare in borsa è dunque diminuito. A ciò si aggiunge il fatto, prosegue Pusterla, che le aziende di medie dimensioni sono piuttosto ignorate dagli investitori. “Prima di tutto perché i loro titoli sono scarsamente liquidi e quindi scoraggiano gli investitori istituzionali. E poi si tratta di aziende con un profilo di rischio più elevato.”

Rispetto al caso Hero, un altro analista, Mario Montagnani della banca Pictet a Ginevra, osserva che “pochi analisti si occupano di questa società e il volume di scambi quotidiani rimane piuttosto scarso.”

Stare fuori dalla borsa ha infine anche altri vantaggi. “Ci sono procedure amministrative più leggere”, dice ancora Rodolfo Pusterla. “E per alcune aziende, la minore trasparenza permessa a chi non è in borsa può anche comportare dei vantaggi competitivi.”

Del resto, è bene ricordarlo, la borsa non è uno specchio dell’economia elvetica. Su 170’000 società per azioni registrate in Svizzera, solo 300 sono quotate nelle borse Virt-X e SWX Swiss Exchange.

swissinfo, Andrea Tognina

Dopo l’euforia borsistica degli anni Novanta, il mercato delle azioni non sembra più interessare così tanto certe aziende.

Quando i mercati azionari erano in crescita, la presenza in borsa permetteva di ottenere capitali senza indebitarsi presso le banche e di guadagnare in visibilità. Ora le cose non stanno più così.

Hanno abbandonato o stanno abbandonando la borsa: Hero, Hilti, Unigestion, Zellweger-Luwa

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