Una convenzione sull’acqua come bene pubblico
Porto Alegre: le agenzie di cooperazione allo sviluppo svizzere si impegnano per una convenzione sull’acqua.
Un documento contro la privatizzazione dell’acqua, considerata un bene pubblico. L’agenzia governativa DSC conta piuttosto su di un partenariato privato-pubblico.
Per gli specialisti di questo settore, se il Ventesimo secolo è stato caratterizzato dalle guerre per il petrolio, nel Ventunesimo l’acqua potrebbe essere al centro della maggior parte dei conflitti. E negli ultimi 30 anni già sono state registrate 52 dispute transnazionali legate a questa preziosa risorsa naturale.
«Il settore privato acquista sempre più importanza», rileva Rosmarie Bär, della Comunità di lavoro delle organizzazioni di aiuto allo sviluppo. La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale (FMI) fanno pressione sui paesi del Sud perché accettino la privatizzazione dell’acqua come condizione per ridurre il proprio debito, sottolinea.
Un controsenso, secondo Rosmarie Bär, perché il settore privato cerca il profitto e l’80% delle persone che non hanno accesso all’acqua potabile vivono nelle campagne e non costituiscono una clientela interessante. Inoltre la privatizzazione ha per conseguenza l’aumento del prezzo dell’acqua, e un abbassamento della qualità.
Ogni giorno dieci « 11 settembre »
Riccardo Petrella, accademico italiano e uno dei massimi esperti mondiali del tema osserva: «Ogni giorno, l’uso di acqua in cattive condizioni causa la morte di 30.000 persone, dieci volte le vittime dell’attentato dell’11 settembre a New York».
Il tema dell’acqua, e quello più generale legato alle catastrofi naturali, sono da sempre patrimonio di discussione e dibattito nel Forum sociale mondiale di Porto Alegre, ma quest’anno sono stati battuti tutti i record.
Fra le 162 attività dello spazio “Affermando e difendendo i beni comuni della terra e dei popoli”, 32 hanno diretta relazione con “l’oro bianco e con le minacce di privatizzazione”.
«Da anni abbiamo ripetuto le nostre denunce – ha detto uno degli oratori, lo svizzero Alberto Velasco – ma è giunto il momento di raccogliere le forze per parlare di strategia per invertire questa pericolosa tendenza alla mercificazione di un bene che deve restare rigorosamente pubblico».
Così, dopo la prima edizione svoltasi nel 2003 a Firenze, dal 17 al 20 marzo 2005 si terrà a Ginevra il secondo Forum alternativo mondiale dell’acqua (Fame), in cui si parlerà di acqua come bene comune, trasparenza e democrazia e finanziamento per assicurare la gratuità dell’acqua.
Integrare pubblico e privato
La Direzione della cooperazione e dello sviluppo (DSC), l’agenzia governativa elvetica, predilige invece la cooperazione tra Stato e settore privato. «Gli obiettivi del Millennio non potranno essere raggiunti senza la collaborazione di tutti», sottolinea in proposito Marco Rossi, capo settore della DSC.
Molto spesso il settore pubblico non è in grado di costruire una rete di approvvigionamento e di smaltimento delle acque. Il settore privato può allora giocare un ruolo importante, sottolinea Rossi.
Fiasco in Bolivia, Filippine e Mozambico
Ma le organizzazioni non governative (ONG) forniscono esempi di fallimento nella collaborazione tra pubblico e privato. Recentemente nella capitale boliviana La Paz si sono verificati vasti movimenti di protesta in seguito all’aumento del prezzo dell’acqua, dovuto alla privatizzazione. Un progetto sostenuto anche dalla DSC.
Il presidente boliviano, Carlos Mesa, ha dovuto finalmente rompere il contratto con “Aguas de Illimani”, la filiale del gruppo francese Suez incaricata della fornitura di acqua.
Altri esempi, forniti da Rosmarie Bär: A Maputo (Mozambico) o Manila (Filippine), potenti gruppi industriali hanno lasciato cadere i propri impegni quando si sono resi conto che non guadagnavano abbastanza. Alcuni privati hanno anche denunciato i governi per le perdite finanziarie subite.
Cartoline ai governi
Le organizzazioni umanitarie svizzere “Sacrificio quaresimale” e “Pane per i fratelli” hanno annunciato a Porto Alegre di voler lanciare, insieme ad altre opere di aiuto allo sviluppo, una campagna di cartoline postali indirizzate ai governi, che ricordino gli obiettivi del Millennio fissati nel 2000 dall’Onu: dimezzare la povertà estrema nel mondo entro il 2015.
Tra i primi firmatari dell’azione il teologo brasiliano Leonardo Boff e la deputata socialista di Ginevra Liliane Maury Pasquier.
swissinfo e agenzie
1,4 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile
Ogni giorno, l’uso di acqua non potabile causa la morte di 30.000 persone.
Meno del 2% delle riserve d’acqua dolce del pianeta sono disponibili per il consumo umano.
Vi sono almeno 80 paesi del mondo che hanno difficoltà di rifornimento.
La Svizzera “Castello d’acqua d’Europa” sente di avere una speciale responsabilità nel portare avanti il discorso della fornitura d’acqua come diritto umano.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per soddisfare la propria sete, preparare gli alimenti e assicurare igiene e pulizia, ogni persona ha bisogno di almeno 50 litri al giorno.
In Svizzera ne consumiamo 160 litri pro-capite, senza tener conto del consumo industriale.
In Africa la media è di 30 litri al giorno.
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