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Un pacchetto … esplosivo?

Sgravi per le famiglie o saccheggio delle casse pubbliche? Il pacchetto fiscale fa discutere Keystone

Meno tasse per le famiglie e per i proprietari d’immobili? Un progetto contestato. Sono ben due i referendum depositati contro il pacchetto fiscale 2001 votato dal parlamento.

La sinistra si scaglia contro i presunti regali ai ricchi. I cantoni, per la prima volta nella storia, si battono a difesa della loro autonomia fiscale.

Una vera e propria battaglia a fronti multipli. Le discussioni sul pacchetto fiscale 2001 hanno suscitato passioni e rotto gli schieramenti tradizionali. Comprensibilmente: la posta in gioco è effettivamente elevata.

Secondo i dati della Confederazione, un sì al pacchetto ridurrebbe le entrate fiscali di poco più di 2 miliardi di franchi. Ma queste cifre non considerano i conseguenti cali del gettito per cantoni e comuni.

Complessivamente infatti si stima che le minori entrate per i vari livelli istituzionali supereranno i 4 miliardi di franchi.

Un’imbarazzante dimenticanza

I toni si sono fatti addirittura confusi quando, ad inizio marzo il governo ha candidamente ammesso di aver dimenticato il problema della compensazione della progressione a freddo.

Un meccanismo che permette d’evitare l’aumento del carico fiscale dei contribuenti a causa del rincaro.

Secondo documenti ufficiali, un sì agli sgravi avrebbe significato una nuova situazione fiscale ed azzerato la compensazione della progressione a freddo.

Parte degli sgravi promessi dal pacchetto sarebbero quindi stati annullati da questo oscuro meccanismo.

Governo e parlamento, di fronte all’imbarazzante dimenticanza, hanno reagito rapidamente. Ed hanno fatto chiarezza.

Indipendentemente dal risultato delle urne, la progressione a freddo sarà quindi compensata quando il rincaro cumulato dal 1996 avrà superato il 7% (verosimilmente nel 2007).

Mai accaduto in 130 anni

Ma torniano al vero oggetto in votazione il 16 maggio: il pacchetto fiscale 2001. Dopo due anni di batti e ribatti tra le camere, il 20 giugno 2003 il Parlamento accettava un progetto più generoso di quello voluto dal Consiglio federale.

Secondo i suoi sostenitori, il pacchetto elimina la discriminazione fiscale di cui sono vittime le famiglie, rilancia i consumi ed aumenta l’attrattività della piazza economica svizzera.

La sinistra, guidata in questo caso dai Verdi, proprio non condivide.

Il pacchetto, ribatte, è antisociale ed irresponsabile: come privarsi di tanti soldi proprio quando i bilanci della Confederazione sono nel profondo rosso?

Ma gli scontri, ideologici e politici, non sono mancati neppure all’interno degli stessi partiti borghesi e tra i livelli istituzionali.

Tanto che, per la prima volta dal 1874, anche 11 cantoni, tutti a maggioranza borghese, hanno imbracciato l’arma del referendum cantonale per contrastare il parlamento federale. Paradossalmente, anch’esso a maggioranza borghese.

Uno splitting per le famiglie

Il progetto del parlamento riguarda tre settori distinti: l’imposizione dei coniugi, delle proprietà immobiliari e la tassa di bollo.

La prima misura, quella all’origine del maggior sacrificio finanziario per gli enti pubblici, riguarda le famiglie.

Oggi, a livello federale, una coppia sposata viene tassata in modo molto più pesante rispetto a due concubini. Ciò a causa della forte progressione delle aliquote dell’imposta federale diretta (IFD).

Mentre due concubini sono tassati separatamente e beneficiano così di aliquote ridotte, la coppia subisce un’imposizione unica. Il suo reddito complessivo sale dunque a livelli gravati da aliquote maggiori.

Una discriminazione, esistente soltanto a livello federale, che equivale ad una politica famigliare al contrario.

