Un fondo per la solidarietà digitale
Scottati dalle esperienze del passato, la maggior parte dei paesi del Sud chiede la creazione di un fondo dedicato alla diffusione delle NTIC.
L’iniziativa è stata lanciata all’inizio del 2003 dal Senegal, ma suscita resistenze fra i paesi del Nord.
“I vertici organizzati dalle Nazioni Unite hanno la fama di scatenare grandi frustrazioni, che nascono dallo scarto fra le intenzioni proclamate dai governi e la loro messa in opera effettiva”, constata l’economista Marie Thorndahl.
E spiega: “È un dato di fatto che molto raramente gli Stati affiancano finanziamenti adeguati a questo genere di dichiarazioni. Un fatto che crea grandi tensioni fra i paesi del Nord e del Sud del pianeta”.
In un rapporto pubblicato dall’Istituto universitario per lo studio dello sviluppo (IUED) di Ginevra, l’economista ricorda anche che la maggior parte dei governi occidentali hanno dovuto far fronte negli ultimi anni ad una diminuzione del loro budget.
Il prosciugarsi delle finanze statali ha particolarmente penalizzato l’aiuto pubblico allo sviluppo, che nel corso degli anni Novanta è passato dallo 0,34 allo 0,24% del Prodotto nazionale lordo.
È un’amara realtà messa in luce dalle statistiche pubblicate dal PNUD, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di sviluppo.
Dipendenza tecnologica
La diffidenza dei paesi del Sud è dunque legittima e viene motivata da considerazioni non solo finanziarie. “I tentativi di trasferire tecnologie in Africa si sono rivelati finora un fallimento”, afferma Pape Diouf, specialista di relazioni Nord-Sud dell’IUED.
“Sono le aziende del nord a trarre profitto dall’industrializzazione del Continente nero. L’Africa subsahariana resta in genere confinata al ruolo di consumatore passivo di tecnologie prodotte altrove”, sintetizza Diouf, che è anche responsabile dell’associazione Etica Nord-Sud.
Da questa constatazione è nata la proposta lanciata nel febbraio del 2003 dal presidente senegalese Abdoulaye Wade: un fondo che sia dedicato esclusivamente alla “solidarietà digitale”.
L’idea di partenza è di dare vita ad una fondazione, finanziata con contributi volontari provenienti dall’ambito delle tecnologie per l’informazione e dai loro consumatori.
I paesi del Nord si sono però mostrati in generale piuttosto ostili alla creazione di un nuovo fondo e preferirebbero piuttosto utilizzare i meccanismi già esistenti per finanziare progetti di sviluppo legati alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (NTIC).
Un meccanismo burocratico
“Si tratta dei meccanismi in base ai quali funziona il mondo dell’aiuto allo sviluppo. Sono estremamente burocratici”, commenta Mamadou Diop, ministro senegalese per la comunicazione.
E aggiunge: “I nostri interlocutori del Nord del pianeta propongono di mettere in piedi delle commissioni di arbitraggio, per destinare una parte dei fondi già esistenti allo sviluppo delle tecnologie per l’informazione. Ma in Africa molti fra i quadri dirigenti non hanno ancora compreso le opportunità che offrono queste tecnologie. Dicono che ‘un computer non si mangia’, senza rendersi conto che le NTIC possono migliorare il loro sistema agricolo e sanitario”.
Conclude il ministro: “Le commissioni di arbitraggio che propongono i paesi del Nord potrebbero finire per ignorare le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.
Un finanziamento efficace
È consapevole del problema anche Bruno Lanvin, responsabile del programma “informazione per lo sviluppo” della Banca Mondiale.
Ma avverte: “Se i partecipanti al VMSI non sono disposti ad abbandonare l’idea che si può fare qualcosa solo se ci sono risorse supplementari, allora questo vertice è destinato in partenza al fallimento”.
Ragione per la quale questa agenzia, che ha il compito di finanziare i programmi di sviluppo, prevede di continuare in ogni caso ad utilizzare i meccanismi esistenti.
“Cifre alla mano e in base a molte migliaia di progetti in corso, siamo in grado di dimostrare che un dollaro investito nelle NTIC aumenta l’efficacia dei fondi destinati alla sanità o all’istruzione”, sostiene Lanvin.
A questo punto, non resta che convincere i governi del Nord e del Sud.
swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione di Serena Tinari)
Il Senegal ha proposto la creazione di un nuovo fondo per finanziare la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (NTIC) nei paesi più poveri.
Il fondo sarebbe alimentato da contributi volontari provenienti dal settore delle tecnologie dell’informazione e dai loro consumatori.
Una fondazione con sede a Ginevra sarebbe incaricata di gestire il fondo, con il compito di favorire la cooperazione Sud-Sud, fra potenze emergenti e paesi meno avanzati.
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