Un 1° maggio combattivo
Migliaia di persone hanno partecipato sabato alle tradizionali manifestazioni del Primo maggio in diverse città svizzere.
Nei comizi, i temi dominanti sono stati la votazione del prossimo 16 maggio e la svolta a destra della politica svizzera.
Nei discorsi per la giornata dei lavoratori, sindacalisti e rappresentanti della sinistra hanno criticato aspramente il pacchetto fiscale e l’11esima revisione dell’AVS.
Riscoprire lo sciopero come mezzo di lotta
Per il presidente dell’Unione sindacale svizzera Paul Rechsteiner «il nuovo Consiglio federale è così a destra che più a destra c’è solo un muro». Ma il 16 maggio «questo governo potrebbe prendersi uno schiaffo come non succedeva da tempo», ha aggiunto nel discorso pronunciato a Burgdorf (Canton Berna), Lausen (Basilea campagna) e Sciaffusa.
A suo avviso, il pacchetto fiscale non rappresenta un regalo per tutte le famiglie, è un regalo solo per quelle ricche. I fautori del progetto non si scioccano se gente come Vasella e Ospel guadagna milioni.
Anzi, «per la maggioranza di destra gli stipendi di questi signori sono così alti, che essi devono anche essere ricompensati sul piano fiscale», ha detto il consigliere nazionale. Grazie a questo smantellamento sociale, le persone con redditi alti riceveranno quello che sarà tolto ai pensionati, ha aggiunto.
Rechsteiner ha criticato anche gli attacchi ai contratti collettivi di lavoro, in particolare della Posta e nell’industria grafica. Riscoprire lo sciopero come mezzo di lotta è indispensabile, ha detto.
Per una Svizzera più sociale
Gli ha fatto eco il presidente del Partito socialista Hans-Jürg Fehr, che era a Zurigo assieme all’ex consigliera federale socialista Ruth Dreifuss. In un’intervista al quotidiano «Der Bund», Fehr ha invitato a non «sopravvalutare la pace del lavoro» e ha giudicato positivamente l’aumento del numero di lavoratori pronti a scioperare.
Anche se le condizioni metereologiche non erano delle migliori, 4000 persone hanno preso parte a Zurigo alle manifestazioni. Nel suo intervento, la presidente del Sindacato svizzero dei servizi pubblici (SSP/VPOD) Christine Goll ha detto che la Svizzera deve diventare più sociale.
Per la consigliera nazionale, l’11esima revisione dell’AVS non è in linea con i 50 anni di storia di questa assicurazione sociale. A suo avviso, l’AVS è un sistema geniale e sano. Da quando è stata creata, nel 1948, le prestazioni sono state continuamente migliorate.
Con questa revisione invece, per la prima volta la maggioranza borghese presenta un progetto che non comporta alcun miglioramento.
Quanto al pacchetto fiscale «è un programma di sgravi per chi ha salari elevati, per i possessori di ville e per chi gioca in borsa» e ne faranno le spese i piccoli e medi salari, ha detto la Goll. Un «no» a questi due oggetti è un «sì» per una Svizzera sociale e solidale, ha concluso.
Contro tagli e sgravi fiscali
A Berna, dove si sono riunite 2000 persone, Vasco Pedrina, presidente del Sindacato edilizia e industria (SEI), ha attaccato «la destra radicale ed egoista» che intende operare uno smantellamento sociale, misure di risparmio brutali nei budget pubblici e concedere regali fiscali ai ricchi.
C’è comunque la speranza che «la gente di questo paese non si lascia manipolare». In occasione delle votazioni federali può impedire infatti la virata a destra e creare migliori condizioni per una svolta sociale, ha detto il presidente del SEI.
Dello stesso tenore il discorso che Renzo Ambrosetti, presidente della Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO) ha tenuto a Le Locle davanti a 300 manifestanti. Ambrosetti ha definito una «crociata dell’antisociale e dello smantellamento insensato» la campagna a favore dei due temi in votazione il 16 maggio.
La previdenza sociale dovrebbe al contrario essere rafforzata e l’USS si impegnerà per ottenere la tredicesima per le rendite vecchiaia, ha detto il segretario generale Serge Gaillard a San Gallo in presenza di 350 dimostranti.
«La Svizzera ha bisogno di più contratti collettivi di lavoro e di salari minimi», ha aggiunto. Senza questi il «dumping salariale» è un rischio nel momento in cui deve far fronte alla libera circolazione delle persone per i cittadini dell’Unione europea (UE).
Alcuni scontri a Zurigo
Centinaia di persone si sono riunite anche in altre città: 1000 a Sciaffusa, 800 Winterthur, 500 a Losanna, 300 a Neuchâtel. Le manifestazioni si sono svolte pacificamente.
A Zurigo, dopo il corteo ufficiale, un centinaio di militanti di estrema sinistra mascherati hanno iniziato una dimostrazione non autorizzata ma sono stati subito fermati dalla polizia.
Cambiando strategia rispetto agli anni passati, gli agenti hanno proceduto a controlli d’identità e arresti fin dall’inizio della manifestazione non autorizzata, che negli anni passati è sempre sfociata in violenti scontri.
Tuttavia nel primo pomeriggio giovani mascherati hanno lanciato pietre e altri oggetti contro la polizia e hanno rovesciato un container per la raccolta di vetro. Gli agenti hanno risposto con idranti e gas lacrimogeni.
A Winterthur per la prima volta un centinaio di attivisti di estrema sinistra ha sfilato a volto scoperto e pacificamente a fianco dei sindacalisti.
swissinfo e agenzie
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