Tasso d’interesse fissato al 3,25%
Il Consiglio federale ha definitivamente fissato il tasso d'interesse minimo sugli averi del secondo pilastro.
Dal primo gennaio il tasso sarà ridotto dal 4% al 3,25%.Il governo ha dunque confermato la sua decisione del 22 agosto scorso.
Alla luce dell’incerta evoluzione dei mercati borsistici e delle prospettive di rendimento, questo tasso sarà già riesaminato l’anno prossimo.
Gli inviti dei sindacati a mantenere lo statu quo e degli assicuratori per una riduzione più importante non sono comunque stati raccolti. Il Consiglio federale, che in un primo tempo avrebbe voluto ridurre il tasso d’interesse minimo al 3%, ha riconfermato il 3,25%.
In questo modo, il governo intende ristabilire la fiducia degli assicurati nella previdenza professionale, fiducia scossa dalle turbolenze della scorsa estate, ha dichiarato mercoledì Ruth Dreifuss.
Negato il 3,5%
La consigliera federale ha aggiunto che vi erano anche argomenti in favore di una riduzione più contenuta al 3,5%. Tuttavia, il resto del collegio governativo non ha voluto saperne della proposta in questo senso della ministra delle assicurazioni sociali e della commissione mista LPP.
Eppure – ha sottolineato Ruth Dreifuss – malgrado il tonfo dei corsi di borsa è possibile ottenere rendimenti superiori al 4%, per esempio con gli investimenti immobiliari.
Per il Consiglio federale, i principali criteri di scelta sono stati la sicurezza degli investimenti e la critica situazione di certi assicuratori.
Il nuovo tasso si basa quindi sul rendimento delle obbligazioni della Confederazione (3,33% nel corso degli ultimi 12 mesi), sulle possibilità di rendimento degli altri investimenti tradizionali e sulla situazione finanziaria degli istituti di previdenza.
Un sacrificio per gli assicurati
La riduzione del tasso d’interesse minimo rappresenta un “sacrificio” per gli assicurati, anche se non tutti saranno colpiti allo stesso modo, ha precisato Ruth Dreifuss. I pensionati, per esempio, non saranno interessati dal provvedimento, sebbene rischino di ottenere un’indicizzazione della rendita sulla base della situazione finanziaria della loro cassa pensione.
Per gli assicurati delle casse pensioni basate sul primato delle prestazioni (circa 1/4) non vi saranno conseguenze a breve termine, dato che è il loro salario a determinare l’entità della rendita.
Per contro, quelli sottoposti al regime del primato dei contributi, rischiano di vedersi ridotto il capitale di vecchiaia.
Ma non sarà il caso per tutti, dato che le casse pensioni non sono tenute ad applicare il tasso d’interesse minimo. Certe casse hanno già annunciato che resteranno al 4%, ha ancora spiegato la ministra Dreifuss.
Riesame
In ogni caso – ha aggiunto – non è detto che le rendite diminuiranno. Il Consiglio federale ha infatti deciso di riesaminare il tasso d’interesse minimo almeno ogni due anni, riducendolo o aumentandolo a seconda dei casi.
Il tasso minimo, rimasto invariato al 4% dall’entrata in vigore della legge sulla previdenza professionale (LPP) nel 1985, sarà esaminato già l’anno prossimo. L’obiettivo – ha precisato Dreifuss- è di restare al 4% a lungo termine.
Trasparenza
Secondo la ministra dell’interno, la crisi che ha scosso il II pilastro avrà almeno un effetto benefico: una migliore sorveglianza del sistema. D’ora in poi, l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) procederà a un esame annuale della situazione finanziaria delle casse pensioni.
La revisione della LPP, che sarà dibattuta in dicembre al Consiglio degli Stati, esige anche una maggiore trasparenza da parte degli assicuratori.
swissinfo e agenzie
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