Swiss: tagli solo cosmetici per la stampa
I giornali svizzeri esprimono il loro scetticismo nei confronti del primo programma di ridimensionamento annunciato martedì dalla compagnia aerea.
Le misure di risparmio sono considerate inevitabili, ma non sufficienti.
“Dalla sua partenza, la nuova compagnia aerea trasportava troppa zavorra” sostiene il Tages Anzeiger per spiegare le ragioni principali dei primi tagli annunciati martedì dalla direzione. Il numero degli aerei e dei piloti era stato calcolato in modo troppo generoso.
Ma “Swiss era anche un progetto politico”, ricorda il quotidiano zurighese. Se ha ripreso 52 velivoli dalla Swissair è perché l’opinione pubblica era traumatizzata dal collasso dell’ex-compagnia nazionale e si voleva salvare il maggior numero possibile di posti di lavoro.
Una visione condivisa da Le Temps, secondo il quale la nascita di Swiss è più il frutto “di una volontà politica, sostenuta da una forte emozione nazionale, che non di una pura razionalità economica”. Le ambizioni di Swiss si ritrovano quindi sulla terra ferma.
Per il quotidiano romando, ora bisogna temere “misure più drastiche per il futuro”, se il settore aereo non dovesse rialzare il capo rapidamente.
Alleanza o fusione
Anche agli occhi della Neue Zürcher Zeitung “i tagli erano inevitabili, ma probabilmente non basteranno”. Per sopravvivere, Swiss dovrà infatti aderire rapidamente ad una delle tre grandi alleanze internazionali – ossia Oneworld, Star Alliance e Skyteam – se non addirittura giungere ad una fusione con un’altra compagnia.
“La ricostruzione di un compagnia nazionale avviene in un contesto sfavorevole” annota inoltre la NZZ. La concorrenza di compagnie a prezzi stracciati, le minacce di una guerra contro l’Irak e la crisi generale del turismo dalla distruzione delle Torri gemelle rendono poco rosee le prospettive di Swiss.
Non ripetere gli sbagli di Swissair
Più severo il Bund che mette in guardia i dirigenti della compagnia dal pericolo di compiere gli stessi sbagli che hanno portato alla fine della Swissair. “Allora si è aspettato troppo tempo prima di adottare misure di risparmio, perché i responsabili della compagnia non avevano capito la gravità della situazione”.
Swiss dispone ancora di liquidità e fondi propri sufficienti, ma non può limitarsi ad adottare misure di risparmio di natura solo cosmetica. “In che modo la compagnia potrà reagire se il settore dell’aviazione dovesse piombare in una nuova crisi, in caso di attacco all’Iraq o di un nuovo attentato terroristico” si chiede il quotidiano bernese.
Risultati deludenti
Anche l’Agefi considera con una certa severità la gestione della nuova compagnia: “I risultati di Swiss sono francamente deludenti”. Secondo il quotidiano economico romando, Swiss non riuscirà a riequilibrare i suoi conti per il 2003.
“Il modello business di Swiss non è mai stato adeguato alle nuove realtà”, prosegue l’Agefi. A suo avviso, “il piano di ristrutturazione è insufficiente e bisogna attendere nuovi tagli che rilanceranno il conflitto sociale all’interno del personale”.
Altrettanto pessimista la Basler Zeitung, per la quale “la compagnia rimane semplicemente troppo grande per la Svizzera”. La volontà di far volare una compagnia alimentata dai contributi fiscali della popolazione si sta sempre più dimostrando una difficile impresa, ritiene il giornale basilese.
Il direttore operativo di Swiss, André Dosé rischia di rimanere intrappolato nel conflitto tra responsabilità politica e gestione economica, teme inoltre la Basler Zeitung.
Non si poteva fare meglio
Più indulgente il Corriere del Ticino, l’unico giornale ticinese che commenta le misure di risparmio annunciate martedì. “Meglio di così Swiss non poteva fare” sostiene il CdT, che intravvede una serie di ragioni per giustificare i tagli attuali. “I dirigenti di Swiss hanno dovuto per contratto mantenere in vita il famoso progetto 26/26, la congiuntura è sfavorevole e la concorrenza si è fatta spietata.”
Il giornale ticinese giudica addirittura “ammirevole” quanto intrapreso finora dai dirigenti di Swiss, che hanno dovuto affrontare anche forti tensioni tra il personale per amalgamare due culture aziendali completamente diverse.
“Ma se quanto intrapreso finora è soddisfacente, le misure per riportare il vettore nelle cifre nere l’anno prossimo suscitano una certa perplessità” ritiene il Corriere del Ticino. A suo avviso, queste misure “non affrontano di petto i problemi” e evidenziano la mancanza di “una vera e propria strategia per il futuro”.
Armando Mombelli, swissinfo
Swiss: 11.215 impiegati e 135 velivoli
Tasso di occupazione attuale dei voli: 77,3%
Misure di risparmio: 300 posti di lavoro e 400 milioni di franchi.
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