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Swissair, una débâcle nazionale

2001: l'anno durante il quale il mito Swissair è stato letteralmente fatto a pezzi Keystone

23 gennaio 2001: le prime conferme

Philippe Bruggisser, presidente della direzione di SAir Group, è invitato a dimettersi. La sua strategia “Hunter”, caratterizzata da numerose partecipazioni in compagnie estere deficitarie, si rivela molto più onerosa del previsto. Le voci di difficoltà finanziarie di Swissair, che circolavano da alcuni mesi ma che erano puntualmente smentite dalla direzione del gruppo, trovano riscontro nei fatti. Eric Honegger, presidente del Cda, assume anche la carica di presidente ad interim della direzione.

2 aprile 2001: un risultato storico

Mario Corti, unico reduce del vecchio Cda e nuovo presidente del gruppo, annuncia il peggior risultato dei 70 anni della storia di Swissair: le perdite del 2000 ammontano a quasi 3 miliardi di franchi. Le azioni in borsa crollano del 20 %.

23 aprile 2001: le prime misure d’urgenza

SAir Group comincia a svendere. La catena alberghiera Swissôtel è ceduta al gruppo Raffles per 520 milioni di franchi. È inoltre trovato un accordo con il partente Eric Honegger per una “buonuscita” equivalente ad un anno di stipendio. Due giorni dopo, nel corso di una maxi assemblea generale, Corti annuncia il ritiro dalle compagnie francesi (AOM, Air Liberté, Air Littoral). Viene ripristinato il vecchio nome Swissair Group.

12 luglio 2001: la strategia di risanamento

Il debito accumulato a fine giugno raggiunge i 7.8 miliardi. Per risanare la situazione, Corti propone di concentrarsi sulle attività centrali del gruppo (collegamenti aerei e attività accessorie) vendendo attivi per un totale di 3 miliardi di franchi. Per il momento si rinuncia a tagli del personale.

17 luglio 2001: schiarite dal Belgio

I due azionisti di Sabena, Swissair ed il governo belga, si accordano su una ricapitalizzazione della compagnia belga. Swissair prende a carico il 60 % dei 650 milioni previsti. Come contropartita ottiene di non dover aumentare la propria partecipazione minoritaria nella compagnia belga: l’accordo precedente prevedeva infatti che Swissair avrebbe acquisito l’85 % della compagnia belga dopo l’entrata in vigore dei bilaterali.

30 agosto 2001: risultati di metà anno

Mario Corti annuncia una perdita a metà esercizio 2001 di 234 milioni di franchi. Il debito totale viene rivalutato attorno ai 15 miliardi. Il capitale proprio crolla a 555 milioni. Primi tagli al personale e ridimensionamento dei collegamenti aerei. Il gruppo è costretto a vendere le redditive filiali Nuance e Swissport. Corti resta convinto di riuscire a portare a termine la ristrutturazione senza aiuti da parte della Confederazione.

11 settembre 2001: gli attentati negli USA

Ulteriore mazzata per Swissair. La temporanea chiusura dello spazio aereo USA e la crisi internazionale provocano enormi difficoltà alle compagnie aeree e ai loro titoli in borsa. Swissair perde 65 milioni di franchi in un sola settimana.

24 settembre 2001: ormai è emergenza

Per salvare il salvabile, Corti presenta una ristrutturazione radicale. Swissair e Crossair saranno unite. Migliaia di posti di lavoro sono in pericolo.

28 settembre 2001: la situazione precipita

Swissair è sull’orlo del baratro. Oltre ai 15 miliardi di debiti, acuti problemi di liquidità minacciano la compagnia. Il pagamento dei salari di ottobre non è più garantito. Swissair chiede ufficialmente aiuto alla Confederazione..

30 settembre 2001: accordo a Berna

Consiglio federale, banche, responsabili di Swissair e dell’economia trovano un accordo. UBS e Credit Suisse ritirano la partecipazione di Swissair in Crossair (70 % del capitale) con l’obiettivo di dar vita ad una nuova, più piccola compagnia d’aviazione. Gli impegni finanziari di Swissair all’estero sono congelati (rabbia in Belgio, dove i precedenti accordi non saranno dunque rispettati, ed in Francia). La quotazione del titolo Swissair crolla e viene sospesa. La disperazione di migliaia di investitori.

