Una borsa dei transiti per salvare le Alpi
Per sgravare lo spazio alpino dal traffico pesante, l'Iniziativa delle Alpi rivendica dal governo misure urgenti, tra cui l'introduzione di una borsa dei transiti.
Secondo l’organizzazione ambientalista, senza nuovi provvedimenti non potranno essere realizzati prima del 2017 gli obbiettivi imposti dalla Costituzione federale.
L’Iniziativa delle Alpi mantiene la pressione sul Consiglio federale per realizzare, entro il 2009, l’obiettivo di un trasferimento almeno parziale del traffico pesante dalla strada alla ferrovia.
I difensori dello spazio alpino, che hanno presentato un’agenda di misure da applicare in tre tappe, non intendono aspettare ancora un decennio, fino a quando sarà aperto anche il nuovo asse ferroviario nord-sud del San Gottardo.
Secondo l’organizzazione ambientalista, che nel 1994 era riuscita a far approvare dagli svizzeri un’iniziativa popolare per proteggere la regione alpina dal traffico di transito, l’urgenza imporrebbe al governo di “optare per lo strumento dell’ordinanza”.
Obbiettivo il dimezzamento del traffico
Con questo strumento dovrebbe essere introdotta una borsa dei transiti alpini a partire dal 2008, in modo da quasi dimezzare entro il 2009 – a 650’000 – il numero dei camion che attraversano annualmente le Alpi.
La borsa verrebbe gestita su internet, mettendo all’asta un contingente di licenze per il transito di automezzi pesanti attraverso il territorio svizzero.
Nel 2000 i transiti sono stati 1,4 milioni. Grazie al nuovo regime del traffico nel 2004 si è scesi a 1,25 milioni.
L’obiettivo di quest’anno è di scendere ulteriormente a 1,05 milioni, rendendo più severo il sistema di dosaggio introdotto nel 2002, ha affermato in una conferenza stampa a Berna il presidente dell’Iniziativa delle Alpi Fabio Pedrina.
La seconda tappa sarà un’ulteriore riduzione a 900’000 camion nel 2007, introducendo un obbligo di prenotazione.
Nel 2008, con l’introduzione della borsa dei transiti si potrà scendere a 750’000 veicoli pesanti por poi puntare sull’obbiettivo dei 650’000, ha aggiunto Pedrina.
Bilancio deludente
Senza queste misure supplementari l’articolo costituzionale sulla protezione dello spazio alpino continuerà a rimanere lettera morta, ha dichiarato Alf Arnold, direttore dell’Iniziativa delle Alpi.
In seguito all’approvazione dell’iniziativa lanciata dall’organizzazione ambientalista nel 1994, il governo svizzero ha la competenza e il mandato di predisporre per mezzo di ordinanze le misure necessarie a trasferire su rotaia il traffico di merci transalpino.
L’articolo costituzionale imponeva al Consiglio federale di realizzare questo obbiettivo entro un termine di 10 anni.
Questo termine è ormai scaduto e siamo ancora lontani dall’obbiettivo, ha deplorato Alf Arnold, secondo il quale il bilancio attuale è piuttosto deludente.
Misure insufficienti
Per concretizzare la volontà espressa dal popolo, la Confederazione ha già introdotto una tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni e sovvenziona il trasporto ferroviario di merci.
La Svizzera sta inoltre costruendo nuove linee ferroviarie nord sud attraverso il San Gottardo e il Lötschberg, che permetteranno di potenziare il traffico di merci e di dimezzare i tempi di percorso tra Zurigo e Milano.
A detta di Arnold queste misure si sono rivelate finora insufficienti per mettere in pratica l’articolo costituzionale.
L’autorizzazione dei camion di 40 tonnellate ha fatto diminuire il numero di automezzi pesanti che attraversano il territorio elvetico. Ma, in tonnellate, i trasporti su gomma sono addirittura aumentati negli ultimi anni.
Secondo il direttore dell’Iniziativa delle Alpi, non si può aspettare l’apertura della nuova linea ferroviaria del San Gottardo nel 2015 e della galleria del Ceneri nel 2017/18.
Da parte sua, il nuovo tunnel del Lötschberg nel 2008 non avrà prevedibilmente un influsso importante per permettere di ridurre il traffico stradale nord-sud.
Reazioni negative degli autotrasportatori
L’Associazione svizzera dei trasportatori stradali Astag ha subito reagito pronunciandosi contro la borsa dei transiti e contro le misure coercitive indicate dall’Iniziativa delle Alpi quali corollario.
A suo avviso, il contingentamento cercato colpirebbe in primo luogo il traffico interno e farebbe rincarare “in modo sproporzionato il traffico a breve distanza”.
swissinfo e agenzie
L’organizzazione ambientalista Iniziativa delle Alpi è stata fondata nel 1989, allo scopo di proteggere lo spazio alpino dagli effetti negativi del traffico di transito.
Nel 1994 è riuscita a far approvare in votazione federale dal 52 per cento degli svizzeri l’iniziativa popolare “Per la protezione della regione alpina dal traffico di transito”.
Il testo dell’iniziativa, ancorato nell’articolo 84 della Costituzione federale, impone il trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia e la rinuncia all’ampliamento della capacità delle strade di transito attraverso le Alpi.
Il modesto movimento creato alla fine degli anni ’80 è diventato ormai un’associazione che conta 50’000 membri e simpatizzanti.
La borsa dei transiti alpini si basa sul sistema “Cap-and-trade”, che prevede l’attribuzione da parte dello Stato di licenze per attraversare il territorio svizzero.
Queste licenze possono essere cedute, vendute o messe all’asta.
Un’altra possibilità è rappresentata dal sistema “Slot Management”, che si basa sulla prenotazione dei transiti a orari fissi da parte dei trasportatori stradali.
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