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Traffico negli agglomerati: soluzione lontana

Traffico urbano: una questione che divide Keystone Archive

Un anno dopo il rifiuto del controprogetto all'iniziativa «Avanti», non vi è consenso su una linea direttiva per gestire il traffico cittadino.

Gli ecologisti sostengono la creazione di un fondo di promozione dei trasporti pubblici urbani, mentre la maggioranza del Parlamento propende per un’altra strategia.

L’8 febbraio 2004, i cittadini elvetici avevano respinto in maniera chiara il controprogetto all’iniziativa Avanti.

Su un aspetto vinti e vincitori si erano però detti concordi: la necessità di trovare soluzioni adeguate per decongestionare il traffico nelle regioni urbane.

Un anno dopo, le diverse associazioni ecologiste che avevano combattuto il controprogetto hanno colto l’occasione per stilare un bilancio. Secondo gli ambientalisti, al chiaro verdetto delle urne non è stato finora dato il giusto seguito.

In particolare, alle Camere federali e al Governo si rimprovera di continuare a privilegiare le strade nazionali e il traffico privato.

Creare un fondo per i trasporti pubblici

Le organizzazioni ecologiste chiedono che venga creato un fondo destinato a sviluppare i trasporti pubblici negli agglomerati urbani.

Esso dovrebbe essere dotato di almeno 350 milioni di franchi annui: con 7-8 miliardi sull’arco del prossimo ventennio, i mezzi pubblici nelle città potrebbero così essere adeguatamente sviluppati.

Tale opzione non comprometterebbe tuttavia il completamento della rete di strade nazionali, che continuerebbe a venir finanziato con gli attuali strumenti.

«È necessario che la Confederazione appoggi le soluzioni più efficienti e più favorevoli alla salute dei suoi cittadini», ha ribadito Adrian Schmid, responsabile della politica dei trasporti presso l’Associazione traffico e ambiente.

Uno scontro appare inevitabile

La proposta sostenuta dalle organizzazioni ambientaliste va nella stessa direzione di una delle tre varianti che il Dipartimento dei trasporti aveva presentato lo scorso agosto.

Il problema è che però in parlamento, a maggioranza borghese, quest’opzione sembra avere scarsissime possibilità di successo.

Le commissioni dei trasporti delle due Camere si sono infatti pronunciate a favore di un’altra variante proposta dal Governo.

Essa prevede la creazione di un fondo d’infrastruttura, dotato di circa 20 miliardi di franchi per una durata di 15-20 anni, che dovrebbe garantire il completamento e l’estensione della rete di strade nazionali, nonché sostenere il sistema di trasporto -privato e pubblico- nelle agglomerazioni. Una soluzione che in sostanza ricalca il controprogetto all’iniziativa «Avanti», senza però contemplare il raddoppio del San Gottardo.

Se sarà questa la soluzione scelta per finanziare i prossimi investimenti in materia di trasporti, la battaglia è annunciata. Le organizzazioni ambientaliste l’hanno infatti già definita una «politica del cemento» che dà pochissimo spazio ai trasporti pubblici.

«Proposta poco realista»

Dal canto suo, il Touring Club Svizzero si dice assai scettico sulle rivendicazioni delle organizzazioni ecologiste.

Patrick Eperon, responsabile delle questioni politiche, sottolinea come i proventi delle imposte legate al traffico (vignetta autostradale e carburante) sono vincolati dalla Costituzione ad investimenti stradali e non possono quindi essere destinati in maniera così massiccia ad altri scopi.

Inoltre, aggiunge Eperon, «la rete di trasporto su gomma necessita d’interventi importanti, motivati da esigenze di sicurezza e dai bisogni reali dell’economia. Non va inoltre dimenticata l’importante cifra già destinata ai trasporti pubblici, in particolare alla realizzazione delle Nuove trasversali ferroviarie alpine».

Raddoppio del San Gottardo, un tema che si ripresenterà

Dopo il «no» popolare al controprogetto all’iniziativa «Avanti», le discussioni si sono concentrate soprattutto sull’aspetto del traffico negli agglomerati ed un tema è scomparso dalle discussioni: il raddoppio della galleria stradale del San Gottardo.

Il problema ritornerà però all’ordine del giorno tra alcuni anni. Secondo l’Ufficio federale delle strade, il tunnel tra Göschenen ed Airolo dovrà infatti essere interamente rinnovato tra 15-20 anni.

«È chiaro che durante i lavori la galleria dovrà essere chiusa e non solo la notte», afferma il consigliere nazionale argoviese dell’Unione democratica di centro Ulrich Giezendanner, impresario nel settore dei trasporti, che promette di ritornare alla carica col progetto di una seconda canna «entro due o tre anni».

swissinfo, Andrea Clementi e Daniele Mariani

Il territorio urbano elvetico copre una superficie di 9’000 km quadrati (su 41’284) e comprende 50 agglomerazioni e 5 città isolate.
Circa 3/4 della popolazione, più di 5 milioni di abitanti, vivono negli agglomerati urbani.

Il controprogetto all’iniziativa Avanti prevedeva la creazione di un fondo per completare la rete delle strade nazionali, eliminare le strozzature e costruire una seconda galleria stradale al San Gottardo. Inoltre, stipulava che la Confederazione doveva adoperarsi per risolvere i problemi legati al traffico negli agglomerati.

La proposta era stata respinta dal 62,8% dei votanti. Secondo un’analisi, gli svizzeri erano contrari soprattutto per tre ragioni: l’accento troppo forte posto sulla costruzione di strade, il raddoppio del San Gottardo e i costi elevati del progetto (stimati a più di 30 miliardi di franchi).

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