2 ottobre-3 ottobre 2001: vergogna nazionale

Le banche non versano immediatamente i soldi ad una Swissair in grave mancanza di liquidità. Gli aerei della prestigiosa compagnia di bandiera restano a terra. Il mito crolla definitivamente. Reazioni di sdegno da parte di politici, dai dipendenti e dalla popolazione. Le banche, per il momento, tacciono. Il 3 ottobre la Confederazione accorda 450 milioni a Swissair per permettere la ripresa dei voli. Il giorno dopo gli aerei riprendono progressivamente a volare.

4 ottobre 2001: manifestazione a Berna

I dipendenti di Swissair e tanti loro sostenitori si riuniscono sulla Piazza federale di Berna. 7’000 persone gridano il loro disappunto contro il “salvataggio” delle banche.

6 ottobre 2001: timore per i posti di lavoro

Secondo Mario Corti, nel migliore dei casi (variante “fenice”) l’integrazione di Swissair nella nuova Crossair provocherà circa 9’000 licenziamenti. Secondo i sindacati, i posti in pericolo sono da 14’000 a 17’000. Nel frattempo, per riempire i voli, la compagnia lancia dei biglietti a prezzo stracciato.

22 ottobre 2001: una ventata d’ossigeno

C’è l’accordo per dar vita ad una nuova compagnia aerea nazionale. La ricapitalizzazione di Crossair sarà realizzata dall’economia privata (62 %), dalla Confederazione (20%) e dai Cantoni (18%). Vede la luce la variante “fenice” che prevede la ripresa da parte della nuova compagnia di 26 voli a lungo e 26 voli a medio raggio Swissair. Berna mette inoltre a disposizione 1 miliardo per garantire le attività di Swissair fino a marzo 2002.

17 novembre 2001: il Parlamento approva

Le camere federali, riunite in sessione speciale per affrontare la questione, danno la loro benedizione al credito di più di 2 miliardi per la nuova compagnia (450 milioni + 1 miliardo per garantire i voli fino a marzo; 600 milioni come partecipazione al nuovo capitale).

30 ottobre 2001: accordo per un piano sociale

I sindacati e la compagnia aerea trovano l’accordo su un piano di sostegno per i dipendenti che perderanno il posto di lavoro. I finanziamenti non sono tuttavia ancora garantiti. La Confederazione, come aveva sempre annunciato, non partecipa.

6 dicembre 2001: assemblea straordinaria di Crossair

Riuniti a Basilea, gli azionisti di Crossair approvano l’aumento di capitale necessario alla realizzazione del piano “fenice”. Nasce la nuova compagnia aerea nazionale. Moritz Suter, patron di Crossair, la cui candidatura al futuro Cda non è gradita ai nuovi azionisti maggioritari della compagnia (le banche), si dimette suscitando la reazione dei piccoli azionisti. L’olandese Pietre Bouw diventa il suo successore.

9 dicembre 2001: alla ricerca di alleanze

Crossair si da da fare per entrare al più presto in una delle tre grandi alleanze aeree mondiali: la Star Alliance (che fa capo a Lufthansa), la Sky Team (Air France) e la Oneworld (British Airways). La creazione di un quarto conglomerato su scala minore, in collaborazione con KLM, è invece esclusa.

11 dicembre 2001: la disoccupazione cresce

Alla fine di novembre, sono già 3’827 i dipendenti di Swissair ad aver ricevuto la lettera di licenziamento. Nei mesi seguenti la stessa sorte toccherà a altre 6’000 persone. Il dissesto di Swissair colpisce l’economia del Canton Zurigo, uno dei motori economici della nazione.

1 aprile 2002

L’ultimo volo di un aereo Swissair collega Buenos Aires a Kloten. La compagnia di bandiera svizzera cessa definitivamente di esistere.

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