Turismo rurale in aiuto dell’agricoltura?
Il settore dell’agriturismo in Svizzera, pur in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, è in continua espansione.
La legislazione federale che ne frena in parte lo sviluppo sarà probabilmente modificata.
Passeggiare nelle verdeggianti distese alpine, a piedi o a cavallo, imparare l’arte casearia sotto l’occhio vigile del contadino, dar da mangiare a mucche e capre o degustare le differenti qualità di vino elvetico direttamente presso il suo produttore per poi finire la giornata su un comodo giaciglio in mezzo al fieno.
Sono solo alcune delle molteplici attività offerte a chi in Svizzera desidera cimentarsi con un nuovo tipo di vacanza sempre più in voga: l’agriturismo.
Questo tipo di svago – oltre a favorire il contatto diretto e privilegiato con le famiglie contadine, le origini e le tipicità regionali – è anche sinonimo di coinvolgimento, poiché permette di vivere la vita alpestre e la natura con un pizzico di avventura.
Pressioni economiche
Nell’attuale situazione di mercato, l’agricoltura di montagna incontra numerose difficoltà a ritagliarsi uno spazio.
A causa, da un lato, della crescente pressione politica per una diminuzione dei sussidi statali, dall’altro della forte competitività legata alla liberalizzazione economica.
Lo sfruttamento della potenzialità turistica potrebbe rivelarsi un ottimo antidoto contro il rischio di dovere abbandonare questo tipo di attività del settore primario sotto pressione economica.
L’agriturismo costituisce infatti per molti contadini una fonte di reddito alternativo e contribuisce ad evitare che importanti tradizioni legate al patrimonio alpestre vadano perdute.
Ragion per cui, sempre più lavoratori del settore agricolo hanno deciso di sfruttare questa opportunità: «L’offerta nel settore è sempre più variegata», sottolinea Silvia de Vito, del servizio comunicazione di Svizzera Turismo, l’organizzazione nazionale che cura l’attività di marketing e vendita nel settore del turismo elvetico.
Migliorare l’organizzazione
Il turismo agricolo all’interno delle frontiere rossocrociate si è sviluppato soprattutto dall’inizio degli anni novanta.
Per lungo tempo è rimasto pressoché sconosciuto e impostato in modo piuttosto anarchico. Ogni contadino proponeva attività differenti – non sempre di ottima qualità causa inesperienza – senza far capo ad alcuna organizzazione né seguire formazioni specifiche del settore dei servizi.
Anche le possibilità di fare conoscere la propria offerta erano piuttosto limitate, non essendo l’agricoltore sempre informato sulle migliori tecniche di marketing.
Negli ultimi anni invece, si è creata una serie di associazioni volte a promuovere su scala regionale e nazionale l’offerta agrituristica elvetica. Anche le piattaforme internet ad essa riservate sono sempre più numerose.
Un dato di fatto sottolineato anche da Judith Renner, direttrice della Federazione svizzera del turismo (FST): «Ci si è resi conto che questo settore del turismo è in pieno sviluppo. Mentre gli alberghi elvetici registrano un calo nei pernottamenti, l’agriturismo non soffre di questa crisi. Vale quindi la pena organizzarlo meglio per sfruttarne al massimo le potenzialità», afferma.
Futuro
Per la sua specificità, l’agriturismo non attrae la massa: «È chiaramente destinato a rimanere un turismo di nicchia, anche se in futuro riscuoterà successi sempre maggiori», secondo Silvia de Vito.
Molto dipenderà anche dallo spazio che la politica vorrà accordargli. Attualmente, infatti, la legislazione federale sulla pianificazione del territorio, ne frena l’espansione.
Da un lato, perché non permette di ampliare le costruzioni in terreno agricolo, come spesso si rivelerebbe necessario per meglio potere alloggiare i turisti.
D’altro canto perché prevede che l’esercizio di questa attività deve rimanere secondario rispetto a quella agricola e può essere concesso unicamente alle aziende che non potrebbero sussistere senza una fonte di reddito supplementare.
«Siamo comunque fiduciosi, perché la legge sarà probabilmente modificata in modo da sopprimere questa restrizione», afferma la direttrice dell’FST. A quel punto, si apriranno le porte di molte stalle, fienili e cascine, per permettere ai turisti di trascorrere un’incantevole vacanza alternativa.
swissinfo, Anna Passera
Per promuovere l’agriturismo in Svizzera, l’Università di Losanna ha elaborato il progetto «Prealpi senza frontiere».
Consiste in una rete di 31 alloggi di montagna dove i turisti hanno la possibilità di soggiornare nella natura e di partecipare attivamente alla vita alpestre.
Ogni contadino propone attività differenti, dal vitto e alloggio in tipici châlet svizzeri al trekking di montagna, fino alle gite in rampichino. Ma anche attività originali quali la scoperta di fiabe tradizionali o il risveglio all’alba al suono del corno delle Alpi.
«Prealpi senza frontiere» si tiene da inizio giugno a fine settembre 2005 nella regione dal Lago Lemano (Riviera vodese) al Lago Nero (Canton Friborgo).
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