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Settimana nera per l’economia svizzera

Il CEO di Credit Suisse, Oswald Grübel, non è stato l'unico a dover annunciare perdite record Keystone

L'ultima di febbraio verrà ricordata come «settimana nera» negli annali dell'economia svizzera, con l'annuncio di perdite record da parte di Clariant, Credit Suisse, Swiss, Roche, ABB e Zurigo FS.

E prima del 2004 non si prevedono consistenti inversioni di tendenza.

È stata una settimana nera per la piazza economica elvetica, la peggiore degli ultimi cinque anni: soppressione di impieghi, crescita anemica e aziende di grido piombate nelle cifre rosse. E all’orizzonte si stagliano nubi oscure: per l’anno in corso non è attesa nessuna inversione di tendenza.

Posti di lavoro a rischio

In cinque giorni la Svizzera ha perso oltre 3500 posti di lavoro. Una cifra che andrà ad ingrossare la statistica della disoccupazione. A fine gennaio si contavano già 140’000 senza lavoro (3,8%). Il ministro dell’economia Joseph Deiss, notoriamente discreto e contenuto, martedì non ha nascosto la propria irritazione all’annuncio dei tagli occupazionali. Come se non bastasse, alcune aziende non hanno rispettato la procedura tradizionale e hanno tralasciato di prevenire Deiss sulle misure che erano intenzionate a prendere.

L’ex professore di economia ha invitato le imprese ad assumersi le proprie responsabilità. «Bisogna ricorrere a qualsiasi modello suscettibile di limitare i licenziamenti, riducendo ad esempio il tempo di lavoro. Il dialogo è necessario tra tutte le parti in causa», ha commentato Deiss.

Chimica e finanza vestite di rosso

La settimana «nera» è cominciata con il bilancio di Clariant. Il gruppo basilese di specialità chimiche ha annunciato di voler afferrare il toro per le corna per rimettere in carreggiata un’azienda che per il secondo anno consecutivo ha chiuso nelle cifre rosse (perdita di 648 milioni di franchi nel 2002). Nel prossimo biennio sopprimerà fino a 1700 posti di lavoro su un totale di 28’000 nel mondo. Sarà toccata anche la piazza elvetica, ma per ora non è dato sapere in quale misura.

Accusando una perdita di 3,3 miliardi, il Credit Suisse Group eliminerà 1250 posti di lavoro, 900 in banca e 350 nell’assicurazione Winterthur. Per la seconda banca elvetica si tratta di un’altra tappa di una lunga serie nera. Quest’anno il CSG dovrebbe sopprimere in totale oltre 2100 impieghi nelle sole attività bancarie, in particolare in Svizzera.

Orizzonti grigi

Il cielo di Swiss non è meno sgombro di nubi. La compagnia aerea nazionale si ridimensiona in modo drastico: sopprimerà 700 impieghi e ridurrà di 20 velivoli la flotta a partire dal 30 marzo. Saranno toccati 200 piloti, 200 assistenti di volo e 300 impiegati a terra.

Altri nomi famosi dell’economia elvetica si trovano in una situazione di grigiore. ABB è di nuovo nelle cifre rosse, con una perdita netta di 787 milioni di dollari (1,06 miliardi di franchi), ben più elevata di quella prevista. E le prospettive segnalano incertezza.

La Zurich Financial Services (ZFS) paga molto cara l’era Rolf Hüppi. Il gruppo assicurativo ha annunciato per il 2002 una perdita di 3,4 miliardi di dollari (4,7 miliardi di franchi), la più grave in 131 anni di esistenza. Nel 2001 la perdita era stata di 387 milioni di dollari.

Futuro incerto

L’economia svizzera non sembra pronta a rimettersi in piedi. Dopo una crescita vicina allo zero sull’insieme del 2002 (+0,1 per cento), gli esperti prevedono un 2003 molto debole, caratterizzato dallo stato d’incertezza in cui si trova il mondo politico e finanziario internazionale.

La crescita zero dell’economia svizzera preoccupa il Segretariato di stato dell’economia (Seco). Per favorire la ripresa sarà necessario sviluppare delle nuove strategie. «Negli ultimi dieci anni la crescita economica della Svizzera è stata ben al disotto di quella registrata in paesi come l’Olanda, la Svezia o la Danimarca», fa notare a swissinfo Stéphane Garelli, economista alla IMD business school di Losanna.

Secondo Garelli è necessario che lo Stato intervenga per rilanciare l’economia. Una multinazionale può sviluppare autonomamente delle strategie di sopravvivenza, le piccole e medie imprese – tipiche del panorama elvetico – dipendono invece dalle decisioni prese a livello politico. La situazione è difficile e se ripresa ci sarà, non si farà sentire prima del secondo semestre del 2003. Forse bisognerà addirittura attendere il 2004.

Queste previsioni sembrano condivise anche dal KOF, il Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), per il quale «reticenza e attendismo continueranno a influenzare l’economia svizzera anche nei prossimi mesi». Secondo le informazioni pubblicate venerdì, per il KOF ci vorranno almeno dai sei ai nove mesi prima che il PIL (il prodotto interno lordo) riprenda a crescere.

Una settimana carica di cattive notizie, dunque, che gli utili fatti registrare da Nestlé – 7,564 miliardi di franchi, con un aumento di oltre il 13 percento rispetto allo scorso anno – non sono riusciti a mitigare.

swissinfo e agenzie

Credit Suisse Group perde 3,3 miliardi di franchi,
Roche 4 miliardi,
Zurich Financial Services 4,6 miliardi
e ABB 1,06 miliardi.
In totale saranno soppressi 4000 posti di lavoro.

Istituti finanziari e importanti aziende hanno annunciato nei giorni scorsi perdite record di svariati miliardi di franchi.

Inoltre, Credit Suisse, la compagnia aerea Swiss e l’industria chimica Clariant sopprimeranno globalmente oltre 3600 posti di lavoro.

E mentre il ministro dell’economia, Joseph Deiss, esorta le aziende a limitare al massimo i licenziamenti, gli esperti ritengono che la ripresa non si farà sentire prima della fine dell’anno.

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