Svizzera in prima fila
Quali sono stati gli effetti del primo scudo fiscale? La Svizzera si è trovata, suo malgrado, nell'occhio del ciclone.
Considerato il suo ruolo storico e la sua posizione geografica, la piazza finanziaria ticinese ha pagato i tributi maggiori.
Nei sei mesi della (ormai) penultima amnistia Tremonti, scaduta lo scorso maggio, in Italia sono riapparsi circa 54 miliardi di euro.
La Banca d’Italia aveva inizialmente fissato l’ambiziosissimo obiettivo di 100 miliardi di euro. Il risultato a consuntivo è comunque giudicato molto positivo dalle autorità della penisola. Il totale dei capitali italiani nel mondo si aggira attorno ai 550 miliardi di euro.
La parte del leone
Ben 400 di questi miliardi sono in Svizzera o meglio, vi erano. Ora infatti sono circa 30 in meno. Tanti i miliardi rientrati in Italia provenienti dalla piazza finanziaria elvetica. Il 58% dei capitali che hanno risposto all’appello di Tremonti e compagnia si trovavano dunque in Svizzera.
In ordine d’importanza, la seconda origine dei fondi rimpatriati dallo scudo (la Germania) non rappresenta che il 14% del totale. La terza (Lussemburgo) non supera il 6%. Svizzera su tutti, senza discussioni.
Ticino in pole position
All’interno della Confederazione, particolarmente toccata è stata la realtà ticinese, come poche specializzata nel private banking e nella quale è gestita la maggior parte dei capitali italiani all’estero (circa 250 miliardi di euro).
A tutt’oggi non si sa che percentuale dei 30 miliari di euro “svizzeri” provenga dagli istituti finanziari del Canton Ticino. È verosimile che si tratti di un’abbondante maggioranza.
Con quali conseguenze? Il Cantone ha valutato che il gettito fiscale calerà di circa 10 milioni di franchi, ossia lo 0.8% del totale. Un importo che Marina Masoni, direttrice del Dipartimento cantonale delle Finanze, ha definito “contenuto”.
Le banche invece non si sbilanciano troppo. Secondo gli istituti, non è infatti possibile separare gli effetti dello scudo da quelli del calo generalizzato delle borse. “In ogni caso, il secondo fenomeno ci preoccupa ben di più”, precisa Giorgio Ghiringhelli.
Il momento non è roseo: utili, commissioni e volumi di transazioni in calo, pressioni sul personale, licenziamenti. Ora la giostra riparte. Arriva lo scudo bis.
Marzio Pescia, swissinfo
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