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UBS-USA: l’accordo c’è, a breve la firma

Keystone

L'UBS si appresta a risolvere il conflitto con il fisco statunitense. Le parti hanno chiesto mercoledì al giudice americano Alan Gold di annullare il processo, la cui apertura era prevista per lunedì, perché sono disposte a firmare un accordo extragiudiziale.

Appare dunque praticamente certo che la grande banca elvetica non dovrà comparire davanti al tribunale della Florida a Miami per difendersi dall’accusa di avere aiutato clienti negli Stati Uniti a evadere il fisco americano. Appena l’accordo sarà siglato, le accuse cadranno, ha indicato l’avvocato del Dipartimento della giustizia americano Stuart Gibson.

Sul contenuto dell’intesa non è trapelata alcuna informazione, mercoledì al termine della quarta conferenza convocata dal giudice competente del tribunale di Miami alle 15:00, ora svizzera. Alla conferenza hanno partecipato i rappresentanti legali dell’UBS, della Confederazione e del Dipartimento USA della giustizia. L’obiettivo era di fare il punto sui progressi delle trattative, dopo l’accordo di massima raggiunto il 31 luglio fra Berna e Washington.

A nome delle parti, mercoledì l’avvocato Gibson ha detto al giudice Gold che l’accordo definitivo è pronto per la firma, anche se questa richiede ancora un po’ di tempo. Perciò ha sollecitato l’annullamento del processo.
Il giudice ha acconsentito e si è congratulato con le parti per gli sforzi profusi per trovare una soluzione di compromesso. Dal canto loro, gli avvocati delle parti hanno ringraziato Alan Gold per il lavoro svolto e per la pazienza dimostrata.

Grandi sospiri di sollievo

L’UBS ha comunicato di essere soddisfatta. Kaspar Villiger, presidente del consiglio di amministrazione della grande banca ed ex ministro delle finanze, ha ringraziato per “l’impegno formidabile” il governo e la delegazione svizzeri che hanno negoziato l’intesa, si aggiunge nella nota. L’istituto precisa che non fornirà nessun dettaglio fintanto che il testo non sarà stato firmato dai rappresentanti delle due parti.

La delegazione della Confederazione che ha condotto le trattative era composta di rappresentanti dei Dipartimenti federali di giustizia e polizia (DFGP), degli affari esteri (DFAE) e di giustizia e polizia (DFGP). I rappresentanti della Confederazione hanno partecipato ai negoziati per fare in modo che l’intesa non violi le disposizioni svizzere relative al segreto bancario.

In un comunicato, il DFGP spiega che “negli ultimi giorni la Svizzera e gli USA hanno definito i dettagli” della conciliazione extragiudiziale e che “l’accordo deve ora essere firmato dai due Stati”. Solo a quel momento saranno forniti particolari sui contenuti, si puntualizza nella nota.

La ministra elvetica di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf – citata nella nota – esprime soddisfazione per il successo conseguito grazie agli “sforzi congiunti di tutte le parti”. La grigionese parla di “un compromesso tra le posizioni di due Stati sovrani”, che è “nell’interesse di entrambi”.

Problemi economici con risvolti politici

Intentando la causa civile, l’erario USA (Internal Revenue Service – IRS). voleva costringere UBS a rivelare i nomi di 52mila clienti americani sospettati di frode fiscale. Per tre volte di seguito il giudice Gold aveva concesso rinvii del processo per permettere una soluzione extragiudiziale.

Il DFGP e il DFAE il 31 luglio avevano comunicato che le parti avevano raggiunto un accordo sulle questioni di fondo, ma che rimanevano in sospeso numerosi dettagli tecnici.

Il governo federale si è riunito in seduta straordinaria lunedì scorso per fare il punto della situazione. Ma anche in tale circostanza è stato mantenuto il massimo riserbo.

Il giorno precedente, il presidente della Confederazione e ministro delle finanze Hans Rudolf Merz, aveva detto che le trattative erano in fase conclusiva, anche se non tutti i nodi era stati sciolti. Aveva aggiunto che i rinvii non avevano nulla a che vedere con l’UBS, ma unicamente con le modalità di applicazione della procedura. Merz aveva pure assicurato che la Svizzera non ricorrerà al diritto di necessità per risolvere il problema.

Secondo precedenti indiscrezioni di stampa non confermate, l’UBS dovrebbe fornire indicazioni su circa 5-10mila conti e in cambio non verrebbe costretta a pagare una multa.

In febbraio, su ordine dell’autorità federale di vigilanza dei mercati finanziari FINMA, l’UBS aveva già comunicato al fisco statunitense i dati di 250 clienti americani sospettati di evasione: in quell’occasione aveva anche accettato di versare una multa di 780 milioni di dollari.

L’IRS aveva però alzato la posta chiedendo i nomi di 52’000 clienti per un ammontare 14,8 miliardi di dollari, dando così il via al braccio di ferro.

L’esecutivo elvetico aveva più volte sottolineato che l’UBS non può fornire i dati all’IRS perché violerebbe le disposizioni relative al segreto bancario. Se necessario, il DFGP si era detto pronto ad emettere uno specifico divieto, anche se ciò avrebbe potuto creare tensioni con Washington.

swissinfo.ch e agenzie

Organico: 27’262 dipendenti.

È presente in 414 siti.

Gestisce un massa monetaria di 600 miliardi di franchi.

L’attività negli Stati Uniti corrisponde a circa un terzo del peso complessivo della banca nel mondo.

Quella di mercoledì è stata una giornata altalenante per l’azione UBS alla Borsa svizzera.

Il titolo – in positivo per buona parte della giornata – ha subito una forte impennata di acquisti, dopo che dagli Stati Uniti è giunta la notizia che la banca non dovrà comparire in tribunale.

L’azione è poi scesa bruscamente sotto la linea, trascinata al ribasso da speculazioni secondo cui la Confederazione potrebbe disfarsi già questa settimana della partecipazione in suo possesso. Infine il corso è risalito, attestandosi in chiusura a 16,34 franchi, in crescita del 3,09%.

I partiti di governo hanno reagito con prudenza all’annuncio dell’intesa.
Per l’Unione democratica di centro (UDC), il deputato Hans Kaufmann, specialista di questioni finanziarie, ha giudicato positivo che l’UBS possa nuovamente dedicarsi al riassesto delle proprie attività. Si è però detto convinto che gli Stati Uniti faranno nuove pressioni sulla piazza finanziaria svizzera.
I rappresentanti dei Partiti liberale radicale (PLR) e popolare democratico (PPD) non vogliono commentare prima di avere i dettagli dell’accordo.
Per il Partito socialista (PS), è ora urgente conoscere i contenuti dell’intesa. Secondo il PS, è però già evidente che gli errori dell’UBS hanno causato gravi danni alla Svizzera e alla sua piazza finanziaria.

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