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Una moratoria di 5 anni per gli OGM?

Praticamente tutti si oppongono a cibi geneticamente modificati Keystone Archive

Pro Natura, Greenpeace e Unione svizzera dei contadini (USC) hanno lanciato lunedì un comune appello per una moratoria di cinque anni per gli organismi geneticamente modificati (OGM).

Ciò dovrebbe garantire la libertà di scelta del consumatore.

Sotto lo slogan “la qualità svizzera ha bisogno di una moratoria nella biogenetica”, le tre organizzazioni si sono presentate alla stampa nella capitale federale mettendo in guardia contro l’impossibile coesistenza tra agricoltura convenzionale ed ecologica.

Controsensi

Secondo Werner Müller, autore di uno studio commissionato dal governo austriaco, è difficile produrre alimenti senza OGM in un paese in cui si coltivano organismi geneticamente modificati.

Vento ed insetti possono infatti trasportare il polline a chilometri di distanza permettendo così la fecondazione transgenica di altre piante.

Ciò è confermato da un rapporto dell’organizzazione tedesca BUND (Unione per l’ambiente e la protezione della natura).In esso si evidenzia la contaminazione di alimenti e foraggi tramite OGM anche dopo il raccolto.

Il principio di precauzione esige quindi – dicono le tre organizzazioni – una moratoria di cinque anni sulla produzione.

“Autorizzare la produzione di OGM rimetterebbe in discussione la libertà di scelta dei consumatori e obbligherebbe la produzione tradizionale ad assumerne i costi”, afferma la coautrice del rapporto, Karin Nowack.

I critici

Gli OGM non sono compatibili con la strategia sviluppata dall’USC e le cerchie agricole che si riconoscono in seno ad Agro- Marketing Suisse. Dal 2003, a tappe, sarà in vigore il progetto “Qualità Svizzera”, che prevede la creazione di un marchio con lo stesso nome e il divieto di prodotti transgenici¨.

In agosto, la stessa Greenpeace era stata artefice di un’originale protesta. A Basilea, davanti alla sede della Novartis, l’azienda alimentare che produce cibo geneticamente modificato anche per bambini e neonati, aveva disteso una fila di bamboline, in segno di protesta.

L’organizzazione sperava di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema. “Se si continua senza alcun controllo serio, presto sulle nostre tavole ci saranno solo cibi geneticamente modificati”, denuncia l’organizzazione ambientalista.

I contadini intendono pertanto ripristinare soprattutto la fiducia del consumatore nella qualità e nella sicurezza dell’agricoltura. “E’ il capitale più importante, ma è stato sperperato da numerosi scandali alimentari”, ha ricordato Urs Schneider, responsabile stampa dell’Unione dei contadini.

A larga maggioranza anche la Camera svizzera di agricoltura si era espressa, nell’aprile 2000, contro la coltivazione e la commercializzazione di OGM, ritenendo che la popolazione non volesse saperne di organismi geneticamente modificati, ha sottolineato Urs Schneider.

I fautori

Secondo uno studio compiuto per conto della Commissione europea, la coesistenza tra agricoltura tradizionale, biologica e colture geneticamente modificate è invece possibile, a condizione che si adattino i metodi di produzione, ciò che inevitabilmente comporta un prezzo.

L’essenziale è fissare la soglia di tolleranza di OGM, ha sottolineato lunedì in un comunicato il “Joint Research Center” (JRC), autore dello studio. Secondo il JRC, mantenere la soglia di tolleranza dell’1 per cento per gli OGM implica un aumento dei costi di produzione da 1 a 10 per cento.

L’opinione del governo

La legge federale del 1983 sulla protezione dell’ambiente è stata modificata nel 1999 proprio per colmare le lacune nel campo dell’ingegneria genetica nel settore non umano.

La cosiddetta Gen-Lex, già approvata dalla commissione della scienza del Consiglio nazionale, sarà dibattuta nella sessione autunnale delle Camere.

Essa prevede, obbligatoriamente, per tutte le attività con organismi geneticamente modificati un esame preliminare dell’impatto ambientale e un successivo controllo da parte delle autorità.

Disciplina inoltre la composizione e i compiti della Commissione federale d’etica per la biotecnologia, chiamata a consigliare il Consiglio federale e le autorità nelle questioni etiche.

La Gen-Lex introduce pure il concetto di responsabilità civile per organismi geneticamente modificati. Il termine di prescrizione è di 30 anni, a partire dall’insorgere del danno.

Per migliorare la comunicazione e la trasparenza nel settore della biotecnologia, sono inoltre stati introdotti il diritto generale di consultazione degli atti, l’incentivazione del dialogo con il pubblico e una più ampia etichettatura dei prodotti.

A questo proposito il governo svizzero ha deciso di accettare fino allo 0,5% di OGM per i semi di mais, soia, ravizzone e barbabietola da zucchero.

Grazie alle nuove disposizioni di legge, il diritto svizzero concernente l’ingegneria genetica corrisponde così alle norme del diritto dell’UE.

Il resto dell’Europa e gli Stati Uniti

E a proposito di Unione europea, il solo Paese dove vengono coltivate varietà di mais geneticamente modificate su superfici di un certo rilievo è la Spagna. In Francia sono stati coltivati circa 3.000 ha di mais transgenico, ma il Consiglio di Stato ha deciso di sottoporre il dossier sui vegetali transgenici alla Corte di Giustizia Europea.

La Gran Bretagna si trova attualmente in posizione di attesa, anche se esistono già molti progetti avviati sugli OGM. In Austria un referendum popolare ha bocciato la sperimentazione e l’importazione di OGM. In Belgio l’opinione pubblica è nettamente contraria e gli agricoltori sono preoccupati che le nuove varietà provochino un aumento delle rese ed una diminuzione dei prezzi.

Negli Stati Uniti, gli OGM hanno invaso il mercato di grandi e piccoli. Tanto che sta diventando difficile coltivare cibo non modificato geneticamente perché si creano facilmente contaminazioni tra le diverse piantagioni.

Molte aziende che producevano prodotti biologici sono state costrette a togliere dalle etichette la scritta che garantiva l’assenza di OGM.

In Svizzera, secondo i risultati di un sondaggio condotto in agosto dall’istituto Link per conto di Greenpeace, il 78 per cento delle 1917 persone interrogate disapprova l’utilizzo di OGM nell’agricoltura svizzera; il 76 per cento vorrebbe una severa legislazione e il 67 per cento è favorevole ad una moratoria di diversi anni.

swissinfo e agenzie

Legge federale sull’ambiente del 1983 modificata nel 1999

La nuova Gen-Lex verrà dibattuta nella sessione autunnale delle Camere

Svizzera: 78% contrari, 76% per una legislazione più severa, 67% per una moratoria

Spagna: solo Paese europeo dove viene coltivato mais geneticamente modificato su vaste superfici

Stati Uniti: gli OGM hanno invaso il mercato, forte produzione di OGM

Francia: coltivazione sospesa in attesa del verdetto della Corte di Giustizia Europea

Gran Bretagna: attesa

Austria: bocciata dagli elettori la sperimentazione e l’importazione di OGM

Belgio: opinione pubblica contraria agli OGM

L’impiego di organismi geneticamente modificati continua a dividere oppsoitori e fautori, governi e cittadini.

Mentre negli Stati Uniti la diffidenza nei confronti degli OGM è limitata, l’Europa insorge.

In Svizzera i contadini affermano che i metodi di agricoltura ecologica sono incompatibili con l’attuale legislazione in materia e chiedono una moratoria di 5 anni per riflettere.

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