Governo e parlamento propongono quindi l’introduzione di uno splitting parziale a favore dei coniugi. I prelievi sul reddito complessivo della coppia saranno così sensibilmente ridotti.

Saranno inoltre aumentate le deduzioni per ogni figlio a carico (da 5’600 a 9’300 franchi), ed introdotte deduzioni supplementari per la custodia dei figli e per le persone sole.

Risultato: circa 800’000 contribuenti in più saranno esentati dall’imposta federale diretta. Una questione d’equità fiscale, dice la maggioranza del parlamento. Un incosciente dono alle famiglie benestanti, ribattono i referendisti.

Deduzioni illimitate per i proprietari

Il secondo cambiamento riguarda l’imposizione dei beni immobiliari. Attualmente i proprietari devono aggiungere il valore locativo degli immobili, un guadagno spesso solo teorico, alle loro fonti di reddito.

Il tutto va compensato deducendo i costi di manutenzione degli stabili ed eventuali interessi passivi.

Il sistema penalizza i proprietari che vivono nella propria abitazione invece di affittarla. O coloro che rimborsano effettivamente i debiti ipotecari.

Il governo, a favore di un cambiamento radicale, proponeva di abolire la tassazione del valore locativo e la detrazione degli interessi. Il Parlamento ha accettato. Ma non solo: ha pure rilanciato.

Mantenendo ad esempio la possibilità di dedurre gli interessi per i giovani proprietari o introducendo un cosiddetto risparmio fiscalmente privilegiato per l’abitazione.

Inoltre, questione molto controversa, permettendo di detrarre dal reddito tutte le spese di manutenzione superiori ai 4’000 franchi annui. Senza limiti.

Una scelta che, oltre ad aver fatto arricciare il naso allo stesso Consiglio federale, ha scatenato la dura reazione della sinistra e dei cantoni referendisti.

Entrata in vigore differita

Ultima modifica proposta. A sostegno della piazza finanziaria elvetica, il progetto prevede il passaggio nel diritto ordinario dell’abolizione della tassa di bollo. Una misura già in vigore grazie ad un decreto federale urgente che scadrà nel 2005.

Il Consiglio nazionale ha accettato il pacchetto fiscale 2001 con 97 voti contro 69. Il Consiglio degli Stati con 30 voti contro 13. I no sono giunti dalla sinistra compatta e da alcuni “dissidenti” borghesi.

In caso di rifiuto popolare dei due referendum, la nuova, alleggerita imposizione delle famiglie e l’adattamento della legislazione sulla tassa di bollo entreranno in vigore il 1. gennaio 2005.

Il nuovo sistema di tassazione dei proprietari, meno urgente secondo le camere, sarà invece applicato solo dal 2008.

swissinfo, Marzio Pescia

Gli sgravi contenuti nel pacchetto fiscale 2001 riguardano le famiglie, i proprietari d’immobili e la tassa di bollo;
Le perdite fiscali per Confederazione, cantoni e comuni saranno superiori ai 4 miliardi di franchi.

Nel 2002, l’aliquota fiscale in Svizzera si situava attorno al 31.3%, al di sotto della media dei paesi dell’Unione europea (40.5%), ma di poco superiore agli Stati Uniti (28.9%).

Tale aliquota comprende tutte le imposte e contributi obbligatori a livello federale, cantonale o comunale.

Nell’ultimo decennio, rispetto agli altri paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la Svizzera ha però avuto una fra le più elevate progressioni del carico fiscale.

Il pacchetto fiscale 2001, accettato dal parlamento il 20 giugno 2003, è combattuto da due referendum.

Il primo è promosso dai cantoni di Berna, Obwaldo, Glarona, Soletta, Basilea Città, Sciaffusa, San Gallo, Grigioni, Vaud, Vallese e Giura. Per la prima volta è dunque stato applicato lo strumento del referendum cantonale, previsto dal 1874.

Il secondo, un “classico” referendum popolare promosso dai Verdi e dall’Alleanza di sinistra e corredato da 57’658 firme, è stato invece depositato il 9 ottobre 2003.

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