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Solo una nube all’orizzonte per Baselworld

La fiera del lusso dovrebbe attirare oltre 90'000 persone quest'anno swissinfo.ch

La più grande fiera mondiale dell'orologeria e della gioielleria si svolge in un clima quasi euforico: il 2006 promette affari eccezionali per il settore del lusso.

Solo il problema delle contraffazioni sembra preoccupare gli espositori convenuti a Basilea, che rappresentano oltre 2000 prestigiosi marchi mondiali.

“Rispetto a New York, Londra o Shanghai, Basilea è solo una piccola città. Non dispone di un grande aeroporto internazionale, né di autostrade a 8 corsie e neppure di molti alberghi a 5 stelle”, ricorda René Kamm, direttore esecutivo di Fiera svizzera, la società che gestisce tra l’altro Baselword.

“Ma Basilea ha però una grande tradizione, come città delle fiere, che risale a quasi un secolo fa”.

E di tutte le fiere organizzate ogni anno nella città sul Reno, Baselworld è sicuramente la regina. La numero uno a livello mondiale nel settore degli orologi e dei gioielli e la più importante per la Svizzera in assoluto.

Una miniera d’oro

Da piccolo Salone svizzero dell’orologeria nel 1931, Baselworld è diventata dagli anni ’70 un Salone europeo e dagli anni ’80 un Salone internazionale.

E oggi la fiera del lusso è soprattutto una miniera d’oro, per tutta la regione. L’impatto economico di questi 10 giorni di esposizioni viene stimato a mezzo miliardo di franchi.

Soltanto per gli alberghi, Baselworld significa 800’000 pernottamenti. Il tutto esaurito in un raggio di 100 chilometri attorno a Basilea, dalla Svizzera fino a Strasburgo in Francia o Friburgo in Germania.

Ancora più redditizio l’affitto delle aree espositive: 111’283 m2 ad un prezzo di oltre un migliaio di franchi il m2. Senza dimenticare gli onorari per la costruzione degli stand per gli espositori, i cui costi ammontano spesso a diversi milioni di franchi ciascuno.

Atmosfera ideale per gli affari

Realizzati quasi con la stessa cura dei gioielli e degli orologi, gli stand dei grandi fabbricanti di sogni sono concepiti in modo da ricreare un’atmosfera seducente e nel contempo famigliare per una clientela esclusiva.

Facciate che ricordano quelle dei negozi nei viali più cari di Parigi, Milano o Tokio, commesse che assomigliano a modelle, orologi e gioielli esposti come opere d’arte, tra luci e colori. All’interno, su due o tre piani, bar accoglienti e comodi salotti con divani in pelle.

Chanel, Gucci, Rolex, Patek Philippe, Omega e gli altri più rinomati produttori mondiali di lusso ricreano a Basilea ambienti che sembrano scenari di una pubblicità. Luoghi ideali per dimenticare il tempo. Ma non di certo gli orologi. E gli affari.

“Per noi Baselworld non è soltanto una grande vetrina pubblicitaria, ma è anche la più importante occasione annuale d’incontro con la clientela”, spiega Silvia Branca, responsabile della comunicazione del fabbricante italiano di gioielli Stefan Hafner.

Per gli oltre 2000 espositori la fiera di Basilea deve servire innanzitutto a fare il pieno di ordinazioni per almeno la metà dell’anno. La clientela, 90’000 persone attese per questa edizione, è costituita al 90% da rivenditori e gestori di negozi di lusso.

Una nube all’orizzonte

E quest’anno, dopo un 2004 definito buono e un 2005 considerato ottimo, ci si aspetta un andamento eccezionale. Lo lascia presagire già soltanto la straordinaria crescita delle esportazioni di orologi svizzeri.

Le vendite, che hanno raggiunto già l’anno scorso una cifra record di oltre 12 miliardi di franchi, sono state trainate dai prodotti di lusso, pari ad oltre il 60% del volume di affari.

E tutti gli indicatori segnalano luce verde: la congiuntura si espande anche in Europa, il mercato americano si mantiene ad alti livelli, il Giappone si risveglia, la Cina e l’India stanno creando milioni di nuovi consumatori.

Eppure, anche in questo mondo quasi perfetto di ricchezza senza frontiere vi è una nube che oscura l’orizzonte. Non di certo il sudore dei minatori brasiliani o la silicosi degli operai cinesi e neppure il sangue dei diamanti africani.

Ciò che preoccupa veramente i rappresentanti dei grandi marchi mondiali, convenuti a Basilea, sono le contraffazioni.

Guerra al falso

Per Jacques Duchêne, presidente del Comitato mondiale degli espositori, si tratta di un problema con conseguenze estremamente pesanti che va affrontato con estrema urgenza, con una guerra senza frontiere.

“Almeno il 10% del commercio mondiale è generato da prodotti contraffatti, con perdite di 430 miliardi di franchi all’anno, di cui 800 milioni soltanto per l’industria orologiera svizzera”, afferma Duchêne.

I fabbricanti di prodotti di lusso stanno esercitando grandi pressioni sui governi e sull’0rganizzazione mondiale del commercio per giungere ad un rafforzamento delle regolamentazioni e delle sanzioni nei confronti dei paesi che non fanno rispettare la tutela della proprietà intellettuale.

“Bisogna far capire ai paesi in questione che, a medio termine, questo fenomeno diventerà nefasto anche per loro. Se oggi tollerano le contraffazioni di prodotti stranieri, domani saranno confrontati alle falsificazioni dei loro stessi prodotti”, sostiene François Thiébaud, presidente del Comitato svizzero degli espositori.

“I consumatori devono invece capire che acquistare un orologio falso non vuol dire offrirsi una parte di un sogno. Ma soltanto una parte di un furto”.

swissinfo, Armando Mombelli a Basilea

Le radici di Baselworld risalgono al 1931, con la creazione del primo Salone svizzero dell’orologeria.

Nel 1973, questa fiera si è trasformata nel Salone europeo dell’orologeria e della gioielleria. Nel 1986 il salone si è aperto anche agli espositori extra-europei.

Attualmente Baselworld è la più grande fiera mondiale del settore con una superficie totale di 160’000 m2 e uno spazio espositivo di 111’000 m2.

Il salone 2006 presenta le nuove collezioni di 2’127 dei più prestigiosi marchi mondiali, di cui 336 svizzeri.

Per questa edizione sono attesi 90’000 visitatori, tra professionisti, collezionisti e privati.

Con 884 milioni di pezzi venduti nel 2005, la Cina è il più grande produttore mondiale di orologi. Il valore medio di ogni orologio cinese è di 1 dollaro.
La Svizzera figura invece nettamente in prima posizione per quanto concerne il volume di affari. Nel 2005 le vendite hanno superato 12 miliardi di franchi. Il prezzo medio di un orologio svizzero è di 377 dollari.
I principali paesi importatori di orologi svizzeri sono Hong Kong, gli Stati uniti, il Giappone e la Germania.

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