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Si chiude una pagina della storia del nucleare

La stazione di stoccaggio delle scorie radioattive di Würenlingen. Keystone

Le ultime scorie radioattive lasciano Lucens, dove fu costruita la prima centrale nucleare sperimentale in Svizzera.

La zona sarà considerata non a rischio al termine del trasporto di sei contenitori verso il deposito di Würenlingen.

Sei contenitori di scorie radioattive provenienti dal vecchio reattore sotterraneo, costruito in un insieme di caverne a Lucens nel canton Vaud, saranno trasportati tra il 17 e il 29 settembre nel deposito intermedio per scorie radioattive (Zwilag) di Würenlingen, nel canton Argovia.

La costruzione della prima centrale nucleare in Svizzera iniziò nell’estate 1962 a ovest di Lucens e il reattore fornì per la prima volta energia a fine gennaio 1968.

La prima centrale nucleare sperimentale e l’unico incidente

Un incidente – l’unico verificatosi finora in Svizzera – mise fine all’attività della centrale meno di un anno dopo: il 21 gennaio 1969. Fortunatamente, essendo l’impianto sotterraneo, non vi furono conseguenze né per l’ambiente né per le persone.

L’impianto fu smantellato e denuclearizzato e l’edificio venne adibito a magazzino per il museo delle belle arti del canton Vaud. Sul posto sono rimasti sei contenitori di scorie radioattive, che giuridicamente costituiscono ancora un’istallazione nucleare.

Il trasporto

Il luogo sarà definitivamente stralciato dalla lista dei siti a rischio solo quando i contenitori saranno stati trasportati allo Zwilag, alla fine di settembre.

Convogli speciali condurranno i sei contenitori in acciaio che contengono scorie solide a Würenlingen, percorrendo una distanza di 160 chilometri.

Saranno seguiti da una squadra di esperti della centrale nucleare di Mühleberg (Berna) che controllerà con speciali detector eventuali fughe radioattive e farà in modo che nessuno si avvicini troppo ai contenitori.

Gli svizzeri vogliono il nucleare

Anche se alcuni degli impianti nucleari in Svizzera sono tra i più vecchi al mondo, nel maggio scorso gli svizzeri hanno votato contro due iniziative popolari che proponevano una, un prolungamento del blocco, deciso nel 1990, per altri 10 anni della costruzione di nuove centrali nucleari. L’altra di spegnere, entro il 2014, tutti gli impianti atomici.

Le iniziative avevano comunque riacceso il dibattito che, negli anni ’70 e ’80, aveva sollevato grandi passioni e anche scontri violenti in Svizzera, come in diversi altri paesi europei.

Fine di un capitolo importante

«Si chiude un capitolo della movimentata storia dello sviluppo delle centrali nucleari negli anni ‘50 e ‘60 nel nostro paese», specifica in una nota l’agenzia nucleare svizzera ASPEA a proposito del trasporto delle ultime scorie nucleari di Lucens.

L’obiettivo principale della centrale non era nemmeno quello di fornire energia, ma di sviluppare un reattore totalmente “made in Switzerland”.

L’interesse maggiore era quello di raccogliere esperienze pratiche, cosa che ha fatto tutta una generazione di ingegneri, fisici, chimici e tecnici che hanno lavorato a Lucens.

La loro esperienza ha potuto essere utilizzata nella concezione e costruzione delle prime centrali commerciali svizzere, Beznau I e II e Mühleberg, inaugurate tra il 1969 e il 1971.

La lezione tratta dall’avaria

Il 21 gennaio 1969, in seguito a lavori di manutenzione a Lucens, si verificò una grave avaria al momento della rimessa in funzione : un elemento combustibile surriscaldato causò la rottura di una condotta e la conseguente irradiazione di gas inerti radioattivi all’interno della centrale.

Il reattore fu spento definitivamente. Gli esperti affermano: sul piano tecnico, si tratta di un incidente molto grave. La contaminazione si è però limitata alla roccia della caverna.

Nel 1979, le conclusioni dell’inchiesta voluta dal Consiglio federale avevano individuato la causa principale dell’incidente nella corrosione dell’impianto causata dall’umidità. Non erano invece state evidenziate negligenze o errori umani.

Per la commissione d’inchiesta l’incidente era stato dunque «involontario ma ricco d’insegnamenti». Da notare che l’avaria non aveva provocato che un’eco relativamente debole nell’opinione pubblica.

I lavori di smantellamento di Lucens erano durati fino al 1972: gli assemblaggi combustibili erano stati trasportati nell’impianto Eurochemic di Mol, in Belgio, che era in parte di proprietà elvetica.

La maggior parte delle scorie radioattive erano state invece trasferite nell’Istituto Paul-Scherrer, fatta eccezione per alcune parti di grandi dimensioni. Sono questi elementi, imballati in sei contenitori in acciaio, che vengono trasportati ora a Würenlingen.

swissinfo e agenzie

In Svizzera sono in un funzione 5 centrali nucleari
Producono circa il 40% dell’elettricità consumata in Svizzera
Il 60 % rimanente proviene quasi interamente da impianti idroelettrici

Nel 1962 iniziò la costruzione della centrale sperimentale di Lucens, chiusa nel 1969 dopo una grave avaria.

Anche se non ebbe ripercussioni né per le persone, né per l’ambiente l’incidente segnò la fine dell’ambizione di costruire un reattore 100% “made in Switzerland”.

Le centrali attualmente attive in Svizzera sono: Beznau I, Beznau II, Mühleberg, Gösgen, Liebstadt.

In Svizzera dal 1979 sono state 6 le iniziative popolari contro il nucleare (ultima votazione il 18 maggio).

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